La Fagnani ha di nuovo fatto centro e tra anticipazioni e stralci di interviste pubblicate sui social si è presa le prime pagine delle news gossipare.
Facile provocare Mara Maionchi con parolacce e espressioni colorite ma non era facile strapparle “in esclusiva assoluta” critiche e polemiche.
Eppure, la belva di rai2 è riuscita a tirar fuori un sassolino dalla scarpa dell’ultra ottantenne discografica che ha rivelato un caso di ingratitudine professionale nei confronti suoi e di suo marito Salerno.
E niente poco di meno, e’ uscito un “nome” da vippone oltreoceano: Tiziano Ferro.
A dire della Mara nazionale, Tiziano Ferro non avrebbe mai dichiarato gratitudine per i Salerno’s discografic family in nessun momento dei suoi anni di successo.
A questo punto il piano della conversazione si è spostato ad un botta e risposta tra i giornali con rivelazioni che se oggi sembrano scioccanti, allora quando sono accadute, e vanno contestualizzate, aiutano a comprendere un mondo, soprattutto quello dello star system che era alla ricerca dell’estetismo perfetto e della virilità indiscussa.
E così Tiziano Ferro rilancia con le accuse ricordando quanto la sua identità sessuale i e suoi chili di troppo andassero tenuti a bada rispetto alle tentazioni del mondo perché non si doveva scoprire che fosse gay in quanto ciò avrebbe generato un fuggi fuggi generale di tutte le fan ormonalmente attratte mentre il peccato di gola andava tenuto a freno per non perdere il fascino del ragazzetto belloccio e fisicato.
Mara Maionchi ha provato a mettere a tacere tutto con la sua verve milanese ma non ci è riuscita trovando dall’altro capo del mondo un Tiziano Ferro chiaramente scosso e privato del confronto diretto per la distanza forzata che vive causa separazione dal marito e gestione dei figli nati dalla loro unione.
Fiorello ha provato a far da paciere invitando i protagonisti della vicenda a sentirsi al telefono e chiudere lo scontro, stemperando animi e spegnendo le polemiche.
Sta di fatto che questo battibecco a distanza ha messo alla luce qualcosa che oggi sembra impossibile ovvero che per essere qualcuno e per divenire famoso e non solo anche nella vita quotidiana, quella delle persone “normali”, la finzione la faceva da padrona e bisognava violentare la propria anima e il proprio modo di essere per essere accettati dalla società maschilista e virilista, fortemente patriarcale, tanto per gli uomini quanto per le donne che con difficoltà estrema riuscivano a ritagliarsi uno spazio di vita fatto di libera autenticità.
Viva Dio che oggi tutto questo castello di ipocrisia e’ crollato e ciascuno può sentirsi e decidere di essere come vuole senza vivere il condizionamento esterno se si pensa che l’identità sessuale, anche se a fatica, sta divenendo cosa naturale da rispettare senza giudizi né pregiudizi…tanta e’ la strada da fare e forse anche quisquilie da vip come queste possono essere utili per evidenziare con chiarezza sempre più quanto il giudizio sulla persona debba sganciarsi da qualsivoglia stereotipo se si vogliono prevenire ed eliminare sul nascere forme di violenza di ogni genere e su ogni genere: alto basso – magro grasso – bello brutto – intelligente scemo – ricco povero – vip nip – “normodotato” disabile (propone qualcuno in lista per le elezioni europee) – maschile femminile neutro dicevano i latini.
Ora che siamo alle porte del concerto di “Una Nessuna Centomila” organizzato da Fiorella Mannoia, la volontà e’ quella di ribadire con forza l’importanza del rispetto dei modi di essere e di sentire per far sì che nessuna forma di violenza né fisica né verbale né economica possa esercitarsi nei confronti di qualsiasi altro essere umano…vale per le donne indubbiamente vittime di una continua perseverante e ingiustificabile violenza di genere ma anche nei confronti di chi viene incasellato in cliché davvero non più accettabili…ma che una volta erano considerati tristemente normali.
Tiziano Ferro dimostra col suo talento – riconosciuto da tutti e anche da Maionchi e family – che la sua voce è l’unica cosa vera che conta, che incanta con la narrazione delle sue fragilità e della sua identità e che canta l’anima sua senza stare a guardare al suo peso, alle sue scelte, all’ intimità del suo letto.