Trama: Nell’arco di tre anni, in un percorso che mi porta da stagista a direttrice, racconto delle difficoltà trovate nell’approcciarmi a un lavoro totalmente nuovo e sconosciuto, del rapporto con i colleghi e, soprattutto, a descrivere i personaggi strani che ho incontrato, che mi hanno dato lo spunto per riorganizzare tutte le note e gli appunti che avevo raccolto nel tempo, quasi per gioco. Ho terminato la stesura del romanzo in forma diaristica già due anni fa, sottoponendolo per divertimento ad amici e parenti, soprattutto ai miei ex colleghi, che avrebbero ritrovato tra le pagine episodi e personaggi realmente accaduti ed esistiti, rispettivamente. Sarebbe stata un’occasione per rivivere insieme dei ricordi piacevoli e in seguito mi sono resa conto che avrebbe potuto rappresentare un’occasione per informare, introdurre e avvicinare futuri giovani receptionist a questa professione, nonché per divertire gli attuali receptionist, che si sarebbero riconosciuti nelle esperienze e nelle sensazioni che si vivono e che si provano in questo meraviglioso settore.”Tipacci da Hotel” è, in realtà, la storia di tutti coloro che lavorano a contatto con il pubblico, che ogni giorno vedono “cose che voi umani non potete immaginare”. E’ una storia divertente ma anche romantica, fatta di sentimenti, di opportunità, di amicizia.
Le Parche Edizioni
Recensione: Leggere delle avventure, delle esperienze, dei “fatti” di Gemma mi ha divertita tantissimo. Il suo diario è una ventata di aria fresca in un periodo in cui si respira un’aria filtrata da mascherine. Interessante ed esilarante scoprire il mondo vivo di un piccolo Boutique Hotel di Napoli, La Cerasella, ovviamente i nomi sono stati cambiati, ma i personaggi non sono frutto di fantasia. Gemma nel suo microcosmo racchiude realtà anche più grandi: l’organizzazione, la funzionalità, la gestione di una struttura alberghiera. I veri protagonisti sono i “Tipacci”, non intesi in senso dispregiativo, ma si tratta di quei clienti che in un modo o nell’altro lasciano il segno, si tratta di personaggi simpatici, strani e talvolta anche maleducati. L’autrice descrive benissimo un mondo costruito per il cliente in cui, tutto deve essere in ordine, fatto anche di cambiamenti per evolversi e migliorare, dove dietro un sorriso disponibile di un receptionist c’è una persona con dei sentimenti che si diverte, soffre e da anche in escandescenze, perché il cliente non sempre ha ragione. Non si tratta solo di una lettura divertente, ma in alcuni passaggi, tra una risata e l’altra, ho anche imparato come mai i giapponesi preferiscono usare la toilette della hall invece di quella nella camera; per gli indiani, invece, è normalissimo ruttare in faccia alle persone; il bidet, oggetto simbolo di pulizia, viene spesso snobbato.
Si può certamente affermare che Tipacci da Hotel è un romanzo di formazione professionale e personale: Gemma, inizia con uno stage per continuare a fare la gavetta e giungere ad essere nominata direttrice, tutto ciò con timori, paure, preoccupazioni. E’ una storia di grande amicizia che si riesce ad instaurare tra i vari dipendenti incluso Massimiliano, l’egocentrico e fantastico direttore.
Ho sempre rispettato tutte le figure che lavorano negli hotel, mi sembra il minimo salutarli e sorridergli ogni volta che incrocio i loro sguardi, ma dopo questa lettura porrò ancora più attenzione nei loro riguardi: non sempre le nostre richieste sono fattibili e loro per accontentarci devono fare i salti mortali, molto spesso non ricevono nemmeno un grazie da parte dei clienti.
Un libro che dovrebbe essere presente in tutti i salottini degli hotel.
Gemma Formisano vive a Napoli. Nel 2013 si è laureata in Lingue, Culture e Letterature Europee con una tesi sul Romanzo Epistolare in Europa. Dopo due settimane ha iniziato a formarmi professionalmente, tramite uno stage, in un hotel 4* molto conosciuto e stimato nella sua città, facendo un percorso in salita, fino alla direzione. Lavora da 6 anni nel settore dell’ospitalità, passione scoperta per caso, culminata l’anno scorso con l’apertura di un affittacamere, che gestisce con il suo compagno, al centro storico di Napoli, “La Gemma”.
INTERVISTA
Quando hai deciso che era ora di pubblicare il tuo diario?
Il diario è stato, in realtà, scritto “ex novo” successivamente alla raccolta di tutti gli aneddoti legati ai Tipacci da Hotel. Erano così tanti che, su sollecitazione e incitazione da parte dei miei colleghi e amici, ho deciso di raccontarli affiancandoli alla storia e al percorso professionale di un’aspirante receptionist alle prese con un mondo sconosciuto, impegnativo e per certi versi bizzarro. Nonostante la trama coincida con la mia personale esperienza lavorativa, molte persone potrebbero identificarsi nella mia vicenda, perché è la storia e il racconto di tutte le persone che lavorano in hotel e, più in generale, di tutti coloro che lavorano a contatto con il pubblico. Quando ho finito di scrivere il libro, senza pensare minimamente ad una eventuale sua pubblicazione, l’ho fatto leggere al mio direttore, che nella storia si chiama Massimiliano, co-protagonista se vogliamo, desiderosa di una sua opinione e di una sua approvazione. Lui l’ha trovato divertente, a tratti un po’ lusinghiero nei confronti del suo personaggio e, come immaginavo, si è offerto di aiutarmi a cercare una casa editrice per pubblicarlo. Io ho rifiutato, non avevo il coraggio di far leggere Tipacci da Hotel al mondo, lo consideravo una sorta di album dei ricordi, una cosa che avevo scritto solo per i miei colleghi, per ridere ripensando ai vecchi tempi. Poi, dopo l’improvvisa scomparsa di “Massimiliano” è nato forte dentro di me il bisogno di trasformare il dolore in qualcosa di costruttivo, realizzando un suo desiderio ma, soprattutto, cercando di rendere eterna la sua memoria, come se non fosse mai andato via. Così ho ricontattato Le Parche Edizioni, a cui avevo mandato tempo prima Tipacci da Hotel, solo per curiosità, e da cui avevo avuto un parere più che positivo e, insieme, abbiamo dato il via al progetto editoriale.
Molti degli aneddoti narrati mi hanno divertita tantissimo, altri mi hanno lasciata allibita. Ce ne sono alcuni che hai omesso di descrivere per questione di decenza?
Non credo, che io ricordi. Tra l’altro, ho cercato di descrivere tutto quello che ho visto nel modo più decoroso possibile, anche quando si è trattato di qualcosa di imbarazzante.
Sei ancora in contatto con i tuoi vecchi colleghi?
Certo! Ovviamente erano quasi tutti presenti alla prima presentazione di Tipacci da Hotel. Cerchiamo, compatibilmente con gli impegni di ognuno, di organizzare delle rimpatriate ogni tanto. Mentre con “Vera” ci sentiamo quasi tutti i giorni, è una delle mie più care amiche.
Ora gestisci “La Gemma” con il tuo compagno. Cosa hai portato de La Cerasella nel tuo B&B?
Abbiamo cercato, nel nostro piccolo, di creare un luogo in cui gli ospiti possano trovare la professionalità, l’assistenza e alcuni servizi di un hotel 4 stelle unitamente alla familiarità e informalità che è, invece, tipica di un’attività extra-alberghiera come la nostra.
Massimiliano resterà sempre il tuo mentore? (ho appreso che purtroppo non c’è più)
Si… “Massimiliano” è la persona a cui penso sempre ogni volta che ho bisogno di sapere se sto facendo bene o male nel mio lavoro, mi ha insegnato tutto quello che so ed è normale che io continui a cercare la sua approvazione in ogni cosa che faccio. Ma anche nella vita privata, in qualsiasi situazione mi chiedo sempre cosa farebbe lui, che sembrava avere una soluzione per ogni cosa, che prendeva la vita a morsi, cercando di non sprecarne neanche un minuto.
Se potessi farlo, quale “tipaccio” non ospiteresti mai e, a quale “tipaccio” regaleresti un soggiorno da te?
Sicuramente, se potessi, non ospiterei mai gli ospiti maleducati, quelli che non hanno rispetto per il lavoro altrui e pensano che tutto gli sia dovuto soltanto perché pagano un servizio. Non ospiterei quelli che non sanno dire “per favore” e “grazie”, anche soltanto “buongiorno”, quelli che non sanno sorridere o che non si rilassano neanche in vacanza. Regalerei, invece, un soggiorno a tutti quelli con cui si entra così in sintonia da avere la sensazione di conoscerli da sempre, a tutti quelli con cui ci si saluta alla partenza con un abbraccio, come se si stesse lasciando un amico.
Come stai vivendo questo periodo di stop dovuto alla pandemia?
Purtroppo con molta tristezza, angoscia e incertezza del futuro, come tutte le persone che hanno subito danni economici importanti per effetto delle restrizioni attuate a causa dell’emergenza sanitaria. Ma io sono un’eterna ottimista e sono convinta che piano piano tutto si risolverà e potremo ritornare alle nostre vite di sempre. Chiaramente mi mancano molto gli ospiti e i Tipacci da Hotel, spero di rivederli presto.
Ultima domanda, ma…quando ti sposi?
Domani, non te l’ho detto? Ahahahahahah