Si è spento il grande Carlo Giuffrè, l’attore napoletano amato dal grande pubblico per il lunghissimo e impeccabile percorso teatrale e ricordato per il sodaizio artistico con il fratello Aldo, scomparso nel 2010. Diplomato all’Accademia Nazionale di Arte drammatica, nel 1947 inizia a lavora con il fratello e dopo due anni debuttano con il grande Eduardo De Filippo, con cui avranno una lunga collaborazione. Nel 1963 entra a far parte della Compagnia dei giovani, con Rossella Falk, Romolo Valli ed Elsa Albani, con cui rappresenterà opere come “Sei personaggi in cerca d’autore”, “Tre sorelle” e il celebre “Egmont” di Goethe.
Attore di grande carisma scenico, insieme al fratello si riavvicina al teatro di Eduardo, mettendo in scena “Le voci di dentro”, “Napoli milionaria”, “Non ti pago” e l’indimenticabile “Natale in casa Cupiello” di cui cura la regia.
Carlo deve essere ricordato anche per le numerose apparizioni nel cinema, lavorando con registi come Monicelli,Rossellini,lo stesso Eduardo,Dino Risi, in una lunghissima carriera fino ad approdare al “Pinocchio” di Roberto Benigni dove interpreta il ruolo di Gepetto. Negli anni della commedia sexy all’italiana, lo possiamo ritrovare in cult come “La signora è stata violentata” e “La signora gioca bene a scopa”. Anche in televisione è molto attivo, partecipando agli scenaggiati “Tom Jones” e “I Giacobini”, fino alla consacrazione nel 1971, presentando il Festival di Sanremo.
In occasione del premio del 2007, consegnatogli come tributo alla carriera dal “Premio Eti – Gli olimpici del Teatro“, l’uomo riceve il titolo di Grande Ufficiale, dal Presidente della Repubblica. Sempre quell’anno è in scena con due classici di De Filippo “Il sindaco del Rione Sanità” e “Questi Fantasmi”. La sua ultima apparizione a teatro risale al 2015 con “Schindler’s List” film di Steven Spielgerg riadattato per il teatro, al cinema invece, l’anno dopo, è nel film di Vincenzo Salemme “Se mi lasci non vale”.
Possiamo dire,senza dubbio e con una vena malinconica, che con la morte di Carlo Giuffrè cala il sipario sul teatro tradizionale, interprete dei più affidabili delle opere di Eduardo de Filippo, un uomo di spettacolo di altri tempi, un’eccellenza partenopea che verrà sempre ricordato come un gigante.