Sono già passati vent’anni dall’uscita di un noto film che sconvolse il pubblico; una storia d’amore, passione e odio, raccontata nel famoso thriller L’amore infedele uscito nel 2002 vedeva un giovane Richard Gere recitare nel ruolo del marito tradito, nonché del geloso assassino. Ed è proprio sulla falsariga di Unfaithful che la trama di Un marito fedele trova la sua inclinazione narrativa. Disponibile dal 26 agosto 2022 per gli abbonati alla piattaforma Netflix, Un marito “fedele” si presenta con questo titolo amaramente ironico, dato che ci racconta una storia di alta infedeltà coniugale. A differenza de L’amore infedele, però, ci troviamo di fronte ad un thriller a sfondo quasi horror, con scene non propriamente spaventose ma abbastanza inquietanti e sconvolgenti…
Come in ogni thriller che si rispetti, anche qui ovviamente non mancano assassini ed omicidi, ma la trama è assai particolare perché la storia non viene raccontata passo dopo passo, ma sotto forma di un avvenimento del passato, raccontato dal detective che seguì le indagini a suo tempo. Quest’ultimo si ritrova a raccontare a sua figlia la drammatica storia di una coppia di coniugi: una storia d’amore, passione e odio. La figlia dell’uomo, che è in procinto di sposarsi, ascolta i ricordi di suo padre per tutta la durata del film percependone il rimorso di non essere riuscito a risolvere il caso per mancanza di prove, nonostante ne avesse capito tutti i passaggi. La storia dei due coniugi protagonisti è molto particolare non soltanto nel modo in cui viene raccontata, ma anche nelle dinamiche di coppia; è infatti assai difficile per lo spettatore prendere una posizione definitiva. Non è semplice separare la vittima dal carnefice, in quanto i due coniugi riescono a scambiarsi continuamente i ruoli. Tutte queste particolarità non riescono da sole a rendere il film “unico” nel suo genere, ma sicuramente lo classificano tra quelli meno banali. Unica pecca: si avverte la forte mancanza di “suspence” probabilmente a causa dello stile narrativo; il racconto, che viene scandito lentamente dal detective, non riesce a stimolare l’adrenalina provocata dalla narrazione percepita al “presente” e non al “passato”. Conclusione finale: consigliato ma non imperdibile!