Da inizio pandemia, medici, sanitari, e tutto il mondo scientifico non si è mai fermato, non solo nell’assistenza dei pazienti affetti da COVID-19, ma anche nella disperata ricerca della miglior cura possibile contro in SARS-CoV-2. Purtroppo, molte sono state le molecole promettenti che però alla fine degli studi sperimentali non si sono dimostrate così efficaci; in questa frenetica gara alla ricerca della “soluzione” i media, forse coinvolti dal troppo entusiasmo, spesso hanno rapidamente diffuso notizie su nuovi possibili farmaci molto prima di aver dati di certezza sulla loro efficacia. Sono stati annunciati successi nella cura contro il COVID-19 ancor prima di aver una valida arma tra le mani. Molti dei farmaci precedentemente utilizzati erano molecole già esistenti ed utilizzate per altre patologie, adattate per la cura contro la malattia COVID-19; alcuni esempi sono il Tocilizumab, utilizzato per l’artrite reumatoide o il Remdesivir nato per il trattamento per il virus Ebola; per il primo si è interrotta la sperimentazione per inefficacia terapeutica, mentre il secondo è stato approvato solo per determinati stadi della patologia e la vera efficacia ed il beneficio sono ancora molto discusse.
È di pochi giorni la notizia di una nuova terapia sviluppata da un team di scienziati del Sourasky Medical Center di Tel Aviv guidati dal professor Nadir Arber in grado di curare i pazienti affetti da malattia COVID-19. La terapia in questione attualmente prende il nome di EXO-CD24.
Prima di annunciare il miracolo, come tutti ovviamente ci auguriamo, cerchiamo di capire come agisce e a che punto è la sperimentazione di questo farmaco per non cadere nei precedenti errori.
Il farmaco EXO-CD24 sarebbe in grado di moderare la tempesta citochinica, indotta dall’infezione da coronavirus. Come sappiamo quando il nostro organismo viene in contatto con il virus SARS-CoV-2 il sistema immunitario cerca ovviamente di reagire per eliminarlo, ma in alcuni casi la reazione può essere talmente spropositata che nella “foga” di eliminare il virus, vengono danneggiate anche le nostre cellule, in particolare quelle polmonari inducendo così la malattia COVID-19 con tutte le gravi conseguenze che conosciamo. In questo meccanismo entrano in gioco innumerevoli attori tra i quali le “citochine” delle piccole molecole messaggere secrete fondamentalmente da monociti e linfociti T (cellule immunitarie), capaci di legarsi a specifici recettori posti sulla membrana cellulare e fornire così istruzioni alle altre cellule. Un’eccessiva espressione di tali citochine può scatenare una severa risposta infiammatoria con conseguente compromissione del funzionamento di diversi organi come, ad esempio, l’insufficienza respiratoria che si realizza nella malattia COVID-19.
La nuova terapia in fase di sperimentazione EXO-CD24 sarebbe in grado di inibire l’eccessiva secrezione di citochine riducendo la severa cascata infiammatoria. Il farmaco viene somministrato per via inalatoria e questo riduce anche la manifestazione di eventi avversi.
Nel corso della conferenza stampa il professor Nadir Arber ha confermato che il trattamento è stato testato con successo su 36 pazienti (in età compresa tra i 37 e i 77 anni) affetti da COVID-19 che si trovavano in condizioni cliniche da moderate a gravi. Grazie al nuovo trattamento sono stati dimessi nel giro di 3-5 giorni e soltanto in un caso la guarigione ha richiesto un tempo superiore. Inoltre, gli scienziati israeliani, affermano che il farmaco potrebbe anche essere prodotto in tempi rapidi rendendolo disponibile a livello globale.
Ovviamente stiamo parlando di dati estremamente incoraggianti, ma ancora “molto” preliminari. Infatti, è assolutamente necessario andare avanti con le sperimentazioni di fase 2 e 3 (su più ampio numero di pazienti) per confermare la reale efficacia di tale terapia. Quindi incrociamo le dita e speriamo che tali brillanti risultati vengano confermati.
Anche nel caso in cui tale farmaco risultasse realmente efficace e quindi immesso in commercio, è importante non confonderlo con la vaccinazione; la terapia con EXO-CD24 non sostituisce il vaccino, verrebbe infatti utilizzato per trattare i pazienti affetti da infezione da Coronavirus, mentre il vaccino è necessario per ridurre il contagio ed evitare di infettarsi. Hanno quindi due funzioni distinte e separate, la vaccinazione rimane l’unica vera arma per ridurre l’evolversi della pandemia ed è quindi necessario e eticamente giusto sottoporci tutti alla somministrazione dei vaccini.