Ha fatto il giro del web ed è rimbalzata su tutte le principali testate giornalistiche del mondo la notizia, destinata a fare la storia, della totale depenalizzazione dell’omosessualità in India, grazie ad un intervento della Corte Suprema. Dopo 157 anni, anche per la comunità LGBT indiana, dunque, non sarà più reato amare ed intrattenere rapporti con una persona dello stesso stesso. Dal 1860, infatti, per influsso di una normativa risalente alla colonizzazione britannica, l’essere omosessuale era considerato come “offesa contro la natura”, ed era punibile fino a dieci anni di carcere. Si tratta, come dicevamo, di una decisione storica, la quale segna un cambiamento e un indice di apertura verso la diversità anche al di fuori del blocco occidentale del pianeta.
Proprio per tale motivo, noi di Senza Linea abbiamo deciso di prendere spunto da questa buona notizia per offrire una panoramica generale sullo stato attuale dei diritti e delle leggi riguardanti le persone omosessuali in tutto il mondo.
Ebbene, innanzitutto, il matrimonio egualitario – ovvero la totale equiparazione del matrimonio gay a quello delle coppie eterosessuali, anche in termini di adozioni – ormai, si riscontra nella stragrande maggioranza dei paesi europei e delle Americhe. Stesso discorso vale anche per le misure di contrasto all’omofobia. Nel corso del tempo, hanno legiferato in tal senso, infatti, Spagna, Portogallo, Malta, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Islanda, Regno Unito, Irlanda, Canada, Stati Uniti, Uruguay, Argentina, Brasile, Colombia. E poi, in Oceania, anche Australia e Nuova Zelanda.
Altre nazioni, invece, come l’Italia a partire dal 2015 con la legge Cirinnà, hanno adottato solo forme di riconoscimento delle coppie same sex, le quali, però, non essendo equiparabili ai matrimoni, escludono il diritto alle adozioni e alla genitorialità. In tal senso, parliamo di Stati come Svizzera, Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Slovenia, Croazia, Grecia e, in Sud America, Ecuador e Cile.
Più dura, invece, è la situazione in Russia e nelle regioni che ne subiscono la diretta influenza, dove l’omosessualità, sul piano legale, non è perseguita, ma sono previste forti limitazioni in termini di libertà di espressione e di associazione che, spesso, sfociano nella violenza.
Amaro è lo scenario in Africa e nel Medio Oriente, dove, per la maggior parte dei paesi, essere gay è reato punibile, oltre che con prigionie, deportazioni e flagellazioni, addirittura, per alcuni di essi, con la pena di morte. Facciamo riferimento, per la pena capitale, a realtà come Sudan, Somalia, Nigeria, Mauritania, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iran, Yemen e Pakistan.
Eccezioni importanti, invece, sono Sudafrica e Israele, che prevedono, entrambi, persino il matrimonio egualitario.
Per tutti le altre nazioni, a partire da Cina e Giappone, infine, almeno sul piano legislativo, vi è un totale disinteressamento verso la materia. Mentre per alcune, come Messico e Polonia, sono riconosciuti solo i matrimoni contratti all’estero.
Questo, pertanto, è il quadro che emerge operando un rapido sguardo sul piano planetario. Ciò non toglie, tuttavia, che, al di là di quello che sanciscono le leggi, si possano riscontrare episodi di omofobia pure negli Stati cosiddetti “evoluti” – in Italia, del resto, ne sappiamo qualcosa – e che, quindi, occorra ancora e sempre vigilare ovunque contro ogni forma di discriminazione. E ancor più necessario, poi, è impegnarsi affinché l’amore non sia più reato in nessun angolo della Terra.