Poco tempo fa abbiamo conosciuto i ratti e topolini de “La Collina dei Conigli”, in questo articolo affronteremo altri ospiti di questo splendido , come ci anticipò Federico, “Castello”: i conigli.
Abbiamo già parlato di conigli in passato, ma ciò che preme comprendere è come degli animali così sensibili possano essere riabilitati ed adottati dopo il periodo di sperimentazione: lo chiederemo a Marina in qualità di socia fondatrice e segretaria.
Molti credono che possa essere di semplice gestione “recuperare” animali da “laboratorio”, immagino si tratti procedure pratiche e burocratiche lunghe e di difficili trattative?
Spesso chi lavora nei laboratori è diffidente nei confronti di chi si propone per il recupero degli animali a fine sperimentazione, in genere per il timore di critiche, polemiche, ritorsioni, e per la tendenza a non far conoscere la collocazione degli stabulari. Nella maggior parte dei casi il primo contatto avviene tramite conoscenze comuni, il veterinario di uno stabulario che ci conosce e ci affida già gli animali, oppure il veterinario dell’ASL preposto al controllo dei laboratori, che suggerisce questa strada e funge da mediatore al primo incontro. Una volta stabilito il primo contatto la strada è aperta, e le richieste di ritiro degli animali avvengono direttamente dallo stabulario a noi, via mail o per telefono. Dato che l’uscita degli animali dai laboratori a fine sperimentazione è prevista dalla normativa italiana in materia, tutto avviene all’interno della legalità, ci si scambiano i moduli di cessione/ritiro, una saluto e via, verso una nuova vita.
Quanti conigli riuscite realmente fisicamente e psicologicamente a recuperare e quanti sono poi adottabili in una ipotetica percentuale?
In tutta la nostra storia di recuperi di conigli dai laboratori, che inizia nel 2007, quando già avevamo recuperato altri animali negli anni precedenti, il percorso di riabilitazione più difficile è stato quello di un gruppo di animali che erano rimasti per molti anni in stabulario, riportando danni all’apparato scheletrico a causa dell’immobilità forzata in box di dimensioni inadeguate, ora non più a norma, e problemi di malocclusione dei denti per l’alimentazione a mangimi. L’abitudine a queste condizioni di vita, consolidata nel corso di anni, ha reso molto difficile il percorso di riabilitazione, in quanto gli animali erano spaesati in un ambiente diverso dallo stabulario, avevano difficoltà a muoversi, anche per mancanza di muscolatura, e rifiutavano qualsiasi alimento diverso dal loro pellet abituale, mentre non abbiamo incontrato ostacoli sul piano dell’interazione con gli esseri umani perchè chi si era occupato di loro li aveva sempre abituati al contatto. Conigli giovani, rimasti in stabulario per pochi mesi, hanno in genere un’ottima e veloce risposta al nuovo ambiente e alla nuova alimentazione, e i danni da immobilità forzata e alimentazione inadeguata sono ancora recuperabili. Per quanto riguarda l’interazione con gli esseri umani e gli altri conigli, è necessario un programma di avvicinamento graduale che personalizziamo in base al carattere di ogni soggetto; anche in questo caso, la durata del percorso è proporzionale all’età degli animali. Al termine del percorso abbiamo il 100% degli animali adottabili, ognuno con il suo carattere e le sue preferenze, sia riguardo all’alimentazione che alla scelta del compagno, ma in nessun modo diversi dai conigli nani che vengono proposti e venduti come animali da compagnia.
Quando si sceglie (e soprattutto si hanno i requisiti, quindi si riesce) ad adottare una coppia dei vostri lapini (so che fate solo adozioni di coppia), quale approccio consigliate? Ci sono tecniche particolari?
Non ci sono consigli generali per l’interazione con un coniglio proveniente da un laboratorio di sperimentazione, se ha già terminato il percorso di riabilitazione; possono esserci indicazioni da parte nostra in alcuni casi particolari, ad esempio conigli che in laboratorio sono stati sollevati per la pelle del collo si terrorizzano quando la mano che li accarezza scende oltre la base delle orecchie, oppure altri si agitano quando vengono appoggiati su un tavolo per la visita, ma è sufficiente evitare di creare queste situazioni per avere un compagno sereno.
È possibile adottare a distanza? O ci sono altri modi per aiutare pur non potendo adottare?
L’adozione a distanza è un modo simpatico per aiutare gli animali dal giorno del recupero fino a quello dell’adozione effettiva, partecipando alle spese quotidiane di alimentazione e pulizia, e a quelle occasionali, rappresentate dalle visite veterinarie, vaccinazioni, sterilizzazione ed eventuali terapie, analisi o interventi chirurgici in caso di malattia. Ci è capitato di fare raccolte fondi per acquistare attrezzature particolarmente costose, come ad esempio la caldaia per riscaldare il centro di recupero nei mesi invernali, e chi ha partecipato ha dato un aiuto davvero importante alla nostra attività. Anche devolvere il 5×1000 alla Collina è un buon mezzo per contribuire al recupero e al mantenimento di questi animali che, in mancanza di una struttura dedicata alla loro accoglienza, in base alla normativa sarebbero soppressi.
Ricordiamo che La Collina dei Conigli è l’unica associazione che gestisce due centri di recupero per animali da laboratorio, a Monza e a Torino, autorizzati a svolgere questa attività.