Il mondo è pieno di scuole di ogni ordine e grado: dalle elementari ai licei, pubbliche e private, di buon livello o di scarso valore e nelle stesse scuole possono esservi sezioni migliori e sezioni di minore qualità. Tutta questa diversificazione è presente quasi dovunque e a maggior ragione lo è dove le diversità di ceti e culture sono più evidenti fra gli strati della popolazione. Questo tema è stato oggetto di diverse sceneggiature in cui scuole di quartieri disagiati o addirittura classi ghettizzate in una normale scuola vengono, in modi diversi, recuperate da insegnanti particolarmente dotati o versati in una specifica disciplina, capaci di arrivare al cuore disamorato e scoraggiato di ragazzi difficili. Così questa settimana ho deciso di presentarvi 5 film sulla scuola che raccontano di classi particolari e insegnanti altrettanto particolari.
Pensieri pericolosi
Pensieri pericolosi è un film del 1995 tratto dal libro autobiografico “My posse don’t do homework” di LouAnne Johnson, insegnante, scrittrice ed ex marine degli Stati Uniti. La pellicola è diretta da John N.Smith e interpretata da Michelle Pfeiffer.
LouAnne Johnson, ex marine da poco divorziata, riceve l’incarico di insegnare in una scuola dove le affidano una classe “difficile”. Si tratta di ragazzi provenienti da quartieri disagiati, già dediti alla malavita, il cui unico impegno a scuola è quello di far cacciare gli insegnanti a loro assegnati. Ma con LouAnne trovano un osso piuttosto duro perché la donna, col bastone e la carota, riesce a raggiungere la parte più profonda e nascosta dell’animo di quei ragazzi e riesce persino a insegnare loro ad amare la bellezza della poesia.
Film che ha raccolto più successo di pubblico che di critica, infatti nonostante le recensioni non brillanti sull’originalità e la confezione del prodotto le sale sono state gremite durante la proiezione. Michelle Pfeiffer, bella e brava, si cala bene nel personaggio di LouAnne che, lancia in resta anche contro un preside gretto e limitato, riesce persino a commuovere per la dedizione e la forza che impone a questa donna fragile esteriormente ma granitica nella sua volontà e convinzione di voler penetrare nel cuore di quei giovani disadattati per migliorare la loro qualità di vita. Come ho detto è un tema più volte ripreso, ma ogni film merita di essere visto per l’angolazione da cui considera il problema.
Ti va di ballare?
Ti va di ballare? è un film del 2006 ispirato alla vita del ballerino e insegnante Pierre Dulaine, che negli Stati Uniti ha introdotto il ballo nelle scuole inventando le cosiddette “classi danzanti”. La pellicola è diretta da Liz Friedlander e interpretata da Antonio Banderas.
Pierre Dulaine è un insegnante di ballo classico come walzer, fox trot e tango, presso una scuola privata ma un giorno egli decide di dedicarsi ad aiutare ragazzi disagiati e già avviati sulla cattiva strada facendo loro un doposcuola un po’ speciale: dandogli delle lezioni di ballo. Da principio non è preso sul serio, ma quando propone loro di partecipare a una gara di ballo dove si vincono ben cinquemila dollari la musica cambia.
Tra una sequenza di danza e l’altra si snodano anche le vicende private di alcuni dei ragazzi che ci regalano dei piccoli spaccati della bassa società americana. La trama è semplice e un po’ scontata ma è una storia vera e molto spesso la vita è scontata nei suoi sviluppi, ciò non vuol dire che non se ne possa ricavare un insieme gradevole con dei quadri di qualità. E così sono le scene di ballo in quanto Litz Friedlander è una regista di videoclip musicali e ci mette tutta la sua maestria in queste sequenze. Nell’insieme è un film godibile e di buoni sentimenti.
La musica del cuore
La musica del cuore è un film del 1999 ispirato al documentario “Piccole meraviglie” di Allan Muller. La pellicola è diretta da Wes Craven e interpretata da Meryl Streep, candidata all’Oscar e al Golden Globe come miglior attrice per il ruolo, Aidan Quinn e Angela Basset. Il film è stato candidato all’Oscar anche per la miglior canzone originale.
Roberta Guaspari, separata da marito e madre di due figli, trova lavoro come insegnante temporanea di violino in una scuola pubblica di East Harlem, uno dei quartieri più difficili della città. Dapprima guardata da scetticismo anche dai colleghi e dalla preside ben presto si guadagna la stima e l’affetto dei suoi allievi, ma quando il marito le comunica di voler il divorzio Roberta pensa di abbandonare. Sarà la determinazione dei ragazzi a convincerla a restare e a combattere con loro per portare avanti e mantenere il corso fra mille difficoltà economiche e organizzative fino a un soddisfacente finale.
“La musica del cuore” è classificato come film drammatico infatti è un melodramma classico con gran finale! Pieno di nobili intenti e di effetti commoventi fa meraviglia che sia stato diretto daun regista come Craven che solo per questa pellicola si è distaccato dal genere horror con un risultato secondo alcuni brillante confezionando un buon film di autore, secondo altri svogliato e anonimo. Il mio parere comunque è che nell’insieme il film è valido sia per la storia che per l’interpretazione come sempre straordinaria di Meryl Streep cui fanno da contorno una bella e brava Angela Basset e un tranquillo Aidan Quinn.
Io speriamo che me la cavo
Io speriamo che me la cavo è un film del 1992 tratto dall’omonimo romanzo di Marcello D’Orta. La pellicola è diretta da Lina Wertmuller e interpretata da Paolo Villaggio e da una brava Isa Danieli.
Il film inizia con un equivoco: il maestro Marco Tullio Sperelli viene trasferito in una scuola elementare di Corzano vicino Napoli, mentre la sua reale destinazione sarebbe stata Corsano in Liguria. A Corzano regna il caos: la preside è quasi sempre assente, chi dirige di fatto la scuola è il custode, il sindaco consente il lavoro minorile e i bambini, quasi tutti poveri, non vanno a scuola. Dunque è molto difficile per il maestro poter svolgere il suo lavoro e Sperelli arriva anche per esasperazioni a dare uno schiaffo a un bambino. Dopo tale episodio l’uomo chiede il trasferimento ma è la stessa madre del bambino a pregarlo di desistere dalla sua decisione per tenere suo figlio e gli altri ragazzi lontano dalla strada. Il maestro si lascia convincere, manda al ministero una lettera di revoca della sua richiesta e per il momento rimane a Corzano. Egli cercherà così di aiutare i piccoli scugnizzi con i quali è ora entrato in sintonia.
La bravura degli attori che lavorano in questo film, la simpatia di Villaggio e della Danieli, la sapiente regia della Wertmuller, rendono gradevole la pellicola che, come sempre, quando si mostra uno spaccato del nostro interland non manca di alcune esagerazioni. Noi viviamo in questa difficile società e sappiamo che spesso l’ignoranza fa da padrona e Marcello D’Orta, insegnante e scrittore napoletano, ha dipinto nel suo libro uno scorcio di questa società più deteriore ma con l’intento di cogliervi l’aspetto umoristico e spontaneo attraverso gli scritti dei bambini, infatti nel libro egli ha raggiunto questo scopo, mentre nel film l’accento più che sulla delicatezza, il candore e la spontaneità dell’espressioni dei bambini, è posto sugli aspetti di contorno.
Detachment – Il distacco
Detachment – Il distacco è un film del 2011 diretto da Tony Kaye. Gli interpreti principali sono Adrien Brody, James Caan, Christina Hendricks e Lucy Liu.
Henry Barthes è un introverso insegnante di letteratura. Quando un nuovo incarico lo conduce in un liceo della periferia americana, l’uomo deve fare i conti con un contesto caratterizzato dal degrado e dalla mancanza di prospettive. Qui infatti fa la conoscenza di giovani senza ambizioni e speranze per il futuro, genitori assenti e professori demotivati. Il distacco e l’assenza di coinvolgimento emotivo di Henry, dovuto a un terribile trauma infantile, gli consentono di conquistare il rispetto e la partecipazione di ragazzi difficili, che ben presto sconvolgeranno il mondo apparentemente controllato del docente.
Tony Kaye è un regista molto apprezzato ed eclettico. E’ conosciuto soprattutto per il favoloso “American History X” con protagonista Edward Norton, ma si è occupato anche di videoclip e documentari. “Detachment” è un film dedicato al sistema scolastico americano, in particolare alla pubblica istruzione. E’ ricavato da una sceneggiatura di Carl Lund, a sua volta ex insegnante, che evidentemente ha riversato nella storia molte delle esperienze e delle amarezze maturate in anni di lavoro. E’ infatti una pellicola intrisa di profondo pessimismo e malinconica poesia che coglie le falle del sistema di istruzione americano e le tragiche conseguenze che si riverberano sulle vite di insegnanti e alunni. E’ un film duro che emoziona grazie alle toccanti performance degli attori e alla bravura del regista che utilizza un taglio documentaristico per dare un maggiore senso di realtà, basti pensare al fatto che vi sono numerosi inserti di interviste video a docenti americani. Non un film nei canoni dunque, che vale assolutamente la pena di essere visto.