“Anna è un elemento, un animale di teatro e di cinema che non si avrà mai più, che non si ripeterà mai più nella storia del Teatro. È impossibile! Sono quelle forze della natura che si scatenano e ti danno un prodotto: Anna era così!”
Con queste parole, rilasciate durante un’intervista, Eduardo De Filippo ricordò l’amica e collega, Anna Magnani. L’aggettivo “grande” quando si parla di personalità illustri del passato, spesso, viene abusato ma, in questo caso, davvero ci viene difficile pensare a un termine che possa essere più appropriato. La Magnani è stata una grande, ma grande per davvero; grande di quella grandezza tale da mettere assolutamente tutti d’accordo. Attrice intensa e dalle qualità straordinarie, ella, figura chiave del Neorealismo italiano, è diventata, senza ombre di dubbio, uno dei principali volti simbolo del cinema del nostro Paese nel mondo. Oggi, 7 marzo, nell’anniversario della sua nascita – che avvenne a Roma nel 1908 – è pertanto doveroso da parte nostra renderle omaggio. Domani, per giunta, sarà la Giornata internazionale della donna e allora, a maggior ragione, è bello ricordare la potenza dirompente di Nannarella – così veniva affettuosamente soprannominata dai suoi concittadini – la quale, nell’arco della sua carriera, vestì i panni di alcuni dei personaggi femminili più forti e importanti della cinematografia italiana. “Anna Magnani ha incarnato la figura femminile che ha dato agli italiani un motivo d’orgoglio“, disse, non a caso, di lei Federico Fellini.
Antidiva per eccellenza, con i suoi profondi e magnetici occhi cerchiati, l’attrice è stata l’emblema di una Roma autentica, verace, popolana, combattiva, passionale, istintiva e fragile. Il suo talento interpretativo smisurato colpì registi del calibro di Vittorio De Sica, Roberto Rossellini, Luchino Visconti, Pierpaolo Pasolini e Federico Fellini. Come sappiamo, l’attrice stregò anche l’America. Basti pensare che, poco prima del suo arrivo oltreoceano, la stampa americana dichiarò: “In confronto a lei le nostre attrici sono manichini di cera paragonate ad un essere umano”. E il Time scrisse: “Divina, semplicemente divina”. Proprio negli Stati Uniti, la Magnani, oltre che un Golden Globe e diversi altri riconoscimenti, vinse, nel 1956, con “La rosa tatuata”, l’Oscar alla migliore attrice protagonista e fu la prima interprete non di lingua inglese a ricevere questo prestigiossissimo premio. Inoltre, ella fu una delle poche personalità italiane ad avere una stella nella celebre Hollywood Walk of Fame, la famosa strada di Hollywood dove sono incastonate oltre 2000 stelle a cinque punte che recano i nomi di celebrità del mondo del cinema e dello spettacolo.
Senza dubbio, tra le tantissime pellicole alle quali prese parte e nelle quali si distinse, i suoi personaggi, in assoluto più iconici sono Loretta Prima in Teresa Venerdì di Vittorio De Sica, del 1941; Pina in Roma città aperte di Roberto Rossellini, del 1945; Maddalena Cecconi in Bellissima di Luchino Visconti del 1951; Serafina Delle Rose in La rosa tatuata di Daniel Mann, del 1955; Roma Garofalo in Mamma Roma di Pierpaolo Pasolini, del 1962.
La sua ultima apparizione cinematografica fu, praticamente, un’uscita di scena significativa e indimenticabile e fu in Roma di Federico Fellini, del 1972. Il regista le assegnò un piccolo cameo dove la Magnani interpreta se stessa. L’attrice, nel film, passeggia per le vie della città e dialoga con Fellini, fuori campo. Una volta arrivata a casa, ella saluta l’amico Federico e, chiudendosi la porta alle spalle, dà la buonanotte a lui e al pubblico.
Anna Magnani morì nella capitale il 26 settembre del 1973. “Non togliermi neppure una ruga. Le ho pagate tutte care.” (Anna Magnani al suo truccatore)