Un poeta più vicino alla morte che alla filosofia; più vicino al dolore che all’intelligenza; più vicino al sangue che all’inchiostro.
Un uomo vero che ormai sa che il giunco e la rondine sono più eterni della guancia dura della statua.
Con queste parole Federico García Lorca descriveva il suo amico e poeta Pablo Neruda. Oggi, 12 luglio, nell’anniversario della sua nascita, su Senza Linea vogliamo dunque ricordare quella che è stata, senza dubbio, tra le figure più potenti della Letteratura latino-americana e mondiale del Novecento. Non a caso, egli, nel 1971, si vide attribuire anche il Premio Nobel per la letteratura. Come sappiamo, il suo vero nome era Ricardo Neftalí Reyes Basoalto, ma scelse lo pseudonimo di Pablo Neruda, in onore dello scrittore e poeta ceco Jan Neruda.
Il cileno nacque in un’umile famiglia e, non riuscendo a portare a termine gli studi presso l’università di Santiago, entrò nel corpo diplomatico con il quale prestò servizio in diversi Paesi del mondo. Successivamente, il giovane ricoprì la carica di console a Madrid.
In Spagna, Neruda divenne amico dei poeti spagnoli García Lorca e Alberti, i qualo ebbero grande influenza su di lui. Allo scoppio della guerra civile, il cileno prese posizione in favore della Repubblica e fu in questo periodo che maturò un forte favore verso il Socialismo. Quando rientrò in patria, il poeta si iscrisse al Partito comunista cileno e venne eletto senatore. In seguito, il Partito comunista venne messo fuori legge e molti suoi esponenti, fra i quali Neruda, vennero costretti all’esilio. Egli potè quindi rientrare in patria solo nel 1953, in seguito ad un’amnistia, nel 1952. Dopo la vittoria elettorale del Fronte di unità popolare e la salita alla presidenza del socialista Salvador Allende, Neruda ricoprì la carica di ambasciatore straordinario della Repubblica cilena a Parigi. La sua morte avvenne durante i drammatici giorni seguiti al golpe militare di Augusto Pinochet che depose il Governo Allende, e attorno ad essa, ancora oggi, si nutrono molti sospetti. Ufficialmente, infatti, il poeta morì per cancro alla prostata ma, secondo i parenti, così come secondo alcune recenti analisi, in realtà, non è da escludere che egli sia stato avvelenato, probabilmente dalla polizia segreta di Pinochet.
Le prime opere poetiche di Neruda, risalenti all’inizio degli anni Venti sono le raccolte di versi La canzone della festa e Crepuscolario. Successivamente, la sua poesia, caricandosi di sensualità, acquisì una forma più orientata all’ermetismo, come si può riscontrare in L’abitante e la sua speranza, Anelli e Il fromboliere entusiasta. Una maggiore propensione verso la libertà metrica si può notare nei versi di Residenza sulla terra. Al periodo spagnolo, invece, risale Spagna nel cuore, mentre Canto generale è una celebrazione della natura e della storia dell’America Latina.
Nell’ultima fase della sua espressione letteraria, il poeta, poi, compose più di venti raccolte liriche, tra cui possiamo citare: Odi elementari, Nuove odi elementari , Terzo libro delle odi, Estravagario, Navigazioni e ritorni, Cento sonetti d’amore, Memorial de la Isla Negra, Barcarola, Fine del mondo, La spada incendiata, Le pietre del cielo. Infine, dopo la sua dipartita, vennero pubblicati postumi le memorie Confesso che ho vissuto e il libro Para nacer he nacido più diverse raccolte poetiche.
Neruda scrisse, inoltre, l’opera di teatro Fulgor y muerte de Joaquín Murieta.
Tra le tante composizioni che si sono incastonato nel cuore di milioni di persone in tutto il mondo, riportiamo qui di seguito una delle poesie più belle e profonde di Neruda.
Se saprai starmi vicino
Se saprai starmi vicino
e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi
senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.
Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l’un l’altro
senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo
e il tuo corpo canterà con il mio
perchè insieme è gioia…
Allora sarà amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto