Seppure con le diverse modalità stabilite all’interno delle misure intraprese per l’emergenza Coronavirus, in questi giorni, gli studenti dell’ultimo anno dei licei e delle scuole superiori si apprestano a svolgere l’esame di maturità. Indubbiamente, nell’ambito della Letteratura italiana, una delle figure che maggiormente contraddistingue gli studi liceali, con la quale i maturandi si devono confrontare, è quella di Giacomo Leopardi. Egli, infatti, è stato uno dei massimi poeti dell’Ottocento, nonché filosofo di elevato spessore di fama internazionale.
Oggi, 14 giugno, ricorre l’anniversario della sua morte, che avvenne a Napoli, città da lui amata, nel 1837. Leopardi, come sappiamo, era di salute assai cagionevole e morì all’età di soli 39 anni per un edema polmonare o per un scompenso cardiaco. Per la rubrica Accadde oggi, dunque, ci sembra doveroso rendere omaggio a quello che è stato ed è, a tutti gli effetti, uno dei personaggi più rilevanti della nostra cultura nazionale.
Il poeta nacque a Recanati, in provincia di Macerata, il 29 giugno del 1798 e formò la sua poetica nel solco del Classicismo, ispirato alle opere dell’antichità greco-romana, tramite le letture e le traduzioni di Mosco, Lucrezio, Epitteto, Luciano. Successivamente, dopo la scoperta dei poeti romantici europei, quali Byron, Shelley, Chateaubriand, Foscolo, egli approdò al Romanticismo, di cui fu un autorevole esponente. Leopardi, inoltre, anticipò i temi dell’Esistenzialismo, con la riflessione filosofica sull’esistenza umana e sul suo rapporto con la Natura; per quanto riguarda le sue posizioni materialiste – scaturenti dall’Illuminismo e alle quali egli combinò il suo pessimismo – invece, esse si formarono sullo studio di filosofi come il barone d’Holbach, Pietro Verri e Condillac.
Tutti noi abbiamo avuto modo di riscontrare il suo enorme talento letterario, tra i banchi di scuola, studiando le sue opere immortali, quali le Operette morali, gli Idilli e lo Zibaldone di pensieri. Rappresentative della sua corposa produzione, entrate nel nostro comune bagaglio culturale, sono la lirica “A Silvia” e poi le poesie “La quiete dopo la tempesta”, “Il sabato del villaggio”, “Il Passero Solitario” e l’idillio “L’Infinito”. Poco prima di morire, in aggiunta, compose “La ginestra” o “Il fiore del deserto”, stimolato dalla visione della forza dirompente del Vesuvio.
Oltre a rileggere i suoi componimenti, per chi non lo avesse ancora fatto, oggi, a maggior ragione, vi consigliamo di vedere Il giovane favoloso, il film del 2014 diretto da Mario Martone e incentrato proprio sulla vita di Giacomo Leopardi, interpretato superbamente da Elio Germano.
“Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e rimirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani 5
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce 10
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare”