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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
Riflessioni Senza Linea

Addio al Covid 19

Fabiana Sergiacomo
Fabiana Sergiacomo 5 mesi fa
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6 Min Lettura
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Finalmente, il Covid 19 è divenuto un brutto ricordo!

Sono ormai passati più di tre anni dall’inizio della pandemia da Covid19.

L’OMS aveva dichiarato l’ormai lontano 30 gennaio 2020 l’emergenza internazionale per la pandemia da coronavirus.

Se si volge lo sguardo a quei mesi, la situazione si presentava totalmente surreale.

Tutti chiusi in casa, al suono degli slogan coniati per il momento “io resto a casa – restiamo a casa – andrà tutto bene – restiamo in corsia”, con variopinti arcobaleni affacciati ai nostri balconi dove le presenze erano sempre più rade se non nelle ore dedicate alle canzoni e alla musica con i più svariati strumenti musicali, intonata con il sottofondo di “Abbracciame”, canzone predestinata a fare da colonna sonora della storia di quei giorni.

Il tutto nasce nel cuore della Cina popolare, laddove questo piccolo invisibile ma minacciosissimo virus si è incamminato, raggiungendo in pochissimo tempo, tutto il mondo, provocando milioni di morti e tantissimi ammalati, alcuni in gravissime condizioni e a rischio di morte.

Come dimenticare la clausura forzata con il lockdown totale? Le file al supermercato con mascherine e distanziamenti ben segnalati all’ingresso dei locali commerciali? La chiusura delle scuole con migliaia di studenti e docenti di ogni ordine e grado alle prese di una innovativa dad? La diffusione totalizzante dello smart working o lavoro agile per dirla all’italiana?  La preclusione di ricongiungersi ai parenti di altre province con le barricate nei passaggi tra comune e comune e, ancor più, tra regione e regione? La fuga notturna dal Nord verso il Sud in un esodo di altri tempi? il suono incessante delle sirene delle ambulanze con infermieri, medici e operatori sanitari barricati in divise di bianco candore per tenere lontano il rischio del contagio? E ancora le tremendi bare che sfilano drammaticamente nei camion militari a Bergamo, una delle città maggiormente colpite dalla pandemia? E i messaggi delle camionette dell’ASL che disinfettavano le strade a suon di amuchina e candeggina e si premuravano di avvisare la cittadinanza che fosse severamente vietato uscire di casa senza una valida motivazione?

Insomma, solo tramite questa breve sintesi, si riecheggiano i momenti drammatici di quella che è stata una delle fasi storiche più difficili della storia dell’umanità, anche se si può dire che l’umanità non ha imparato un bel niente in quanto prima che la pandemia da virus ci lasciasse in modo più o meno definitivo, ha cominciato a serpeggiare quella più violenta dell’animo umano con lo scoppio della guerra in Ucraina, che rappresenta in questo momento storico una fase altrettanto delicata e fragile da far spaventare fors’anche più della pandemia perchè ha generato divisione e conflitto, in nome di interessi illusori e personalistici, cercando un nemico dove non c’è.

Il raggiungimento di questo traguardo è stato faticoso e lungo, abbiamo perso tante vite, si sono ammalati i nostri cari, i nostri amici, i nostri colleghi e qualcuno ci ha lasciato nel silenzio e nella tristezza della solitudine più totale.

Complice la ricerca scientifica, unita  a livello mondiale, in un tempo record, sono stati prodotti i vaccini che hanno dato un’accelerata alla fine di questa fase emergenziale.

Indubbiamente, la dichiarazione dell’OMS di poche ore fa è giunta solo dopo che l’impegno collettivo è stato raggiunto e i risultati in termini di numeri di ammalati e morti è calato in modo importante.

Il direttore generale dell’Oms Ghebreyesus ha dichiarato “È con grande speranza che dichiaro chiusa l’emergenza sanitaria globale del Covid 19. All’inizio della pandemia, fuori dalla Cina c’erano circa 100 casi e non vi erano morti dichiarati. In tre anni da qual momento il mondo si è capovolto: circa 7 milioni di morti sono stati riportati dall’Oms, ma noi sappiamo che la stima è di molte volte maggiore, pari almeno a 20 milioni di morti”.

E così, possiamo prendere atto che finalmente per l’Organizzazione mondiale della sanità il Covid-19 non è più qualificabile come un’emergenza globale, con il suggellarsi di una fine simbolica alla devastante pandemia di coronavirus che ha sconvolto vite ed economie in tutto il mondo e ucciso almeno 7 milioni di persone.

Si sa che il Covid ha raggiunto numeri spaventosi,  infettando complessivamente almeno 765 milioni di persone. Dall’inizio di quest’anno il numero dei contagi e delle vittime si è andato progressivamente riducendo a livello globale: nell’ultima settimana di aprile, l’Oms ha accertato 630 mila casi e 3.500 morti nel mondo, mentre nello scorso gennaio i positivi erano oltre un milione 300 mila e i morti 14 mila, in prevalenza per effetto della nuova ondata di casi in Cina.

Nella Conferenza Stampa, resa dopo aver analizzato la situazione emergenziale nel mondo, il Presidente ha infine concluso con la seguente dichiarazione “Questo è un momento da celebrare ma è anche un momento per riflettere. Deve restare l’idea della potenziale minaccia di altre pandemie. ora abbiamo strumenti e tecnologie per prepararci a pandemie meglio e riconoscerle prima, ma globalmente una mancanza di coordinamento potrebbe inficiare tali strumenti. Sono state perse vite che non dovevano essere perse, promettiamo ai nostri figli e nipoti che non faremo mai più gli stessi errori“.

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Pubblicato da Fabiana Sergiacomo
Fabiana Sergiacomo, funzionario del Miur, appassionata della mia città e della sua inesauribile cultura. Dotata di una passione sconfinata per la lettura, la scrittura e l'arte che Napoli offre in ogni angolo e in ogni suo tratto caratteristico.
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