Ormai tutti conosciamo la Pacific Trash Vortex – la grande isola di plastica diventata simbolo dell’inquinamento marittimo –
Seguendo il ciclo dell’acqua le microplastiche entrano nel corpo umano non solo attraverso ciò che beviamo ma anche con ciò che mangiamo. Dalle bottiglie alle lattine, ai contenitori dove conserviamo il nostro cibo, dagli utensili da cucina ai contenitori dei prodotti surgelati, merendine, salumi e insalate.
Sono tanti i tipi di plastica usati, morbida, dura, colorata, trasparente e per realizzarle occorrono circa 885 sostanze tra plastificanti, antiossidanti, solventi. È risaputo che piccole dosi reputate tossiche, di questi elementi, vengono rilasciate nel cibo
LE MICROPLASTICHE SONO UN PERICOLO ENORME PER LA SALUTE DELL’UOMO, PRESENTI IN BEVANDE, SALE E CIBO . Sono piccole particelle, di dimensioni inferiori ai 5 millimetri, invisibili a occhio nudo che proprio perché quasi invisibili finiscono nel cibo e nell’acqua ( dai frutti di mare, dai pesci al miele, al sale marino, fino alle acque potabili), spesso portando con se ” molecole cancerogene e batteri”.
A lanciare l’allarme è Sherri Mason, ricercatrice americana della Penn State University nota studiosa di questi pericolosi inquinanti. Ha analizzato le acque potabili di oltre 150 Paesi in tutto il mondo, e ha portato alla scoperta che mediamente le acque del rubinetto contengono 5,45 particelle di microplastica per litro. Una buona notizia per l’Italia è che le nostre acque non contengono residui plastici. Lo stesso non si può dire per il sale nostrano. Infatti una ricerca condotta da Greenpeace e dal’università di Incheon in Corea del Sud che ha analizzato campioni di sale marino, di miniera e di lago, di diverse marche, provenienti da 21 paesi ha scoperto che il 90% del totale eranocontaminati da microplastica. Di tutti i campioni i tre marchi che non avevano microplastiche provenivano da Taiwan, Cina e Francia mentre i due italiani (marino e di miniera) ne contenevano tra 4 e 30 unità per chilogrammo.
Un altro allarme arriva dal’analisi delle acque in bottiglia. Sono state analizzate 150 marche da tutto il mondo, fra cui la francese Evian e l’italiana San Pellegrino, ed è risultato che nel 93% delle bottigliette erano presenti particelle di plastica.
Ancora più preoccupante è il fatto che un altro 80% delle microplastiche finisca nel nostro organismo dall’aria che respiriamo. Cosa che non possiamo in nessun modo evitare.
Per il momento non è chiaro come le microplastiche influenzino la salute umana. L’unica cosa che possiamo fare è quella di ridurre l’acquisto dei cibi confezionati in contenitori di plastica e l’uso di imballaggi alimentari in plastica, se ognuno di noi si adoperasse in tal senso, questa è l’unica cosa che potrebbe portare molti benefici all’ambiente e, di conseguenza, anche alla nostra salute e al’ambiente.
foto milleunodonna,alimentipedia,frescopesce,