Venerdì scorso, a Piazza Nazionale durante un tranquillo pomeriggio, Noemi una bambina di soli quattro anni è stata colpita da un proiettile vagante. I proiettili, destinati ad un pregiudicato, purtroppo hanno colpito anche la piccola che ora lotta tra la vita e la morte.
Il coinvolgimento di una bimba innocente in un regolamento di conti, ha scosso a tal punto i cittadini da spingerli a scendere in piazza a manifestare contro la camorra che continua ad imperversare nella nostra città nonostante i proclami della classe politica. Contro questo sistema corrotto, basato sulla criminalità e sulla violenza, i napoletani liberi si sono ribellati e domenica scorsa hanno manifestato sul luogo dell’agguato.
Il nome della manifestazione è DisarmiAmo Napoli, perché i napoletani veri, amano Napoli e sono pronti a lottare per disarmarla e toglierla dalle grinfie della criminalità. Durante la manifestazione un bel ragazzo biondo con la barba, ha preso il microfono e ha raccontato la sua storia. Il giovane si chiama Antonio e porta il peso di un cognome scomodo, infatti è il figlio di un noto boss della malavita attualmente in carcere. In un epoca nella quale le serie tv fanno apparire i camorristi come degli eroi da prendere ad esempio, lui ha avuto il coraggio di gridare il suo dissenso. Ha spiegato ai nostri giovani che i camorristi non sono da emulare perché fanno una brutta vita e la e fanno fare anche ai loro figli e ha voluto lanciare un messaggio importante ai ragazzi che come lui hanno familiari affiliati ai vari clan, è normale amare il proprio padre, ma è necessario dissociarsi da quel tipo di stile di vita, perché la camorra è ignobile. Antonio è impegnato nel volontariato con Pietro Ioia (un ex narcotrafficante che dopo aver scontato svariati anni di carcere duro ha fondato una associazione che aiuta i ragazzi provenienti da famiglie disagiate a inserirsi nel mondo del lavoro) e desidera vivere all’insegna dei sani valori e spera di trasmetterli un domani ai suoi figli, affinché abbiano una vita migliore della sua. Ha scelto di vivere una vita molto diversa da quella del padre e il suo desiderio è che anche gli altri figli dei camorristi facciano altrettanto per spezzare, finalmente, questa catena di morte e distruzione. Questa settimana vi abbiamo raccontato la triste storia di Noemi, che speriamo con tutto il cuore si risolva per il meglio, ma anche la storia di Antonio che lotta per una Napoli migliore.