Da Tecnico Veterinario la lagnanza che ascolto maggiormente da parte dei clienti è l’alitosi dei propri animali; posto che, spesso, noi umani abbiamo un alito che è tutto meno che gradevole, decisamente la convivenza con questo problema è ostica.
L’odore sgradevole infatti può essere indice di malessere, il compagno umano difficilmente si rivolge al medico veterinario esclusivamente per questa problematica che, spesso viene accennata esclusivamente a fine visita con un “ah Dottore, un’ultima cosa…” e prima si ricorrere all’aiuto dello specialista referenziato ci si da al fai da te, allo zio che ha avuto tanti animali, al negoziante, al toelettatore.
Come per gli esseri umani, l’alitosi, non è solo un segnale di scarsa igiene, ma può dipendere da patologie dei denti, delle gengive ed anche di alcuni organi come il fegato.
Posto che abituare i cuccioli alla pulizia quotidiana può essere fruttuoso per una “confidenza” manuale con il muso dell’animale, questo sicuramente con alcuni individui non è attuabile e può diventare un importante fattore di stress.
I prodotti acquistabili senza indicazione terapeutica, da noti stick a spazzolino e dentifricio, a snack vari ed eventuali sono infiniti ma, come sempre, l’unica voce che andrebbe ascoltata è quella del medico. Certo la prevenzione può essere fondamentale per evitare asportazione di numerosi denti in età adulta, a tal proposito esistono prodotti comodi da somministrare come additivi ad acqua di bevanda, salviette e spray.
Ricordiamo che la bocca del nostro cane e del nostro gatto è ricca di flora batterica che se non controllata può costituire la placca dentale, infatti i microrganismi presenti nel cavo orale producono composti a base di zolfo (ben noto odore di uova marce).
Più è presente la placca, più la situazione si “infiamma” e poi “cronicizza”.
Il classico segnale spia: il nostro pets si precipita sul cibo ma poi indietreggia oppure lo afferra e lo lascia, manifestando difficoltà nella masticazione.
L’alimentazione è sicuramente fondamentale: un animale che mangia cibo secco avrà meno probabilità di formazioni di tartaro rispetto ad uno che mangia esclusivamente umido o cucinato.
Ricordate di rivolgervi al veterinario di fiducia, perché quando abbiamo un animale “adulto” o meglio “maturo” potrebbe essere necessaria una detartrasi e bonifica del cavo orale, in seguito alla quale, solitamente rinasce e ricomincia ad alimentarsi senza problemi.
Certo la detartrasi è una procedura che necessita sedazione, infatti, mentre l’essere umano comprende la necessità dell’immobilità dal dentista, gli animali non la comprenderebbero rischiando di ferire e di ferirsi, inoltre per evitare che tutto ciò che viene rimosso dalla bocca possa essere ingoiato, il paziente va, ovviamente, intubato, ma si tratta di procedure routinarie che, se compiute da medici competenti hanno rischi minimi.
Ricordate che, oltre alla patologia del dente ed all’eventuale caduta, il tartaro non è bene che ristagni e sia presente, perché potrebbe anche causare gravi ascessi, fistole, e nel peggiore dei casi problematiche cardiache.