Ricordiamo tutti, inevitabilmente, nonostante siano passati più di due anni, la tremenda storia di Noemi, la bambina di 4 anni che, il 3 maggio 2019, a Piazza Nazionale a Napoli, venne colpita da uno sparo. L’obbiettivo di chi mise a punto l’agguato, come sappiamo, era il 32enne Salvatore Nurcaro, ritenuto in passato vicino al clan Reale. Ferito, Nurcaro, però, riuscì scampare alla morte, mentre i proiettili colpirono la piccola e la nonna. I due fratelli Del Re vennero, per quell’episodio, arrestati il 10 maggio, una settimana dopo. Le immagini del raid, fondamentali per accertare le responsabilità, per giunta, in breve tempo, fecero il giro del web, suscitando dolore e sgomento.
A tal proposito, è notizia di ieri che la Corte di Apello di Napoli, a seguito della confessione, ha ridotto da 18 anni – la condanna inflitta in primo grado, il 23 luglio 2020, al termine di un processo condotto con rito abbreviato dal gup del capoluogo campano, Vincenzo Caputo -, a 16 anni e 8 mesi di reclusione la pena disposta per Armando Del Re, accusato, appunto, di avere aperto il fuoco, sparando all’impazzata. I giudici di secondo grado, al tempo stesso, in aggiunta, hanno confermato la condanna a 14 anni comminata, in primo grado nel processo sopra menzionato, al fratello Antonio, ritenuto coinvolto nell’agguato per avere fornito supporto logistico. La sentenza è giunta dopo oltre tre ore di camera di Consiglio e i due Del Re sono stati condannati pure a risarcire, tra gli altri, la fondazione “Pol.i.s.”, il Comune di Napoli e l’associazione “Nomi e Numeri”.
“E’ stata fatta giustizia: l’impianto accusatorio è stato confermato e i giudici hanno valutato adeguatamente la confessione, non sincera e completa, di Armando Del Re”. Così l’avvocato Felice Centineo, legale della famiglia della piccola Noemi, ha commentato la sentenza con la quale la Corte di Appello di Napoli. Lo stesso ha poi aggiunto: “La difesa ha cercato di derubricare l’accaduto, spiegando che si era trattato di futili problemi personali e non di un movente camorristico. Ma non si imbastisce un raid di quelle proporzioni per semplici motivi personali e, infatti, la Corte non ci è cascata. Era prevedibile lo sconto di pena dopo la confessione ma ciò che conta è che la sentenza di primo grado è stata confermata nel suo impianto, compresa l’aggravante del metodo. Uno sconto lieve perché è stata una confessione incompleta e senza pentimento”.
“Oggi mia figlia ha avuto giustizia e insieme a lei tutta la Napoli per bene. Questa sentenza non era attesa solo da noi, ma anche da tutte le brave persone che ci sono state accanto in questi anni”. Queste le parole di Tania, la mamma della bambina che, insieme al papà e alla nonna, può finalmente accogliere una buona notizia in termini di giustizia. Oggi Noemi cammina con l’ausilio di un busto e, oltre ai tanti interventi ai quali già è stata sottoposta, dovrà purtroppo subirne degli altri. A lei, ovviamente, facciamo i nostri più sentiti auguri, con la speranza che possa sempre di più tornare ad abbracciare la spensieratezza che tutti i bambini dovrebbero avere ma che a lei è stata negata.