Quando si parla dei fatti di Saviano bisogna, innanzitutto, partire da una premessa necessaria. Prima di ogni cosa, infatti, esprimiamo cordoglio per la dipartita del sindaco del paese, Carmine Sommese. Egli, come sappiamo, stimatissimo e amato medico e primario dell’ospedale di Nola, è stato stroncato, a 66 anni, proprio dal Coronavirus. Immancabilmente, il rispetto e l’ammirazione per la sua professione sono e resteranno indelebili.
Fatta questa premessa fondamentale, tuttavia, non si può non concentrarsi su ciò che è accaduto per il funerale del primo cittadino, tenutosi lo scorso sabato. Come ormai è noto a tutti, dato che la notizia ha assunto rilevanza nazionale – prestando, peraltro, la sponda a quanti non vedono l’ora di additare il Sud -, è stato organizzato, in barba a tutti i divieti e alle misure anticontagio, un vero e proprio corteo funebre. Il feretro si è fermato in più comuni: a Nola, davanti all’ospedale Santa Maria della pietà, dove l’amministratore chirurgo lavorava, e a Baiano. Alla celebrazione hanno partecipato centinaia di persone, tra le quali, oltre al sacerdote, il sindaco di Ottaviano, Luca Capasso, il sindaco di Nola, Gaetano Minieri, e il consigliere regionale Pasquale Sommesse. Per costoro, insieme al vicesindaco di Saviano, Carmine Addeo, sono già state comminate le sanzioni amministrative da parte dei carabinieri del commando provinciale di Napoli. Capasso ha pure pubblicato, per una questione di trasparenza, su Facebook la foto della multa, la quale ammonta a 280 euro da pagare in 30 giorni. Egli ha specificato che non è stato presente né a Saviano, né alla commemorazione della salma davanti all’ospedale, ma solo al minuto di raccoglimento nel parcheggio del nosocomio.
I militari, su delega della procura di Nola, ora stanno provvedendo a identificare tutte le altre persone scese per strada per l’ultimo saluto. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, invece, ha disposto la quarantena per tutto il comune di Saviano, in attesa che siano sottoposti a tampone i partecipanti alle esequie, in modo da escludere il rischio di un focolaio epidemico.
Le immagini della celebrazione – che come si diceva hanno fatto il giro d’Italia, rilanciate da tutti i telegiornali -, ovviamente, ci hanno lasciato alquanto basiti. Tutta quella gente raggruppata, tra palloncini e musiche religiose, peraltro al cospetto pure di alcune pattuglie delle forze dell’ordine, è stato qualcosa di una gravità tale da generare sgomento diffuso. Ci chiediamo davvero come sia potuto succedere, in un periodo in cui persino i sassi sanno che è tassativamente vietato ogni tipo di assembramento (inclusi, quindi, i funerali). Abbiamo assistito a una totale e sfacciata assenza di buon senso e, purtroppo, il dolore per la perdita non può servire da giustificazione. Chiarimente, anche la stragrande maggioranza dei cittadini di Saviano ha preso le distanze. Non dimentichiamo, infatti, che il comune del Napoletano ha circa 16 mila abitanti e i tanti che stanno rispettando le regole, ora, per colpa di pochi, si vedono costretti a subire una maggiore misura di restrizione, nonché la paura del dilagare del contagio.
Apprendendo la notizia, in molti hanno subito e giustamente evidenziato il fatto che siamo tutti uguali e quindi non si capisce perché per il sindaco sarebbero dovute valere regole diverse. In effetti, mai come in questo momento storico, alle prese con una malattia che è ‘na livella, dovremmo tenere tutti ben presente che non c’è alcuna differenza tra di noi, a prescindere dal ruolo che rivestiamo.