22 anni dall’attacco alle Torri Gemelle.
Per la prima volta, in diretta mondiale, si assiste inermi e scioccati ad un vero e proprio attacco di matrice terroristica nella culla dell’occidentalita’ e delle libertà.
New York coi suoi simboli del potere della finanza e dell’economia mondiale e Washington con la Casa Bianca, centro assoluto del potere politico, sono polverizzati dalle macerie di aerei dirottati a velocità indicibile cercando un impatto il più violento è disastroso possibile.
Quattro aerei con civili a bordo sequestrati da cittadini di religione musulmana che per un fanatismo ideologico prendono il possesso dei velivoli americani e li spingono verso i loro obiettivi, attraverso traiettorie studiate minuziosamente con le rotte ben chiare.
E così una calda mattina di settembre New York viene sventrata nel suo potere, si, ma ancor più nei suoi simboli, a distanza di pochi minuti l’una dall’altra, le due torri si infiammano e bruciano dinanzi agli occhi sbigottiti del mondo intero che sperava arrivassero i soccorsi e si salvassero immediatamente più vite umane possibile, non immaginando mai che una dopo l’altra le torri si sgretolavano accasciandosi su loro stesse mietendo quasi 3000 vittime nelle torri, a cui si aggiungono migliaia di altre vittime che si contano tra soccorritori e tra i superstiti che hanno respirato i veleni degli incendi e dei crolli di quel drammatico 11 settembre.
Come dimenticare gli aerei che si schiantano contro i grattacieli? Come dimenticare i tuffi nel vuoto da parte di chi sopravvissuto allo schianto si lancia in voli della morte per fuggire dalle fiamme e morire subito senza soffrire ulteriormente ? Le telefonate di addio dei familiari delle vittime presenti nel World Trade Center o negli aerei dirottati che a sentirle fanno rabbrividire a distanza di anni!
E poi il drammatico momento del crollo quasi contemporaneo in cui le torri alte centinaia di piani si accartocciano su loro stesse quasi fossero fatte di carta.
E così giù migliaia di fogli, detriti, lamiere, urla disperate, gente coperta di polvere grigia che scappa via dalle torri, migliaia di eroi che cercano di portare il proprio aiuto sul luogo del disastro.
Molte sono le immagini iconiche del crollo delle Torri Gemelle che tracciano un momento storico davvero triste per l’umanità, responsabile di aver trasformato in modo di essere e pensare, vivere e relazionarsi col mondo .
Se si guarda al periodo che precede quei tragici momenti, si pensa ad un mondo improntato alla pace e alle libertà democratiche, gli stessi americani sono stati vittime della spregiudicatezza di un piano terroristico che ha colpito la vulnerabilità della libertà, della libertà di viaggiare, circolare, spostarsi senza essere sottoposto a controlli ossessivi…
Da allora, la storia ci consegna un mondo decisamente più brutto, non solo per la ferita che ha lasciato in America ma nella parte pacifica del mondo in generale, nonché per il vulnus che ne è rimasto e che ci rende ormai esposti.
Da allora, l’Occidente che si riteneva ormai improntato alla pace, alla libertà, ai principi democratici, ha dovuto dare i conti con minacce che si susseguono senza sosta evidenziando con particolare incisività che il mondo è cambiato e che forme estreme di violenza e terrorismo imperversano ovunque e minano proprio chi di pace era convinto di vivere come un assunto automatico e non un miraggio da conquistare.
Con la guerra in Ucraina, assistiamo ad un mondo in guerra, seppur non sul territorio fisico, l’attacco di Putin ha messo in discussione le nostre fragili sicurezze e nonostante sia passato più di un anno non sembra di intravvedersi alcuna forma di pacificazione o accordo tra le parti.
La guerra in atto testimonia il fallimento più evidente dell’Occidente pacificatore che non solo non riesce a sedersi al tavolo di conciliazione tra le parti ma non riesce ad influenzare un eventuale sviluppo della guerra in alcun modo se non attraverso sanzioni più dure che indispettiscono il leader russo e indeboliscono l’Europa in termini di leadership e di pacificatore.
Con le Torri Gemelle, il nemico aveva un nome e cognome, Osama Bin Laden seguito e ucciso non appena rinvenuto in un rifugio nelle montagne afghane.
Oggi, il nemico resta Putin per la sua scelta di aggredire l’Ucraina con cui non è possibile intavolare un dialogo chiarificatore preludio indispensabile per stringere un patto di pace.
In controtendenza, Putin nei territori conquistati ha avviato le elezioni per confermare la propria potenza e avvilupparsi a territori che non sono di fatto più ucraini, conquistati dalle truppe russe.
Sta di fatto che il cuore dell’Europa, culla di pace e democrazia, non è più tale, relegato a subire i contraccolpi più forti economici con gli aumenti di tutto, rendendo la vita dei più deboli molto complessa.
Se guardiamo all’Italia di oggi troviamo forme di estremismo ideologiche pericolose che riecheggiano messaggi di altre epoche che pensavamo completamente rimossi e dimenticati.
Invece si parla ancora di fascismo, di nazionalismo, di razze, di discriminazione, di mancata accoglienza, di rifiuto del diverso, di esclusione dei fragili e deboli della società.
Con la pandemia poi che ci ha relegati in casa costretti ad affrontare una delle crisi umanitarie, sanitarie e sociali più complesse dell’umanità, siamo diventati nonostante le canzoni, i volemoce bene , più cinici, più cattivi , meno accoglienti, più violenti se si guarda al crescendo inarrestabile dei femminicidi, quasi a sviscerare la rabbia delle restrizioni nel mondo che si è lentamente ricostruito.
Probabilmente, ci siamo illusi che i nostri principi potessero convertire altre culture e spingerle a vivere come viviamo noi, quasi fosse l’unico modo giusto per farlo.
L’arroganza occidentale è forse stata una delle componenti che ha portato al giorno d’oggi a convivere con la guerra e le sue conseguenze, dimentichi e ciechi completamente di ciò che ci ha consegnato e insegnato la storia dell’umanità.