Torna a vincere il Napoli di Gattuso, che batte 2-0 il Sassuolo grazie ad un inedito assoluto (il primo gol di Hysaj dopo 188 presenze in Serie A), al secondo gol in stagione contro i neroverdi di Allan, ed al…VAR, che annulla per fuorigioco ben 3 reti alla squadra di De Zerbi (un altro gol era stato annullato sul campo dal guardalinee).
Al di là di queste curiosità statistiche gli azzurri, dopo una buona mezz’ora iniziale, caratterizzata dal gol del terzino albanese e dalle solite occasioni mancate (clamorosa quella di Insigne), hanno subito troppo il pressing degli emiliani, prima di trovare la rete della sicurezza con il centrocampista brasiliano.
La contemporanea vittoria della Roma ha precluso ogni possibilità di conquistare il quinto posto, e dunque non resta che chiudere al meglio il campionato prima di affrontare il Barcellona al Camp Nou (o a Lisbona, se l’emergenza Covid in Catalogna persisterà).
Penultimo atto stasera (ore 21:45) a San Siro contro i nerazzurri di Antonio Conte, che dopo aver assistito al trionfo tricolore della Juve, proveranno a tenersi stretta almeno la piazza d’onore.
Al di là delle relative velleità di classifica e del benaugurante precedente di Febbraio in Coppa Italia (vittoria firmata da un capolavoro di Fabiàn), per il Napoli battere l’Inter a domicilio si è sempre rivelata un’autentica impresa: basti pensare che gli azzurri hanno vinto solo 9 dei 74 precedenti in serie A, pareggiando 17 volte e venendo battuti in ben 48 occasioni.
Persino negli anni degli scudetti la Milano nerazzurra è rimasta tabù: il 22 Marzo 1987 fu un gol dello “zio” Bergomi a condannare il Napoli ad una delle 3 sconfitte totali in stagione, mentre il 25 Febbraio 1990 non bastò agli uomini di Bigon andare in vantaggio con un gran gol di Careca, visto che a ribaltare la situazione ci pensarono un autogol di Ferrara, Klinsmann ed Alessandro Bianchi.
Viceversa, l’Inter dei record, che nel 1989 vinse lo scudetto frantumando ogni primato nei campionati a 18 squadre, si laureò Campione d’Italia proprio battendo il Napoli, primo inseguitore.
A San Siro, il 28 Maggio 1989, ancora una volta era stato Careca a portare avanti gli azzurri con un bolide da fuori area, ma ancora un autogol (stavolta di Fusi) ed una punizione di Matthaeus (fatta ripetere più e più volte…) regalarono il successo decisivo ai nerazzurri.
Il 21 Marzo 1971 Inter e Napoli si giocarono una bella fetta di scudetto, ed anche in questo caso furono gli azzurri a portarsi in vantaggio grazie ad Altafini, ed a dominare il primo tempo: Mazzola e compagni usarono ogni mezzo per portare a casa la partita, arrivando addirittura a minacciare l’arbitro Gonella nell’intervallo (episodio confermato più volte dallo stesso fuoriclasse nerazzurro).
Fatto sta che dopo pochi minuti della ripresa arrivò puntuale un rigore per l’Inter, trasformato da Boninsegna: fu lo stesso “Bonimba”, anticipando lo stopper azzurro Panzanato, a realizzare in acrobazia la rete della vittoria che allontanò gli uomini di Chiappella dal sogno tricolore.
La vittoria più larga degli azzurri a Milano è il 4-1 dell’8 Maggio 1955, firmato dalle doppiette di Masoni e Beltrandi; quel Napoli, guidato da Eraldo Monzeglio, chiuse la stagione con un buon sesto posto.
Giunse invece seconda la compagine azzurra allenata da Pesaola nella stagione 1967/68, anno in cui andò a vincere in casa della mitica Inter di Helenio Herrera per 2-1, grazie alle reti di Canè e Barison: era il 5 Maggio, data mai banale per i tifosi interisti.
Dopo quel successo, il Napoli dovette aspettare ben 26 anni per espugnare di nuovo il Meazza nerazzurro: fu una vittoria sorprendente, quella della banda di Boskov, che l’11 Dicembre 1994 si impose per 2-0 sull’Inter di…Ottavio Bianchi, grazie ad un’autorete di Jonk su tiro di Buso ed alla solita, proverbiale punizione capolavoro di Andrè Cruz.
A completare l’opera, Pino “Batman” Taglialatela che sull’1-0 ipnotizzò Ruben Sosa dal dischetto.
Ci vollero altri 17 anni per rivedere un blitz azzurro a San Siro: il 1 Ottobre 2011 finì con un trionfo degli uomini di Mazzarri sui nerazzurri Campioni del Mondo in carica.
Di Campagnaro (lesto a ribadire in rete un rigore parato ad Hamsik da Julio Cesar), Maggio ed Hamsik le reti del 3-0 finale, con l’Inter ridotta in 10 dalla fine del primo tempo.
E’ di Josè Callejon la firma dell’ultima vittoria azzurra al Meazza: il 30 Aprile 2017 l’esterno andaluso fu lesto a capitalizzare un’incertezza del terzino interista Nagatomo.
Callejon aveva addirittura realizzato una splendida doppietta contro l’Inter a San Siro 2 anni prima, ma le sue due realizzazioni non furono sufficienti a regalare i 3 punti agli azzurri: il 19 Ottobre 2014 furono infatti Guarìn ed Hernanes (a tempo praticamente scaduto) a riagguantare per due volte la squadra di Benitez.
L’ultimo precedente è forse il più amaro, non solo per il Napoli (battuto 1-0 il giorno di Santo Stefano del 2018 grazie a un gol di Lautaro Martinez nel finale) ma per tutto il calcio italiano, mortificato insieme a Kalidou Koulibaly dagli ululati razzisti indirizzati al forte e sempre correttissimo difensore senegalese.
A completare il disastro ci pensò il solito, inqualificabile arbitro Mazzoleni, sordo agli insulti ma pronto ad espellere il n. 26 azzurro che, indispettito da quanto stava accadendo senza che nessuno intervenisse, osò applaudire ironicamente l’ignavo fischietto bergamasco.

E’ davvero triste dover pensare con sollievo al fatto che, “grazie” al Covid, stasera non sarà data a nessun imbecille una nuova occasione di dimostrarsi tale ai danni di Koulibaly e dei napoletani, da sempre oggetto di cori e striscioni infami (come chi scrive ha potuto appurare di persona nel 2007) nella civilissima Milano nerazzurra.