Matteo Salvini (Interno), Lorenzo Fontana (Famiglia e Disabilità), Marco Bussetti (Istruzione); sono questi i tre ministri leghisti dell’attuale governo che parteciperanno al World Congress of Families, il Congresso Mondiale della Famiglia, il quale riunirà a Verona i principali esponenti internazionali delle destre più conservatrici, anti-abortisti, anti-divorzisti, anti-femministi e contrari alle unioni gay. La città scaligera, quella di Giulietta e, in teoria, dell’amore, dopo la mozione anti-aborto in Comune, quindi, per volere dei gruppi Family Day e Pro Vita, farà da teatro per quella che, a tutti gli effetti, possiamo chiamare “Internazionale del conservatorismo”. L’annuncio dell’evento ha suscitato non poche polemiche pure nella stessa compagine governativa, dove alcuni esponenti del Movimento 5 stelle hanno espresso il proprio disappunto. Particolarmente accese sono state le contestazioni per quanto riguarda il patrocinio, oltre che della Regione Veneto, del Comune di Verona e del Ministero della Famiglia, dello stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri, con tanto di logo. A quanto pare, però, una nota di Palazzo Chigi, guidato da Giuseppe Conte, ha reso note le distanze dal raduno politico e già lo stesso Vincenzo Spadafora, Sottosegretario alle Pari Opportunità, in quota Cinquestelle, aveva parlato di un’iniziativa “molto personale” di Fontana. La notizia, seppur ancora non del tutto confermata, è stata accolta con soddisfazione dalla senatrice dem, Monica Cirinnà, nota per il disegno di legge sulle Unioni Civili, la quale, sulla questione, aveva presentato una mozione specifica cofirmata da numerosi senatori.
Ritornando all’evento, questo vedrà, per quanto riguarda gli italiani, tra gli altri, il contributo di Antonio Tajani, presidente dell’Europarlamento di Forza Italia, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, l’immancabile senatore leghista Simone Pillon e Silvana De Mari, la dottoressa condannata per le sue frasi scioccanti contro la comunità LGBT. Ma sono i nomi dei partecipanti stranieri quelli che destano maggiori preoccupazioni, in quanto tra di loro vi sono personalità che si sono distinte in maniera veemente contro gay e donne. Ne citiamo qualcuno, proprio per far comprendere la portata di ciò che rappresentano: il presidente moldavo Igor Dodon che ha sottolineato di non rappresentare gli omosessuali; il ministro per la Famiglia ungherese Katalin Novak; Theresa Okafor, attivista nigeriana che voleva criminalizzare, rendendoli perseguibili penalmente, i rapporti tra persone dello stesso sesso; Lucy Akello, ugandese che, secondo quanto rivelato da la Repubblica, ha appoggiato l’idea di una legge per l’applicazione dell’ergastolo o della pena di morte per gli omosessuali; l’Arciprete ortodosso russo Dmitri Smirnov, per il quale la lotta alle violenze domestiche sulle donne è qualcosa di contrario ai dettami religiosi. E poi ancora tutta una serie di personaggi le cui esternazioni sono da far accapponare la pelle.
Insomma, il quadro che emerge è davvero molto critico e deve assolutamente suonare un campanello d’allarme. Questo congresso, infatti, è la prova che la destra internazionale si sta riassestando in maniera ferma su posizioni molto estremiste ed integraliste, e in questo, l’Italia, vuole giocare un ruolo importante. All’orizzonte, non dimentichiamolo, ci sono le elezioni europee e, quindi, è decisamente il caso di prepararsi ad una campagna elettorale feroce non più esclusivamente e marcatamente contro e sulla pelle dei migranti.