Difficilmente si accetta la morte di un musicista; specialmente quando la sua opera ha formato la tua persona. E, purtroppo, sabato 18 marzo si è spento il grandissimo Chuck Berry.
Nominato tra i migliori 100 chitarristi al mondo, a lui sono riconducibili alcuni tra i più grandi pezzi rock’n’roll nella storia della musica mondiale. Ragazzo difficile, tendente alla delinquenza (per questo verrà arrestato e mandato in riformatorio), ma con un talento immenso tra le mani; talento che notò, in lui, un altro grande quale tal Muddy Waters che, prendendolo sotto la sua ala protettiva, lo instradò verso quella che poi sarebbe divenuta la sua salvezza…la musica.
Oltre 30 album e centinaia di canzoni all’attivo non sono bastati nel tempo, al maestro delle 6 corde, per evitare ulteriori problemi con la legge; ma nonostante tutto, quello che più fa rumore è ancora una volta la sua musica.
E’ giusto ricordare alcune delle sue canzoni migliori quali Maybelenne (primo vero esempio di rock’n’roll), Johnny B. Goode, School Days, Almost Ground e moltissimi altri; così come grandissimi sono i nomi che gli hanno reso omaggio come Keith Richards, Bruce Springsteen, Etta James, Johnnie Johnson.
Che dire infine. Sempre superflue sono le parole di commiato; specialmente quando non servono a rincuorare chi ha davvero perduto qualcosa. Ma la musica, in fondo, non lascia mai andare via nessuno definitivamente…da sempre modo a chiunque di essere ricordato per le sue note, o le sue liriche…o, in questo caso, per ciò che ha inventato. Perchè purtroppo oggi ci ha salutato un papà del Rock’n’roll.
A presto maestro Chuck.