“Oggi per me è un giorno davvero speciale, un primo e concreto riconoscimento a una battaglia che ho intrapreso da quando l’avverso destino mi ha portato via il bene più prezioso che la vita mi aveva donato. Una promessa d’amore verso mia figlia che ha dovuto rinunciare alla sua vita per trovare quell’oblio che le sarebbe spettato di diritto”. Con queste parole scritte su Facebook, Maria Teresa Giglio ha accolto con soddisfazione l’approvazione, da parte della Camera, con voto unanime, dell’emendamento al ddl cosiddetto “Codice Rosso”, il quale introduce, anche nel nostro codice penale, il reato di “pornovendetta” o “revenge porn” – ovvero la pratica, sempre più frequente negli ultimi anni, di diffondere, tramite il web, video o immagini a sfondo sessuale, senza il consenso di chi è stato ripreso o fotografato -.
Maria Teresa Giglio è la madre di Tiziana Cantone, la giovane di Mugnano di Napoli che, a seguito della enorme trasmissione in rete di alcuni suoi video privati, girati in intimità con il fidanzato, non reggendo la gogna mediatica, si è tolta la vita, nel 2016, a soli 31 anni. Dopo quella tragedia, la mamma ha fondato l’associazione “Tiziana Cantone per le altre” e ha cominciato una battaglia per far sì che casi simili a quello che ha investito sua figlia non si ripetano ancora e, soprattutto, vengano puniti coloro i quali si rendono colpevoli di questo crimine . Episodi di questo tipo, purtroppo, se ne sono registrati davvero tanti nel nostro Paese, a danno soprattutto di giovani donne ma pure di volti noti della tv e, quindi, è decisamente un bene che il Parlamento sia finalmente intervenuto legiferando in materia.
La signora Giglio ha poi aggiunto: “Il fatto che io sia sopravvissuta a questa perdita immane deve avere un significato, uno scopo. Lo scopo è quello di restituire dignità e rispetto a Tiziana, ma anche quello di aiutare tante altre vittime di questa ignobile e subdola violenza che viene perpetrata sul web, l’ennesima contro una donna, una nuova forma di femminicidio. Aiutarle a trovare quell’aiuto, quelle risposte e quella tutela che sono sempre stati negati a mia figlia, le sue grida di aiuto sono miseramente cadute nel vuoto fra l’indifferenza e l’ignavia di tutti”.
Come poter dimenticare, a tal proposito, la sordità delle autorità e della giustizia e, persino, quella sentenza con la quale la giovane fu, paradossalmente, condannata a risarcire i siti internet. Dopo la sua morte, tanti processi furono imbastiti e archiviati, ora rimane aperto solo quello per calunnia a carico dell’ex fidanzato, accusato di aver diffuso il materiale.
Certamente, grazie alla madre della Cantone e alla sua capacità di trasformare il dolore in lotta, si è dunque raggiunto un grandissimo traguardo legislativo, che di sicuro verrà riconfermato al Senato. A partire dalla totale approvazione, chiunque invii, pubblichi o diffonda immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, senza il consenso delle persone rappresentate, è punibile con la reclusione da 1 a 6 anni e multe che vanno da 5mila a 15mila euro. La pena è aumenta se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da una persona che è o è stata legata sentimentalmente alla persona offesa; e viene aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi a danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o a danno di una donna in stato di gravidanza.
Resta da sciogliere, tuttavia, ancora la questione relativa alla rapida rimozione dei contenuti lesivi dai vari siti online. Basti pensare che, a quanto pare, i video di Tiziana sono ancora reperibili, ed è alquanto scandaloso.
Insomma, una legge è stata prevista e dobbiamo esserne molto contenti; ora però tocca a noi tutti, a partire da chi si occupa di comunicazione e informazione, contribuire affinché, specialmente sul piano culturale, si facciano dei passi in avanti. Dobbiamo impegnarci per arginare i pregiudizi di genere e la mentalità sessista che, abbattendosi con ferocia sulla vita delle donne, producono, oltre ai casi di violenza fisica, anche questi terribili fenomeni di violenza psicologica.