Leggere è il metodo più facile ed economico per viaggiare. Non servono passaporti, visti, valigie ingombranti che rischiano di essere troppo voluminose per passare come bagaglio a mano, non occorre conoscere le lingue ed impazzire spulciando un micro dizionario tentando di farci comprendere mentre chiediamo dov’è la toilette più vicina. Con una spesa accessibile a tutti e senza chiedere giorni di ferie è possibile conoscere luoghi nuovi, ripercorrere strade che abbiamo calpestato in passato, sentire gli odori ed i sapori di culture affascinanti e differenti dalla nostra. Quante volte è capitato di trovarci accidentalmente o volutamente nelle locations che abbiamo scoperto leggendo e ricordare un passaggio di un libro a noi caro. Ma viaggiare non è solo scoprire nuovi lidi, ma anche entrare nell’animo umano dove l’iter è sicuramente più intricato e rocambolesco.
I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift
Battezzato come classico della letteratura per ragazzi, rivela essere soprattutto sia critica feroce alla società che allegoria del comportamento umano, coniugate con una satira fine ed intelligente. I viaggi, divisi in quattro parti, diventano pretesto per deridere il sistema politico, giudiziario e la vacuità del sistema sociale della Francia e dell’ Inghilterra del ‘700. Con l’approdo a Lilliput Swift scimmiotta perfettamente quelli che erano i rapporti tra i due paesi europei caricaturizzando i personaggi al limite del ridicolo. Con il viaggio a Brobdingnag sottolinea l’ignoranza e la limitatezza dei governanti. A Laputa, Balnibarbi, Glubbdubdrib e Luggnagg viene derisa la burocrazia, descritta come sprecona ed incapace. La terra degli Houyhnhnms è il posto perfetto, dove tutto funziona, ma minacciata da esseri pericolosi e brutali: gli uomini.
Un viaggio chiamato vita di Banana Yoshimoto
47 racconti brevi dove la scrittrice giapponese racconta episodi e ricordi della sua vita e dei suoi viaggi soffermandosi sulle grandi differenze di stili, sapori e sensazioni provati. Ci si imbatte in esperienze ed incontri con persone che hanno significativamente o meno segnato le sue vacanze. Sono riflessioni intime, ricordi che spaziano dal cibo alla morte, dalla nascita di un figlio alla consapevolezza di una società che va sempre più verso la perdita del contatto umano e la freddezza. Il viaggio è un’allegoria della vita, dove alla fine restano solo i ricordi che col tempo diventano piacevoli anche se legati a vicende dolorose.
In Patagonia di Bruce Chatwin
La Patagonia vista come terra di salvezza, scelta da un gruppo di ragazzi per sfuggire ad un’esplosione nucleare. Il viaggio diventa ragione di incontro con altri popoli e con diverse esperienze, considerato come cammino di vita dove la destinazione è la frontiera estrema che porta a scoprire le proprie radici, la tappa finale si rivela un luogo che fa parte della geografia di ognuno, anche di chi non c’è mai stato.
Un indovino mi disse di Tiziano Terzani
Una profezia di morte in un anno ben preciso, il consiglio di non prendere aerei. Ciò è che un indovino cinese predice allo scrittore. Con l’avvicinarsi della data, soprattutto per gioco più che per timore, Terzani decide di muoversi esclusivamente via terra o via mare. In Laos crea occasioni per incontrare maghi ed astrologi chiedendo conferma sulla profezia che diventerà l’occasione per viaggiare con la gente comune, per scoprire la vera Asia e guardare il mondo con occhi nuovi.
Nelle terre estreme di Jon Krakauer
Chris McCandless abbandona tutto, compresa la civiltà per incamminarsi vero il Grande Nord per immergersi nella natura incontaminata scappando dalla società opprimente. Spazi sconfinati, difficoltà e spesso solitudine accompagnano l’avventura, ma anche incontri con hippie e veterani. Impiega due anni per raggiungere l’Alaska, diventa stanziale in un luogo selvaggio,nutrendosi di carne di animali e bacche alloggiando in un vecchio autobus abbandonato. Nel momento in cui decide di far ritorno a casa, ormai riconciliatosi con se stesso e l’umanità intera, la stessa natura che lui aveva tanto amato ed ammirato gli si rivolta contro manifestando la sua supremazia. Il libro è tratto da una storia realmente accaduta dove i fatti sono stati ricostruiti con minuzia di particolari grazie ai diari che Chris ha scritto durante la traversata.
Sulla strada di Jack Kerouac
Romanzo autobiografico simbolo degli anni ’50 basato su una serie di viaggi fatti in parte con l’auto ed in parte in autostop. E’un classico della Beat Generation quasi a diventare un manifesto di ispirazione. Lo stile di vita nomade, la costante ricerca del “brivido”, la musica jazz e le droghe scandisce la vita del protagonista e di chi l’accompagna anche saltuariamente. Sono elementi utilizzati per sfuggire alla situazione attuale dell’epoca dove imperano il consumismo, la Guerra Fredda, il capitalismo ed il conformismo. Un viaggio fatto di tanti viaggi per quante volte la meta è deludente, ma realtà resta la stessa, può essere obnubilata dall’effetto dell’alcool o dalle sostanze stupefacenti, ma è sempre lì.