Ciao ragazzi benvenuti a Senza Linea. Innanzitutto complimenti per la vostra arte, la trovo molto interessante sia musicalmente che a livello di contenuti. “Schiavi del sesso” è una fotografia della società di oggi?
Potrebbe esserlo. E’ la fotografia di una società che se da un lato è evoluta dal punto di vista tecnologico, sicuramente ha ancora tanta strada da fare a livello umano e sociale. Quello in cui si muove la protagonista del brano è un deserto emotivo, il frastuono della società dei consumi, delle famiglie scoppiate e dei bambini narcotizzati con dei videogiochi.
Nel brano c’è un intro che fa riferimento a uomini che vanno a letto con ragazze molto giovani. Cosa ne pensate?
Può succedere che ci sia l’amore tra un uomo più grande ed una ragazza più giovane o tra una donna adulta ed un ragazzo. Io credo tanto nell’incontro delle anime che va al di là di un età anagrafica. Diverso invece è quando si cerca di comprare il rapporto con l’altro attraverso la promessa di un voto di laurea o di un ruolo in un film o di una borsa di Gucci. E’ facile far leva sulle debolezze di chi si ha di fronte per ingigantirne i sogni fino a farli sfiorare con le mani. Questo comportamento secondo noi è una forma di ricatto psicologico e dunque di violenza.
C’è un limite alla libertà sessuale?
Il limite del rispetto dell’altro.
Come nasce questo singolo? E come nasce il suo video?
E’ nato dal bisogno di urlare “basta” al maschilismo che ci circonda. E’ la scossa che ti fa avere il coraggio necessario a cambiare le cose, un invito a prendere in mano la propria vita non per compiacere gli altri, ma per se stessi oltre che a riconoscere l’amore sano, in quanto sentimento totale che ti rende libero. Il concetto racchiuso nel brano è rafforzato dallo short film che lo accompagna, nato da una collaborazione con la regista macedone Dejana Poposka ed il direttore della fotografia Leonardo Kurtz. Desideravo il punto di vista di una ragazza come me per trasporre in immagini la canzone e Dejana è riuscita a sublimare il messaggio che volevamo lanciare aprendo quello che lei definisce “un dibattito aperto, uno scontro generazionale, un invito a riflettere sui rapporti sociali e la loro relazione con il denaro”. Nel corto viene messo in scena il fenomeno dello slutshaming e del bodyshaming all’interno di un vernissage di falsi Modigliani in cui i partecipanti sono presi dal chiacchiericcio più che dall’opera d’arte.
Quanto viene strumentalizzato il corpo della donna in una società così patriarcale?
Così tanto da esserne ormai la regola. E’ una società che ci impone dei canoni di bellezza irraggiungibili che mirano alla perfezione. Penso che l’abuso della chirurgia estetica sia la prova evidente di un meccanismo di cui tutti siamo vittime a livello inconscio. Anche nel momento in cui si cerca di ribaltare lo stereotipo come ha fatto Gucci con la modella Armine Harutyunyan, reagiamo con stupore. Non a caso infatti Armine è stata colpita dal Bodyshaming. Abbiamo ancora tanta strada da fare.
Come vi siete conosciuti?
Ci siamo conosciuti ad un concerto, quando ancora si andava ai concerti che in questo momento ci mancano tantissimo.
Martina oltre ad essere una cantante è anche un’attrice: in quale ruolo ti senti più a tuo agio?
Entrare in un personaggio per me è un atto sacro, fondamentale per conoscermi meglio e far riemergere i ricordi dell’infanzia. Non c’è un ruolo che mi mette più a mio agio di un altro, mi piace far convergere le varie sfumature del mio carattere esaltandole a seconda del tipo di ruolo. Alla fine siamo tutti “Uno, Nessuno e Centomila”.
Cosa ci auguriamo per l’arte in generale nel prossimo futuro?
Speriamo che il crollo causato dalla pandemia sia il motore per la rinascita del nostro settore. La cultura è ancora poco tutelata in Italia, considerata spesso “non necessaria” o puro entertainment. Non è così. L’arte è fondamentale in una società libera.
“Schiavi del sesso” è un urlo di libertà contro la società capitalistica e patriarcale che ha strumentalizzato il corpo della donna dando origine ai fenomeni di slutshaming e bodyshaming o ancora al revenge porn di cui stiamo sentendo parlare in questi giorni. E’ l’invito a riconoscere l’amore sano, in quanto sentimento totale che ti rende libero. Il coraggio di chi, all’interno di una società malata, non scende a compromessi, ma porta a spasso con fierezza la propria identità.
Il Cortometraggio: https://youtu.be/-ZOaB_y49zk
Il progetto è una collaborazione tra Volosumarte (Martina Catalfamo – Francesco Santalucia), la regista Dejana Poposka e il direttore della fotografia Leonardo Kurtz. E’ prodotto da Hubris Pictures per conto di Cafe Concerto Italia Srl.
Il film è un dibattito aperto, uno scontro generazionale, un invito a riflettere sui rapporti sociali e la loro relazione con il denaro.