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Reading: Kingdom Hearts 3 [PLAYSTATION 4 – RECENSIONE]
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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
NerdangoloVideogiochi

Kingdom Hearts 3 [PLAYSTATION 4 – RECENSIONE]

Danilo Battista
Danilo Battista 6 anni fa
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11 Min Lettura
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Si riparte!

Dopo una lunghissima gestazione, seconda solo al remake di Final Fantasy VII, che forse vedremo in questa generazione di console, arriva finalmente  Kingdom Hearts 3. Prima di imbattervi in questa avventura è fondamentale aver giocato ai precedenti capitoli della serie, vi consiglio quindi di giocare ai 9 capitoli della saga suddivisi in 2 collection uscite sulla current generation. Kingdom Hearts 3 ha troppe cose da raccontare per permettersi il lusso di fermarsi a riflettere sul passato, Il giocatore che intende comprendere la storia di questo nuovo capitolo deve avere perfettamente chiara quella che è la situazione fino a oggi e deve essere pronto a cogliere ogni informazione. Informazioni che saranno in grado di suscitare forti emozioni ai fan di vecchia data, ma anche a chi ha scoperto solo adesso l’universo di Kingdom Hearts.

E Gummiship sia!

Bisogna tener presente che la saga nasce 17 anni fa sulla Playstation 2 in un periodo storico dove il mercato videoludico giapponese e quello occidentale erano molto meno”uniformati” rispetto a quello attuale. Il gioco soffriva di alcune “rigidità strutturali” dovute innanzitutto alle limitazioni hardware del tempo, e condito da dialoghi decisamente estenuanti, dove veniva raccontato ogni particolare insignificante, ma questo è un “difetto” tipico delle produzioni nipponiche anche recenti. Nei precedenti capitoli la parte relativa alla Gummiship non era  divertente. I percorsi erano  delineati, ripetitivi e noiosi, l’unica cosa divertente era la possibilità di personalizzare la propria navicella. In Kingdom Hearts 3 usare la Gummiship è divertente, la useremo nelle fasi open world per affrontare missioni, segreti, boss. Guidare il proprio “ammasso di gummiblock” darà un senso di libertà assoluta. In realtà tutto il gioco ha subito un bel lavoro di ammodernamento, ma trasformare una delle parti più tediose della saga in una delle più divertenti è davvero un bel punto di partenza.

Impara l’arte…

La direzione artistica di Square/Enix ha fatto un lavoro magistrale. Ogni mondo è realizzato in maniera spettacolare e minuzioso con luoghi unici, ben caratterizzati, pieni di segreti e riferimenti. Ci troviamo di fronte a città curate nei minimi dettagli, non sarà raro  ritrovarsi a passare in luoghi già visitati che da un’altra prospettiva stenterete a riconoscere. Il level design dedicato a Kingdom Hearts 3 lascia al giocatore la sensazione di  vivere un’esperienza sempre fresca e godibile. Non siamo più in presenza di binari che ci porteranno da punto A al punto B, ma attraverseremo mondi di gioco che nascondono i loro segreti, le loro meraviglie e tanti easter eggs. Graficamente poi è pura poesia.

Piccoli dettagli che hanno cambiato profondamente il gameplay

Sono davvero tante le migliorie rispetto al passato come la possibilità di scavalcare i piccoli ostacoli senza dover saltare, le superfici scalabili, le discese rapide scivolando, i passaggi da un punto di salvataggio e tanto altro. Il team di sviluppo di Kingdom Hearts 3 sembra aver ascoltato i fan e aver imparato dai propri errori, ora ci troviamo davanti ad un gioco moderno fruibile da giocatori vecchi e nuovi.

Iniziamo

Anche i personaggi hanno subito una profonda trasformazione. Sora non è più l’ingenuo ragazzino delle Isole del Destino incapace di manovrare una Keyblade. In Kingdom Hearts 3 è cresciuto affrontando tantissime avventure, ha scoperto nuovi poteri e appreso varie abilità. Ecco perché la fase di combattimento di questo titolo è un’evoluzione dei capitoli precedenti. Sora conosce già tutti i trucchi legati alla sua “chiave”, e non si limiterà ad effettuare attacchi casuali, ma vi stupirà con combo e magie. In Kingdom Hearts 3 i combattimenti sono  frenetici, cosa che piacerà ai giocatori dei giorni d’oggi. Potrete adottare la strategia che più si addice al vostro stile, il tutto risulterà in ogni caso efficace e divertente. Sora è maturato e con lui i combattimenti. Piccola nota dolente sono le boss fight. Spettacolari, curate nei minimi particolari e divertenti da giocare. Però ogni boss sembra avere lo stesso pattern : fase di rage nella quale bisogna solo evitare i colpi e successiva fase nella quale poterlo picchiare con la propria chiave.

Mini giochi? Si grazie!

KH3 è pieno di divertenti minigiochi, da quelli del regno classico alle sfide della Gummiship fino alle imprese dei Flan. Sono ben fatti e consolidano  una tradizione  ultra decennale di piccole sfide che arricchiscono il gameplay. Anche in questo caso, rispetto al passato, si nota una cura per minigiochi  maniacale quasi a discapito della trama principale. Da qualche parte, in Kingdom Hearts 3, ci sarà il  minigioco perfetto per voi.

I Dialoghi e la trama

I dialoghi hanno assunto un tono di maturità tale da elevare il clima fanciullesco dovuto alla collaborazione con Disney ad un livello decisamente superiore.  I protagonisti scherzano, si insultano, si sfidano, si confortano. Il tono dei dialoghi di Sora e i suoi amici sono profondamente cambiati, spesso sono riflessioni che ripercorrono, anche malinconicamente, le tante avventure affrontate.  Ci troviamo in un mondo di racconti, di perdite, di gioie ma anche di dolori. Ogni parola è un riferimento, ogni frase è la conclusione di qualcosa che è stato e che probabilmente mai più sarà.  Dai dialoghi trapelano informazioni che i personaggi rivelano ai giocatori, in un gioco che è maturato profondamente  senza tradire lo stile Disney.

Musica, maestro!

Da anni Kingdom Hearts ci ha abituato a un comparto sonoro sublime, in grado di evocare sensazioni come  pochissimi altri. Le note sono sempre messe  in armonia con i vari contesti, e le musiche sono sempre adatte a quella determinata situazione. Le sinfonie d’orchestra fanno  venire la pelle d’oca. Kingdom Hearts 3 si conferma una delle esperienze uditive più belle degli ultimi anni. La compositrice Yoko Shimomura ha svolto il suo lavoro egregiamente.

La fine di tutto?

Una delle cose più singolari di Kingdom Hearts 3 è la netta divisione del gioco: la prima parte percorre le vicende dei mondi Disney  constoria associata, boss finale e risoluzione della faccenda senza particolari scossoni narrativi. La seconda parte, invece, che include le ultime ore di gioco sono infarciti di filmati e trama. Ma parte finale del gioco (dal cimitero dei Keyblade in poi) lascia troppe questioni irrisolte:  sembra quasi affrettata e poco curata. Non è brutta,  anzi: ci sono scene  toccanti che commuoveranno i fans, ma c’è qualche “buco” di trama qua e là con scene a volte raffazzonate e delle conclusioni fin troppo affrettate. Dopo nove titoli forse la carne a fuoco era troppa!  Ma Kingdom Hearts 3 resta un titolo  coerente, fa quello che deve fare e lo fa con la sua logica, rimanendo uno dei giochi più belli e avvincenti degli ultimi anni, malgrado l’invasione di titoli di bassa qualità, dei free to play, delle battle royale e delle grandi produzioni che hanno deciso di abbandonare o non investire più sulle campagne single player e sulle sceneggiature, ma sul multiplayer e i sui contenuti a pagamento.

Kingdom Hearts 3 è solo un gioco?

Kingdom Hearts 3 non è “solo” un gioco,  è la conclusione di un’antologia, o almeno di una sua parte, fatta di videogiochi, lungometraggi, fumetti, eventi, giochi mobile. Non ci si deve aspettare un gameplay di 50 ore come in Birth by Sleep o Kingdom Hearts 2. Kingdom Hearts 3 è un gioco dal comparto tecnico valido  con filmati incredibili,  con tantissimi minigiochi presenti in ogni sua forma. Un gioco dal gameplay diversificato che rispecchia l’ eterogeneità dell’intero progetto Kingdom Hearts. Se non considererete  il titolo da questa angolazione perderete l’essenza di quello che è l’investimento fatto dalla Square Enix.

Ancora segreti?

La saga di Kingdom Hearts è famosa per avere una trama estremamente complessa, ricca di colpi di scena e piena di segreti, di cose dette a metà, di dettagli che sembrano nascondere intere sceneggiature dietro. Kingdom Hearts 3 cerca di ingannare il giocatore lasciando intendere che tutto verrà rivelato, che tutto sarà finalmente scoperto . Ma le battute finali di questa esperienza, ci regala nuovi colpi di scena, mette alla luce nuovi dubbi e sottende a trame ancora da esplorare. Ma sarà effettivamente così? O è il modo “alla Kingdom Hearts” per salutarci?

Concludendo

Kingdom Hearts ha accompagnato molti giocatori nel corso della loro vita e Tetsuya Nomura non li ha traditi. Sebbene il titolo non sia esentie da difetti, come la la struttura GDR poco profonda, una telecamera non sempre impeccabile e alcuni buchi nella trama che a volte sembra galoppare verso la conclusione. Kingdom Hearts 3 è un titolo, maturo, profondo ma sopratutto divertente che chiude un cerchio  con un finale soddisfacente che lascia più di uno spiraglio per titoli futuri. I fan che lo hanno atteso per tutto questo tempo non resteranno delusi.

PRO

+ A tratti indistinguibile dalle opere a cui si ispira

+ Tanti contenuti che arricchiscono la durata e la qualità del gameplay

+ Decisamente più maturo dei capitoli precedenti

+ Viene “chiusa” quasi ogni sottotrama….

Contro

– ….quasi perchè non è ben chiaro se è un addio oppure un arrivederci.

– Qualche incertezza per quel riguarda la telecamera.

– La componente GDR è fin troppo semplificata.

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Danilo Battista Feb 11, 2019
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Pubblicato da Danilo Battista
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Appassionato sin da piccolo della cultura giapponese, è stato rapito tanti anni fa da Goldrake e portato su Vega. Tornato sulla Terra la sua viscerale passione per l'universo nipponico l'ha portato nel corso degli anni a conoscere ed amare ogni sfumatura della cultura del Sol Levante. Su Senzalinea ha cominciato a scrivere di tecnologia e di cosplay. Da diverso tempo gestisce la sezione "Nerdangolo" ma ha promesso che un giorno, neanche tanto lontano, tornerà su Vega...
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