Alla fiera degli errori si iscrivono proprio tutti: incredibile il numero di gol facili facili sbagliati dagli attaccanti partenopei sabato pomeriggio al Franchi. Alla prima dopo Hamsik, il Napoli non riesce ad avere la meglio di una squadra, la Fiorentina, agguerrita ma, alla fine, molto meno pericolosa di quanto ci si aspettasse. Il merito va certamente alla difesa che, priva di Albiol (gioca Maksimovic), e anche di Mario Rui dopo pochi minuti (subentra Ghoulam), annulla di fatto gli spauracchi viola Muriel e Chiesa.
La gara è bella e vibrante, entrambe le squadre cercano la vittoria essendo il pari un risultato che poco cambierebbe per entrambe le compagini. Nella prima frazione inizia subito Insigne, ancora piuttosto in ombra, a fallire la prima comoda occasione, calciando altissimo a porta vuota dopo una difettosa respinta di Lafont su tiro-cross di Zielinski. Il portiere gigliato si erge poi a protagonista respingendo due conclusioni di Mertens: in particolare, nella seconda occasione, il belga calcia debolmente non sfruttando l’assistenza ancora di Zielinski. E’ sotto tono il Ciro fiammingo, la sua astinenza da gol è preoccupante ed è difficile coglierne i motivi: probabilmente la perdita della sua condizione di inamovibilità ne ha minato certezze e umore.
La ripresa comincia così come era terminata la prima frazione e cioè con un miracolo ancora di Lafont su Zielinski. Combattono i padroni di casa che, pur non creando di fatto nulla, riescono a tenere i partenopei sulla corda. All’ora di gioco finalmente esce Mertens ed entra Milik: il polacco è più attivo e impegna ancora l’estremo di casa da fuori. Ancelotti si gioca anche la carta Verdi ma l’attaccante ex Bologna non riesce a far meglio del sostituito Insigne. L’ultima occasione è per Milik che, imbeccato da Callejon, calcia sull’esterno della rete a pochi metri dal gol.
Finisce con un risultato a occhiali, inutile per entrambi, che conferma la solidità difensiva del Napoli, conferma il ritorno di Allan ai suoi livelli ma anche qualche problema in attacco, specie in trasferta, con gli avanti azzurri che attraversano una fase di scarsa vena.
Giovedì si riparte in Europa, da Zurigo: vincere per mettere al sicuro la qualificazione ed avvicinarsi al meglio agli impegni in campionato che, ricordiamolo, non è finito e va onorato al meglio fino alla fine.