In questi giorni è stato pubblicato il Rapporto sulle Zoomafie della Lega Anti Vivisezione, ma di cosa si tratta?
Il termine Zoomafia è stato coniato dalla LAV più di 15 anni fa; attiene a tutte le attività illecite basate sullo sfruttamento degli animali messe in atto da singoli o da associazioni criminali, un esempio lampante: i combattimenti clandestini, le corse dei cavalli, il bracconaggio o il traffico di specie protette.
La LAV, ente riconosciuto e stimato a livello mondiale è nata nel 1977 e, citando il loro sito si battono per l’affermazione dei diritti animali e combattono ogni forma di sfruttamento animale; il loro sogno è Un mondo dove ogni singolo animale abbia libertà, dignità, vita.
Nel 1998, per contrastare questa nuova criminalità “parallela” attinente il mondo animale, ha istituito l’Osservatorio Nazionale Zoomafia, una struttura che collabora con tutti gli organi di Polizia Giudiziaria e con la Magistratura ed è finalizzato all’analisi dello sfruttamento degli animali da parte delle organizzazioni criminali.
Il senso dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia è quello di stilare un rapporto annuale che possa dare un ampio quadro della situazione, dei progressi o dei peggioramenti in relazione agli animali per poter stabilire un piano di intervento, ma soprattutto di prevenzione.
Il Rapporto viene inviato gratuitamente alle Istituzioni e alle Forze dell’ordine.
Quindi viene da chiederci come sia stato l’esito 2018 redatto da Ciro Troiano, nostro orgoglio Partenopeo:
“Il primo dato che emerge dal nuovo Rapporto è la conferma della capacità penetrante della criminalità organizzata in settori diversi ma accumunati dal coinvolgimento di animali. Interessi che si intrecciano con le più tradizionali attività manipolatorie e pervasive come la corruzione, la connivenza con apparati pubblici infedeli, il perturbare gli appalti, il controllo delle attività illegali sul territorio. Segnali di questo tipo arrivano da diversi filoni, come il traffico di cuccioli, la gestione dei canili, il controllo dei pascoli. Un altro dato da rilevare è la sempre maggiore gestione organizzata delle condotte zoocriminali. Sempre più spesso, infatti, si riscontrano reati associativi, perpetrati da gruppi di individui legati o dal concorso o da vero vincolo associativo”.
Il reato più contestato è quello di “maltrattamento di animali” con il 31,19% sul totoale dei procedimenti che sono aumentati del 3% rispetto al 2016.
Qualora voleste approfondire l’argomento vi conisglio di consultare la fonte ufficiale https://www.lav.it/