Di film tratti da storie vere ce ne sono tanti, la vita è una sceneggiatura completa e la vecchia Hollywood attinge da essa a piene mani.
Uno dei film che mi ha colpito e che riguardo spesso con piacere è: Party Monster. Un film del 2003, diretto da Fenton Bailey e Randy Barbato e interpretato da Macaulay Culkin. Tratto dalla storia vera del “Re dei Club Kids” tale Michael Alig, il più famoso organizzatore di feste notturne di New York
Un piccolo film divenuto un cult per la generazione LGBT, le immagini, i trucchi ed i costumi “genderfluid” in tempi non sospetti e per il cameo di Marilyn Manson. Una libertà espressiva e una discinta sessualità ostentata in ogni modo. Uno smodato uso di droghe, ripicche tra primedonne e fiumi di alcol e battute al vetriolo.
Sembra quasi un cartone animato, invece è una storia vera.
Ma chi erano i party monster del film?
Michael Alig era un ragazzino che organizzava party per i suoi coetanei nella New York degli anni 90. Non parliamo di feste con palloncini e zucchero filato, ma di vere e proprie feste selvagge a base di droghe e quant’ altro. Una Gomorra in chiave kids, in cui tutto era concesso. Michael, sempre in preda alla frenesia da stupefacenti dichiarò senza mezzi termini di aver ucciso il suo spacciatore; tutti pensavano fosse una trovata pubblicitaria, ma presto fu ritrovato il cadavere dell’uomo! Il corpo di Angel venne ritrovato segato e svuotato da quasi tutto il sangue nel fiume Hudson.Colpevole fu Michael con la complicità dell’amico Robert Riggs. Questo ovviamente decretò la fine dei party anni novanta targati Alig.
Michael Alig – deceduto nel 2020 a 54 anni per un’ overdose accidentale di droghe- uscì dal carcere nel 2014 dopo 20 anni e molteplici ricoveri nel reparto di psichiatria. Il suo complice Riggs fu rilasciato sulla parola dopo aver scontato 10 anni di reclusione.
Alig è stato un ragazzino bullizzato per la sua omosessualità. Lasciò la natìa South Bend (Indiana) per recarsi a New York per studiare architettura. Lì conobbe il fidanzato del futuro mito dell’arte Keith Haring, che lo introdusse nella vita notturna della grande mela. L’ascesa come p.r. di Alig fu inarrestabile. Era eccessivo, estroso, completamente kitsch, aveva delle pessime idee come orinare nei drink dei partecipanti alle feste o fare dei falò con i soldi. Con il successo crebbe anche l’uso smodato di droghe. E fu proprio per un debito di cocaina che Alig uccise Angel suo coinquilino e fornitore.
Il referto della sua morte dice: intossicazione acuta da droghe fentanil, acetilfentanil, eroina e metanfetamina. Insomma un party monster fino all’ultimo giorno. Alig, il nuovo re del clubbing salutato come il nuovo Andy Warhol si è rivelato un omicida freddo e distaccato.
Nonostante la pessima fama, Alig è considerato un mito dal popolo notturno LGBT.
Consiglio per chi non li conoscesse ancora la visione del suddetto film e la lettura dell’omonimo libro di James Saint James (ediz. Baldini&Castoldi)