Negli ultimi giorni, fanno rabbrividire le notizie relative alle ragazzine stuprate a Matera e a San Felice Circeo.
Si tratta di storie diverse ma con un filo terribilmente comune: il sopruso del branco uomo.
La ragazzina del Circeo, poco più che diciannovenne, era in vacanza con la sua famiglia e, come capita ai giovanissimi, aveva conosciuto una comitiva di amici, in gran parte romani, con cui trascorreva le sue serate.
E così anche a Ferragosto.
Della comitiva non faceva parte un ragazzino di circa 24 anni con cui era in corso un flirt, un leggero amore estivo tipico di quegli anni spensierati, si frequentavano e si consideravano poco meno di novelli fidanzatini (notizia al momento non confermata con certezza a dire il vero).
La sera del 15 agosto, dopo aver trascorso una serata divertente in compagnia della sua comitiva intenta a vivere piacevoli ore dinanzi ad un falò, la ragazza si allontana con gli altri due amici conosciuti sempre durante le vacanze per una passeggiata sulla spiaggia ed é qui che avviene l’inverosimile e inaspettato.
Insieme tutti e tre non guardano le stelle o sentono la musica o passeggiano in riva al mare o ridono di racconti e barzellette ovvero si divertono con la leggerezza della loro gioventù ovvero smanettano cellulari di ultima generazione bensì ciò che avviene cambierà per sempre volto e colore a quella notte.
I due “amici” in virtù di un folle sodalizio travalicano ogni normale sentire immaginabile per quell’età e con un pactum sceleris silenzioso la costringono in un luogo buio e appartato e violentano la ragazza inerme e inerte.
Le parole della giovane donna sono sconvolgenti turbata com’è da un epilogo così tragico di una normale calda serata di ferragosto.
Lei si fidava e si sentiva sicura di quei ragazzi poco piu grandi di lei inconsapevole che di lì a poco sarebbero diventati i suoi aguzzini, il suo incubo, la sua sofferenza.
Lo sconcerto per un episodio così non trova forza nelle parole né libero sfogo perché si possa comprendere il guizzo, la stupidità, la cattiveria, l’arroganza, la tragica alleanza di due giovani, residenti all’Eur, quartiere bene romano, ottimi studenti universitari, per determinarsi a violentare una amica coetanea e per di più legata forse sentimentalmente – anche se solo da una simpatia particolare – ad uno di loro (sulla questione non vi é certezza in quanto ci sono versioni discordanti e le relazioni amicali tra i tre sono ancora al vaglio degli inquirenti).
La denuncia é avvenuta dopo la visita in ospedale che ha riscontrato i segni di violenza con il supporto e l’ascolto di una madre turbata e sconvolta ma determinata ad avere giustizia per la figlia.
L’immediata azione ha portato ad aprire un fascicolo in Procura a carico dei due giovani, indagati a piede libero, ritenuti al momento responsabili nell’attesa di un processo doloroso doppiamente anzitutto per chi ha subito la violenza, segnata a vita da tale esperienza irrimediabilmente ma anche per i ragazzi stessi, troppo giovani per ritrovarsi in balìa di un destino difficile e atroce con cui fare i conti, costretti a bruciare per sempre, dietro delle fredde spesse sbarre di ferro, attimi fondamentali di una vita che non tornerà.
E come non pensare alle famiglie di tutti travolte da tutto questo!
Alla brutalità inaccettabile del Circeo che fa venire i brividi alla vicenda di Matera che ha sconvolto le coscienze e la tranquillità di un posto normalmente lontano dalla cronaca nera, il passo é breve.
Due ragazzine inglesi di soli 15 e 16 anni sono state violentate da un branco di 8 ragazzi dai 19 a 23 anni durante una festa privata in una villa materana nella notte tra il 6 e il 7 settembre.
I ragazzi sono stati tutti immediamente individuati e arrestati perche dalla prima ricostruzione dei fatti é emersa – come scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare – “la brutalità, la gravità e l’efferatezza” del delitto commesso con una doppia aggravante: la minore età e la condizione in cui si trovavano le ragazzine al momento della violenza che molto probabilmente avevano bevuto alcool e risultavano imbottite di sostanze stupefacenti verosimilmente somministrate a loro insaputa per asservirle e intontirle.
All’avvenire dello stupro, le ragazze, una volta riacquistato un minimo di lucidità, provate com’erano dall’evento traumatico subito, hanno chiamato il 118 immediatamente e allertato le amiche e la sorella di una di loro che era alla festa.
Sottoposte alle visite di controllo in ospedale sono stati riscontrati segni evidenti della violenza subita con ecchimosi e lividi a testimonianza di una lotta strenua che le due piccole ragazzine hanno messo in atto per ribellarsi al branco e liberarsi dalla morsa della violenza durata lunghissimi 15 minuti.
La dinamica è stata ricostruita anche grazie alle telecamere di sorveglianza presenti nella villa che hanno ripreso l’esatto momento del “ratto” delle innocenti inglesine.
Nel video si vede chiaramente il momento convulso in cui una delle ragazze viene trasportata via, con la forza, contro la sua volontà ed è seguita a vista dall’amica che non voleva lasciarla sola e tutt’e due drammaticamente e brutalmente si ritrovano aggredite e stuprate dal branco di ben 8 giovani vigliacchi e delinquenti, in parte conosciuti dalle forze dell’ordine per piccoli reati commessi in zona.
Il rionoscimento è avvenuto guardando le foto e immagini sui profili social del gruppo di violentatori che “con atti subdoli e crudeli” – queste le parole del Gip – hanno approfittato delle due piccole ragazzine indifese.
Singolare la posizione deI Paese del materano coinvolto Pisticci che, profondamente turbato per l’accadimento, ha affisso alla casa comunale manifesti di solidarietà per le vittime con le parole “Noi non siamo tutti uguali. La nostra comunità vi chiede scusa!“, esprimendo una aperta totale condanna e sdegno per lo stupro e rendendo pubblica la decisione di costituirsi parte civile.
Il tutto appare ancora più surreale per il racconto che di quella sera fa chi era presente.
Nel mentre le piccole giovani donne piangevano disperate e in inglese provavano a spiegare cosa fosse successo ripetendo continuamente “ci hanno portate lì dietro” indicando il retro della casa che dava su un giardino, una delle amiche del festaiolo avrebbe consigliato o, forse meglio dire, implorato il loro silenzio affinché tale fatto non venisse raccontato con il rischio di rovinare la festa…
Incoscienza dovuta all’età o rassegnazione ad un livello di violenza ormai off limits, connivenza con gli autori ovvero, semplicemente, terrificante ingiustificabile indifferenza e mancanza totale di solidarietà nei confronti di due bambine, tali sono a 15 e 16 anni, vittime di un delitto orribile?