L’idea di riportare il teatro tra il popolo ed il popolo a teatro è la “Mission” che da un po’ di anni occupa la mente ed il cuore di tutto lo staff (nella veste del direttore artistico Nino D’Angelo) del Teatro Popolare Trianon Viviani; un idea audace, sentimentale, forte in un certo qual senso e che rende onore al cuore di queste persone. C’è però da considerare che un’impresa di questo tipo può riservare, a volte, degli imprevisti non calcolati in fase di elaborazione del cartellone. Questo è quello che è successo ieri sera in occasione del concerto/spettacolo “Essenze Canore” dell’artista Natale Galletta. Noi di Senza Linea c’eravamo ed ecco cosa è accaduto.
Prima di soffermarci sullo spettacolo in sé è giusto parlare dell’ambiente che abbiamo trovato al nostro arrivo. A differenza di altri artisti come ad esempio Maria Nazionale o lo stesso Nino D’angelo, Natale Galletta richiama, per vari motivi, un pubblico più giovane, meno esperto e più passionale verso l’esibizione quindi il teatro era pieno di ragazzi e ragazze presenti li con l’intento di divertirsi. Questo ha portato qualche piccolo malcontento in tutte quelle persone, di età avanzata, che erano presenti e volevano godersi lo spettacolo; capirete, quindi, il clima caotico e incerto che animava il teatro. Lo spettacolo in sé, purtroppo, pure ha reso meno di quello che ci si aspettava…sarà l’emozione della prima, sarà il calore del pubblico, sarà tutto quello che sarà ma ci sono delle cose su cui è difficile sorvolare.
Partiamo dalla pecca minore, ossia una resa audio non del tutto ottimale; è stato difficile (in un momento di calma dello show) riuscire a riconoscere le parole delle canzoni e questo porta un’ovvia difficoltà nell’apprezzare e valutare la performance dell’artista. Procedendo…sarà brutto da dire ma i ballerini che inscenavano le coreografie non sembravano totalmente immersi in essa; sguardi vari e movimenti scoordinati hanno fatto sì che si perdesse in più punti l’armonia dell’esecuzione. Oggettivamente è brutto vedere due ballerini che, negli stessi passi, vanno a tempi diversi. Altra piccola cosa non del tutto armoniosa è stata l’esecuzione del brano “Signora” del giovane Giovanni Galletta. Non si può, ad avviso di chi scrive, rompere il clima classico instaurato da brani antecedenti (segue scaletta) quali “Reginella” e “Caruso”…la base dance proprio stona, anche se voglio accettare l’idea di vivacizzare lo spettacolo; non era quello, però, il momento. Diciamo che ci sono delle cose su cui sarebbe stato opportuno ragionare meglio prima. Ecco di seguito la scaletta eseguita:
- Suspiranno
- Palcuscenico
- Voglia ‘e t’astregnere
- Fatte Accarezzà
- Reginella
- Caruso (con Giovanni Galletta)
- Signora (Giovanni Galletta)
- Vivi
- Mai, mai, mai
- Segretamente
- Và
- Addo o’ tiempo fernesce
- Passione
- Nunn’ o chiammà peccato
- Io te penzo
- Guaglione
- ‘O pate (con Giovanni Galletta)
- Che ffa (Giovanni Galletta)
- Ti do la mia parola
- Indifferentemente
- La canzone degli amanti
- Si sto cu’ tte
- Medley: Quel vestito rosso – Io ti amo…scinne – Core mio tu malatia
- Perdere l’amore (Giovanni Galletta)
- ‘O Surdato ‘nnammurate
Le conclusioni, purtroppo, non possono che essere insoddisfacenti. Sarebbe stato un grande spettacolo, una grande esibizione se si fosse trattato di un concerto in un palazzetto o in una festa di piazza ma a teatro certe cose non funzionano e non rendono al meglio. Il potenziale c’era tutto anche perché la scaletta era variegata e ha toccato tutti gli ambiti della canzone classica napoletana di cui lo stesso artista è degno esponente ma proposti così ne perdono davvero tanto, forse troppo. E’ giusto, lo ammetto, farsi accompagnare dal figlio o da un’artista vicino e giovane…è giusto lanciare i giovani e dar loro il testimone affinché non si perdano quei forti valori sostenuti, ma si deve fare al meglio se no può diventare controproducente. Purtroppo, bruttissimo da dire, ma non è possibile vedere persone (e purtroppo ci sono state) andare via a metà spettacolo perché insoddisfatte da questo. Attenzione, qui non si vuole mettere in dubbio l’artista e la carriera, non si vuole assolutamente mettere in dubbio gli sforzi ed i sacrifici fatti (perché dietro uno spettacolo c’è un lavoro immane credetemi) da un intero staff ma a volte il troppo storpia. Che dire…certi di uno sfavillante successo futuro per il giovane Giovanni e del degno coronamento di una lunga carriera per il bravissimo Natale, ieri si poteva fare meglio. Si ringrazia, come sempre, la gentilezza e la massima disponibilità da parte di tutto lo staff del Teatro Popolare Trianon Viviani nella veste del Dott. Paolo Animato.