Siamo rimasti colpiti dall’ enorme entusiasmo e attenzione dei lidi del litorale domizio che con una forte inversione di tendenza rispetto al passato, hanno compreso l’importanza della cura e della valorizzazione del nostro territorio e hanno messo in atto concretamente una serie di azioni volte alla salvaguardia dell’ambiente e di chi lo abita, senza incentrarsi più sull’’egocentrismo umano, sotto l’impronta decisa di una sentita e convinta ecosostenibilità.
Capofila di questa rivoluzione mentale e fattuale, il lido Don Pablo, meta prescelta di set per film e video musicali con le sue caratteristiche caraibiche e i mille colori dai rivestimenti, ai tavoli e alle sedie e alla location davvero molto suggestiva nel suo complesso.
Sembra di entrare in un altro mondo, di evadere dal grigiore quotidiano, di viaggiare oltreoceano e immergersi in un mare di colori e non solo.
La padrona di casa, Angela Di Maio, è una donna determinata e sensibile, con un occhio attento alle esigenze dei clienti compresi gli appassionati di kitesurf che qui trovano la loro dimensione ideale e l’altro all’ambiente che la circonda.
Da anni, infatti, si sono scoperte sempre più tartarughe caretta caretta avvicinarsi alle coste per deporre le uova..,la schiusa coincide quasi sempre col pienone dell’estate a cavallo tra luglio e settembre, eppure, attraverso una serie di strategie, la rete istituzionale coinvolta, l’associazione Domizia, i lidi sensibili alla tematica, una serie di volontari e anche la buona volontà dei bagnanti da diversi anni le tartarughe riescono a trovare la strada del mare e a sopravvivere in un contesto rumoroso, luminoso e strapopolato come il litorale domizio nella sua altissima stagione!
In questa bella avventura, incontriamo Leda Tonziello, Vice presidente dell’associazione Domizia, referente della stazione zoologica per il Comune di Castelvolturno che coordina le operazioni e qualche anno fa insieme a ricercatrici entusiaste come lei, ha organizzato un evento dal titolo “donne tartarughe quando la passione porta al cambiamento” per evidenziare la forza e il carattere della tartaruga che affronta mille peripezie per donare la vita ai propri piccoli garantendo la sopravvivenza di una specie affascinante e sognante.
A testimoniare una volontà di rilancio del litorale domizio, le meravigliose attività che si stanno realizzando grazie a una politica ambientale che sta diventando contagiosa a macchia d’olio.
Nelle parole della Vice Presidente dell’associazione Domizia, spicca prevalentemente la tutela della caretta caretta, una tartaruga marina che nidifica sulle zone di Castelvolturno, “oramai sono sempre più nidi che ritroviamo sulle spiagge, quest’anno siamo già a sei nidi e si prospetta un’estate ricca di tartarughine considerando che verranno le schiuse e che con alta probabilità cominceranno a fine luglio. Si coglie l’occasione per sensibilizzare l’evento e farlo conoscere, invitando le famiglie e le persone a venire a vedere questo magnifico suggestivo spettacolo perché veramente è una cosa unica. Ci sono persone che vanno dall’altra parte del mondo per poter vedere le tartarughe lasciare i nidi e vivere questa esperienza unica, non sapendo che ad un passo dalle proprie case e’ possibile assistere dal vivo allo stesso spettacolo “.
L’associazione Domizia, nasce con una mission allargata, oltre ad occuparsi della tutela dei nidi di caretta caretta, con la supervisione della stazione zoologica Anton Dhorn , si occupa anche di altri tipi di progetti a sfondo ambientale, come nel caso specifico dei Lidi amici di Domizia, una vera e propria collaborazione con gli stabilimenti balneari che si impegnano non solo a non produrre plastica, quindi, a fare una differenziata oculata senza che le plastiche invadano i nostri mari, ma di più volta ad evitare l’utilizzo di cannucce, che restano tra gli elementi più pericolosi per la vita e le incolumità delle piccole regine dei mari.
Inoltre, con l’obiettivo di avvicinare quante più persone possibili, nasce la formazione tutta in loco per il riconoscimento delle tracce di tartarughe marine in modo che ciascuno nel suo piccolo possa diventare parte attiva di questo prezioso progetto.
Un altro progetto molto interessante è invece il Museo del danno col quale come ci spiega la Vicepresidente, “noi abbiamo iniziato a pattugliare le spiagge di Castelvolturno alla ricerca dei nidi e ci siamo resi conto che ci sono molti rifiuti abbandonati in Spiaggia o spiaggiati che sono stati recuperati e sono diventati oggetto dell’esposizione di alcune installazioni in giro per la Campania come, ad esempio, a Napoli sotterranea, al centro al museo campano di Capua e Bacoli”.
Il tutto costruito intorno ad un pensiero rivoluzionario di fare qualcosa di concreto per salvare una piccola parte del nostro meraviglioso territorio attraverso iniziative trasversali e concrete.
Con Angela Di Maio, promotrice fin da subito con suo fratello, della volontà di contribuire attraverso un modo di fare imprenditoria pulito e green, scopriamo l’esistenza dell’associazione di categoria dei lidi del litorale, allargata anche ad altre realtà litoranee campane comprese le isole, la stessa è riuscita, difatti, con grandissima determinazione e sensibilità a coinvolgere in questo progetto per la salvaguardia dell’ambiente anche tutti gli altri lidi del litorale o comunque una gran parte che si sono accodati con la volontà proprio di rilanciare, dare splendore, il giusto splendore a questo meraviglioso litorale.
“Abbiamo concluso questo accordo – ci spiega Di Maio – con l’associazione Domizia che si chiama “lidi amici di Domizia”. Con questo accordo, noi gestori di stabilimenti balneari ci impegniamo a rispettare alcune regole fondamentali per tutelare l’ambiente anche se questo è soltanto il punto di partenza di una serie di iniziative tra le quali spicca sicuramente uno di fondamentale importanza a cui teniamo molto per la tutela delle tartarughe marine. Abbiamo progettato a tal fine una specifica formazione perché sia i gestori degli stabilimenti che gli assistenti di spiaggia, cioè coloro che la mattina puliscono la spiaggia prima che arrivino i clienti, faranno la formazione con l’associazione Domizia, per capire e per imparare a riconoscere le tracce che le tartarughe caretta caretta di notte quando nidificano lasciano sulla spiaggia ed evitare, pulendo la spiaggia, di distruggere i loro nidi ignorando che ci siano perché non li hanno riconosciuti. Altro punto importante di questa battaglia naturalistica è quello del divieto di utilizzare le cannucce in plastica su tutti gli stabilimenti che aderiscono al progetto proprio per la finalità di proteggere le nostre amate amiche tartarughe”.
La scelta di organizzare la raccolta differenziata in maniera più precisa ha compreso strategie organizzative diverse, nel senso di prevedere, oltre ai classici bidoni di colori diversi, suddivisi per categoria di rifiuto, anche quello di indicare con una cartellonistica preposta in maniera precisa come svolgere la raccolta e in caso di dubbio comprendere dove e come gettare un rifiuto.
A questa finalità strettamente ambientalistica e di educazione al riciclo dei rifiuti, si aggiunge una conquista specifica per la salvaguardia della tartaruga e non solo ovverosia il divieto di utilizzare i fuochi d’artificio in spiaggia se non autorizzati perché il rumore e le luci dei fuochi d’artificio destabilizzano la fauna, infatti, non si tratta solo di tutelare le tartarughe, ma anche gli uccelli, essendo, ormai, Castelvolturno e il suo litorale, da alcuni anni una zona preferenziale di migrazione di uccelli che nella pineta sostano per diversi periodi.
Tra questi, ci sono tanti importanti uccelli notturni che ovviamente sarebbero disturbati dai rumori e dalle luci prodotti dei fuochi d’artificio.
Al momento, il progetto in pochi mesi ha raccolto tante adesioni con quasi a 50 lidi della zona, a cui si aggiungono richieste anche da zone lontane e non certo limitrofe come Procida, purchè ogni partecipante risponda ai requisiti di ingresso richiesti e aderisca alla mission dell’associazione.
Degno di nota anche il contratto di fiume, voluto dalla provincia di Caserta che è uno strumento volontario di programmazione negoziata che persegue la tutela e la corretta gestione del fiume Volturno unitamente alla salvaguardia del rischio idraulico e contribuirà allo sviluppo locale inserendo tra gli strumenti attuativi delle politiche di difesa del suolo e delle acque.
Coinvolta nelle attività progettuali, anche Chiara Roncari, ricercatrice all’Anton Dohrn, la quale ci ha rappresentato tutto il suo impegno per la salvaguardia del litorale domizio con in atto questa meravigliosa iniziativa che conduce per rispettare e valorizzare sia la tartaruga in un contesto di ecosostenibilità votato alla valorizzazione sia dell’ambiente che della flora e della fauna.
“La stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli si occupa delle nidificazioni di tartaruga marina già dal 2002 quando è stato scoperto il primo nido proprio a Baia Domizia e da allora sono cambiate un bel po’ di cose perché all’inizio i nidi erano sporadici sia a livello temporale sia sulla costa perché variavano da baia Domizia al Cilento mentre negli ultimi anni c’è stato un incremento di queste nidificazioni nel bacino occidentale e quest’anno è partito proprio un progetto cofinanziato dall’Unione Europea e che vede la partecipazione di tre Stati, Italia, Francia e Spagna per monitorare questo fenomeno e quindi andare a censire tutti i nidi di tartaruga marina che rientrano anche nella rete 2000 e lungo questa nuova area“.
Per individuare i nidi e monitorarli, proteggendoli, fino alla schiusa, la ricercatrice di origini venete, giunta a Napoli per la sua passione scientifica, ci spiega che il cuore del lavoro è anzitutto la capacità di rinvenire e riconoscere le tracce di tartaruga marina, quindi andare a identificare i siti di nidificazione attraverso una costante attività di monitoraggio, la mattina presto verso le 5:30 camminando lungo la riva, guardando verso terra, per andare a vedere appunto se ci sono delle tracce di risalita della tartaruga che solitamente risale di notte.
“E’ possibile – continua la ricercatrice – sia trovare una traccia con effettivamente il nido o anche una traccia esplorativa in quanto la tartaruga va a vedere se il sito può essere più o meno idoneo non solo per la nidificazione ma poi anche per l’emersione dei piccoli. Una volta identificata la traccia, intervengono degli esperti, formato di personale autorizzato con una delega nominale del ministero dell’ambiente che vanno alla ricerca del nido. Una volta trovato il nido, viene immediatamente e adeguatamente messo in sicurezza con una rete per impedire ai predatori di mangiare le uova e un recinto dove periodicamente vengono rilevate le temperature affinchè possa prevedersi orientativamente la data dell’emersione. Un paio di giorni prima, una volta che siano passati tra i 50 e i 60 giorni dalla costituzione del nido e la deposizione delle uova, i ricercatori con l’ausilio di volontari presidiano il sito 24 ore su 24 per aspettare l’emersione. Al momento della schiusa, potrebbero insorgere diversi problemi per le tartarughe che nascono dall’inquinamento luminoso, come le luci dei lidi o delle strade contigue, che depistano e deviano il percorso in senso contrario al mare, disperdendole e portandole a rischi elevati di smarrimento, ai rumori delle persone quando camminano sulla battigia o se vanno a disturbarle, magari illuminandole con una torcia o con un telefonino per riprenderle e fotografarle, creando confusione nella fase di orientamento delle tartarughe necessaria a raggiungere il mare“.
Il lavoro che svolge questo gruppo di diversificati professionisti – proprietari e gestori dei lidi , operatori balneari, ricercatori della stazioni Anton Dohrn, associazioni del territorio e non da ultimo i giovanissimi volontari, un esercito di entusiasti appassionati di mare, natura e ambiente, è ricco di soddisfazioni ma anche molto impegnativo.
Peraltro, si basa principalmente sui volontari che stanno in zona, che vengono anche da altre regioni per aiutare nella fase di monitoraggio dei nidi e che come da seguente locandina sono sempre troppo pochi, perchè le ore da coprire con il controllo sono tantissime e un continuo change del personale si rivela più che necessario per far sì che le operazioni vengano svolte correttamente e puntualmente, senza rischiare di lasciarsi sfuggire qualche schiusa, che causa una serie di fattori potrebbe rivelarsi fatale per le neonate.
Dalle testimonianze raccolte, mancherebbe poco alla schiusa di alcuni dei nidi scoperti e non solo è uno spettacolo da non perdere per grandi e piccini, tutti ben voluti alla partecipazione delle schiuse che sono aperte al pubblico, pur nel rispetto di stringenti regole di silenzio e rispetto per il momento, ma una vera grande opportunità per il rilancio di un territorio, quello del litorale domizio che si credeva abbandonato a se stesso e che invece sta conquistando un riscatto in piena regola, con la buona volontà, l’entusiasmo e la collaborazione di chi ci crede e con impegno sta permettendo di vivere una esperienza sognante e magica come la visione di queste minuscole meravigliose creature che ci fanno tornare bambini e credere che sì, in fondo, l’uomo non è affatto il più importante di tutti gli esseri viventi e che il pianeta non è assolutamente solo il suo…