“Volevo chiedere a Salvini se sa che la leader del partito di estrema destra, di Afd, Alice Weidel, ha una compagna, è dichiaratamente lesbica, cresce due figli, e ha detto che famiglia è dove ci sono dei bambini. Non era Salvini che anche a Verona ha detto che un figlio deve avere padre e madre? Si può far finta di nulla solo per incassare voti alle Europee con alleanze con partiti di estrema destra?”
Con queste parole, rilasciate all’agenzia stampa Adnkronos e riportate da The Post Internazionale, Vladimir Luxuria ha attaccato il ministro e capo della Lega Nord, il partito, come sappiamo, da sempre più ostile anche nei confronti dei diritti LGBT.
Ebbene sì, per chi non lo sapesse, Alice Weidel, classe 1979, insieme a Alexander Gauland, è a capo della compagine politica nazionalista e di estrema destra della Germania, attualmente in parlamento da due anni e quarta forza del Paese. Ella, come si diceva, è dichiaratamente lesbica e madre di due figli adottivi insieme alla compagna, cittadina dello Sri Lanka; tutti motivi per i quali è stata ribattezzata come “donna delle contraddizioni”. La Weidel, infatti, dal punto di vista delle politiche contro i flussi migratori e di chiusura delle frontiere è pienamente in linea con la Lega Nord e più volte ha manifestato ostilità nei confronti delle presenze straniere in terra tedesca. Basti pensare che in un’e-mail privata, diffusa da Die Welt, la donna ha accusato la Merkel e altri politici di essere dei “maiali” che vogliono far “inondare la Germania da popoli di culture straniere come arabi e zingari”. Diversi membri del suo partito, per giunta, in passato hanno espresso dichiarazioni e prese di posizione alquanto ambigue, scandalose e offensive sul tema del nazismo, tanto che, proprio in riferimento a ciò, Luigi Di Maio ha accusato Salvini, suo alleato di governo, di sedere al tavolo europeo con i negazionisti dell’Olocausto.
È solo sul piano delle tematiche relative ai diritti LGBT, invece, che Alice Weidel è molto lontana dalle idee di tutti i principali esponenti della destra italiana, e non solo. Tuttavia, la parlamentare tedesca intende la difesa delle istanze della comunità gay anche, anzi soprattutto in chiave anti-migranti, interpretando il maggiore arrivo di musulmani quale una minaccia nei confronti delle persone omosessuali. Durante la campagna elettorale del 2017, proprio in questo senso, ella disse di aver scelto di appartenere alla destra “ non nonostante la mia omosessualità, ma anche per la mia omosessualità”.
Insomma, in Germania, quella che possiamo definire ultra-destra sovranista solletica gli istinti xenofobi, ma pare aver accantonato quelli omofobi. In ciò, forse, vi è da ravvisare proprio la misura del fatto che, ormai, per il popolo tedesco le relazioni e le famiglie gay sono qualcosa di assodato. In realtà, però, non è da escludere che alla base vi possa essere una strategia elettorale, la quale, in un certo senso, già da qualche anno, è stata tentata anche dai nazionalisti francesi del Front National, con la nuova guida di Marine Le Pen. Proprio la Le Pen, infatti, nel 2011 scelse come suo braccio destro Florian Phillipot (nel partito fino al 2017), un uomo dichiaratamente gay. L’obiettivo, rientrante nella cosiddetta dédiabiolisation, è stato quello di prendere formalmente le distanze dalle vecchie posizioni, oltre che razziste, marcatamente omofobe – incarnate da Jean-Marie Le Pen, padre di Marine – e di avvicinare al voto frontista pure sensibilità da sempre vicine alla sinistra, come appunto quelle della comunità LGBT. Ci riusciranno?