Continua la suddivisione in fasce di tri-colore della nostra Penisola in base agli indicatori di rischio e agli indici di contagio.
L’emergenza pandemica resta la priorità delle agende politiche nazionali, regionali ed europee, seppure la progressiva campagna di vaccinazione ha iniettato una bella dose di speranza e di positività per l’uscita dal tunnel del Covid-19.
Siamo quasi al suo triste primo compleanno in Italia e la sua avanzata tra di noi non si arresta né rallenta.
Anzi, con lo spauracchio del Covid-panettone e delle ripercussioni nei contagi causa pranzi e cenoni natalizi, il timore della terza temibile ondata si presenta altamente probabile.
Dopo l’ultimo Weekend in arancione, strascico delle festività natalizie, l’Italia riparte tutta in giallo tranne cinque regioni arancioni con il sottofondo di uno scenario apocalittico dovuto ad una crisi politica violenta ed una economica ancora più preoccupante.
La Campania parte con una marcia in più…è gialla, avvia i saldi con tutti i negozi aperti e anche ristoranti e bar con servizio al tavolo e al banco fino alle 18.00 e una prima timida apertura delle scuole, asili e prima e seconda classe della scuola primaria.
Non per gli asili, ma per i bambini della prima e seconda elementare l’obbligo di indossare le mascherine tutto il giorno, apertura delle finestre e in epoca di gelo e di influenze stagionali, un po’ di timore per la salute dei più piccoli c’è.
Ferma restando la consapevolezza dell’importanza della scuola in presenza e della socializzazione in aula tra pari e coi docenti, la posizione nei confronti delle dinamiche della scuola è decisamente in contrapposizione tra chi é favorevole e chi no, sia nei virologi sia negli orientamenti dei governatori regionali che dei sindaci.
Non solo, tant’è che esistono altresì due grandi movimenti genitoriali, quelli che temono il rientro in classe per la paura del covid e di una sua nuova impennata, essendo le scuole potenziali casse di risonanza e quelli definitisi “nodad” determinati per la totale riapertura e in protesta a Santa Lucia contro il palazzo della Regione Campania.
Di fatto, la condizione delle nostre scuole e le difficoltà dei trasporti in tutta Italia restano ancora i nodi cruciali per un vero rilancio della scuola.
Assolutamente condivisibile la posizione del Ministro Azzolina che chiede che la scuola sia chiusa per ultima, al fine di tutelare i bambini e i ragazzi e il loro insopprimibile diritto allo studio; resta, purtroppo, la difficoltà concreta delle scuole italiane di offrire spazi e aule se si pensa alle condizioni dell’edilizia scolastica lontanamente paragonabili alle scuole europee dove la dimensione “scuola” ha tutta un’altra considerazione con spazi all’aperto, palestre, aule e laboratori particolarmente forniti e ben attrezzati grazie ad investimenti mirati.
Da condannare decisamente, senza se e senza ma chi demonizza la Dad perché è solo grazie a questa grandissima opportunità tecnologica e ormai strutturata che l’insegnamento, la formazione, la condivisione e l’arricchimento dell’apprendimento dei nostri figli sono continuati senza sosta nemmeno di fronte ad uno degli alt più violenti e incontrollabili della storia degli ultimi anni.
La Didattica a distanza ha accompagnato i ragazzi e i bambini in questo anno con l’impegno quotidiano e la determinazione degli insegnanti di non lasciare soli i loro allievi.
E così tanti bambini hanno imparato a leggere e scrivere anche in piena pandemia…tanti giovani si sono diplomati e sono alle prese con il loro destino futuro intraprendendo la scelta dell’università e si sono misurati con una prova non solo di studio ma soprattutto umana particolarmente impegnativa che lascerà il segno nella loro crescita ed esperienza personale, non assolutamente da interpretare in chiave negativa perché crescere è complesso e i ragazzi lo sanno bene e sono molto più forti e determinati di quanto noi pensiamo o temiamo.
Sta di fatto che nell’attesa di una scelta unanime di rientro univoco in classe di tutti, dai più piccini agli adolescenti, al momento il ritorno a scuola soprattutto delle superiori è cadenzato in maniera diversa da regione a regione e all’interno delle Regioni anche tra gli stessi comuni, con governatori come Emiliano che ad esempio per le scuole primarie lascia alla discrezionalità delle famiglie la libertà di scegliere tra ritorno in presenza o prosecuzione in dad.
Segno del tempo che l’approccio e l’atteggiamento nei confronti della pandemia non é unico ma frammentario e disarmonico e, comunque, nella sua diversità, da rispettare.
Le novità che trapelano dal nuovo Dpcm che é in dirittura di arrivo, stante la crisi intestina alla maggioranza che potrebbe arrestare a sorpresa la storia di questo Governo, sarebbero la previsione di nuove misure restrittive per la risalita dei contagi che spaventa da inizio anno fors’anche come conseguenza inevitabile della libertà da Happy Christmas , l’ipotesi di un’automatica qualificazione delle Regioni con zone rosse non appena si verifichi la presenza di 250 contagi su 100mila abitanti nell’arco di un periodo di tempo, proposta dal Comitato Tecnico Scientifico e la costituzione di una quarta fascia di colore bianco che permetterebbe un ritorno ad una apparente normalità con palestre e piscine aperte, teatri e cinema di nuovo accoglienti e, persino, musei e mostre di nuovo in grado di ricevere il pubblico di curiosi e appassionati.
Nel frattempo, in attesa di nuove disposizioni ministeriali, la Regione Campania ha già terminato i suoi vaccini seppure le file infinite e confuse degli operatori sanitari alla Mostra D’Oltremare siano stati nelle prime pagine dei giornali per il disagio e la caotica gestione dei vaccinandi giunti numerosi e senza una fascia oraria determinata.
L’auspicio della campagna di vaccinazione é la cd. immunità di gregge che a parere di autorevoli studiosi potrà cominciare a realizzarsi solo a partire dal prossimo autunno quando dovrebbero essere stati vaccinati quasi 38 milioni di italiani ma fino ad allora sarà necessario dotarsi ancora di infinita pazienza e continuare a rispettare le regole comportamentali necessarie a ridurre il rischio del contagio per cui mascherine, distanziamento, divieto di assembramenti e norme igieniche resteranno il must delle nostre esistenze e condizioneranno ancora la nostra vita sociale senza abbracci né contatti coi propri affetti familiari e amicali.
In quest’ottica, il Governo pensa di estendere lo stato di emergenza al 30 giugno in modo da poter intervenire direttamente con le proprie decisioni nella gestione della pandemia e dell’andamento epidemiologico e per lasciare inalterati i provvedimenti tuttora in vigore in materia di lavoro agile e degli istituti ad esso legati in funzione preventiva e cautelativa per la diffusione del contagio.
La speranza degli studiosi è che le varianti inglese e sudafricana che stanno imperversando in modo spaventoso in alcune parti del mondo non siano resistenti ai vaccini in distribuzione perché altrimenti la strada diviene nuovamente tremendamente in salita.
Ecco perché la ricerca si conferma fondamentale per darci risposte e salvarci la vita.
Eppure con amarezza, nonostante sia lapalissiana l’importanza della ricerca scientifica, il famoso plurinominato, oggetto della discordia, recovery fund pare lo abbia completamente dimenticato e trascurato, stanziandosi pochissime risorse alla ricerca e allo sviluppo e al diritto allo studio, svilendo l’obiettivo di rilancio e rinnovamento che con esso si vorrebbe perseguire.
Peccato! Perché se usciremo da questo buio…e ne usciremo sicuramente…lo dobbiamo a chi ha trascorso ore preziose nei laboratori tra microscopi e provette e ha fatto dell’amore per la ricerca una scelta di vita e di abnegazione per il bene dell’umanità mai così impellente ed attuale come in questo momento storico.