Quando vedi arrivvare il corteo da lontano, non importa più se tu appartieni o meno alla comunità LGBT, l’emozione prende il sopravvento, decine di migliaia di persone, unite e compatte, fra slogan e striscioni divertenti, una marea umana colorata e felice, la festa di tutti e della libertà. Per chi non ha avuto la fortuna, almeno una volta, di assistere alla manifestazione, rimarrà sempre della sua idea stereotipata di “Alla fine è una carnevalata”. Nulla di più errato, sopratutto quest’anno che si cade il cinquantennario dei moti di Stonewall e quindi la marcia si arricchisce di ulteriori motivazioni.
Napoli è stata letteralmente rinfrescata da un corteo lungo, colorato e festante, che ha preso il via da Piazza Dante, per continuare lungo via Toledo ed esplodere sul Lungomare, persone che hanno manifestato con gioia al ritmo della musica, l’orgoglio di appartenere alla comunità LGBT, ma anche amici,simpatizzanti, un fiume che riversava il suo urlo di libertà nell’afosa giornata di ieri. Fortemente politicizzato, il tema di quest’anno era “Leggitimi diritti“, fortemente voluto dagli organizzatori in un momento storico/politico in cui i diritti iniziano ad essere di nuovo calpestati. Immancabile la partecipazione delle istituzioni della città di Napoli, con il sindaco Luigi de Magistris in prima linea, che ha voluto ribadire non solo il suo appoggio alla manifestazione, ma anche un monito a chi invece di unire, cerca giorno dopo giorno di dividere, creando odio, disinformazione e discriminazione.
Quando il variopinto Arcobaleno arriva sul lungomare, per il discorso finale di rito, nei volti dei ragazzi c’è la felicità accarezzata dagli ultimi raggi del giorno, un’istantanea che racchiude anni di battaglie, di cortei, di manifestazioni. Anni in cui l’omossesualità doveva essere nascosta e repressa, anni di finzioni e segreti, tutti spezzati e spazzati via dai cori di questi ragazzi, tantissimi giovanissimi, che hanno voluto finalmente senza alcuna vergogna, urlare a gran voce la loro identità.