Nati negli anni sessanta e da sempre oggetto di dibattito, i pantaloni a vita bassa, templi di ombelichi ammiccanti, conquistano leggende di fama mondiale da Jim Morrison a Britney Spears, da Jimi Hendrix a Shakira, solo per fare qualche nome. Quando si parla di questo capo d’ abbigliamento, noto che si schierano sempre tre fazioni: coloro che credono di dettare moda abolendoli, coloro che non li preferiscono poiché “scomodi” e coloro che li amano incondizionatamente.
Poi, per fortuna, c’è una categoria, a mio parere la migliore, che si distacca completamente da tutte le altre e che ricorda a tutte le categorie precedentemente elencate che la moda non si rispecchia in un singolo capo, ma nel buon gusto dell’associare più indumenti, i più improbabili, per poi deliziare con quelle che io definirei “opere d’arte mobili”: è lì che mi inserisco io.
Come un’opera d’arte a cui il vecchio stampo conferisce spesso prestigio, i jeans a vita bassa scaldano il cuore di tutte le anime vintage come la mia! Viviamo di fatto in una società in cui il moderno ed il vintage si fondono creando il connubio perfetto di outfit futuristici ispirati alle vecchie icone. Spesso mi viene chiesto come faccia ad indossarli e come sia possibile mi calzino così bene: io credo che ognuno possa e debba servirsi della moda con “intelligenza” indossando quindi ciò che meglio dia risalto ai diversi tipi di fisicità, ma ancor più che in questo settore sia molto importante l’attitude, il sentirsi a proprio agio e darne percezione agli altri.
Nessun capo è brutto se abbinato in modo corretto ed indossato con la massima fierezza, anche se ovviamente non sempre sarà positivo il riscontro di tutti. Alla luce di ciò sapete che vi dico? Con o senza pantaloni a vita bassa è prioritario piacere a se stessi, poi chi ha buon gusto sicuramente saprà apprezzarvi… ma quello non è per tutti.