Anticipo della terza giornata che vede gli azzurri impegnati al Barbera contro il Palermo del neoallenatore De Zerbi. Per l’occasione i rosanero propongono le novità Diamanti ed Embalo in avanti con un audace 433 per provare a fermare il collaudato identico modulo del Napoli…ma ci vuol ben altro. In vista dell’esordio in Champions martedì a Kiev (stadio che evoca tristi ricordi),Mister Sarri opera tre cambi,uno per reparto: Maggio, redivivo e sempreverde, Zielinski e Insigne rilevano infatti Hisayi, Allan e Mertens.
Il copione della partita è subito chiaro: fanno la partita gli azzurri con il Palermo che corre tanto nel tentativo di ridurre l’incolmabile gap tecnico e c’è da dire che per i primi 45 minuti in parte ci riesce. I partenopei attaccano con calma e pazienza sapendo che prima o poi avrebbero trovato il varco giusto. Milik (due volte),non riesce a girare in porta le assistenze di un Insigne in netta ripresa rispetto alle precedenti apparizioni; il polacco è apparso voglioso ma la strettissima difesa dei siciliani gli ha tolto aria e spazio. L’occasione più clamorosa capita sui piedi di Albiol su azione da corner: da due metri lo spagnolo calcia malamente a lato. Ci prova anche Zielinski (ottima la sua gara) ma il pallone nel primo tempo non vuole entrare. Non rischia nulla in difesa il Napoli, Albiol e Koulibaly vivono una serata di assoluto e tranquillo dominio, bene Maggio e Ghoulam sugli esterni, in mezzo al campo girano bene palla Hamsik e Jorginho con Zielinski a cercare l’imbucata giusta.
La ripresa, purtroppo per i siciliani, è tutta un’altra storia. E il gol del vantaggio dei partenopei (dopo due minuti) ha anche una piccola valenza storica, lo realizza infatti Marek Hamsik, autentica bandiera e capitano di lungo corso: assist al bacio di Ghoulam e conclusione di prima intenzione dello slovacco. E’ la rete numero 82 in campionato del capitano in maglia azzurra (superato Maradona) e la numero 99 in assoluto. La gara, di fatto, finisce qui; i padroni di casa non hanno né la forza né le risorse per mettere in discussione il risultato che cambierà due volte in pochi minuti grazie alla doppietta dello strepitoso Callejon: lo spagnolo sembra aver assunto nuove e rinnovate responsabilità, gioca per la squadra, fa gol, sembra aver delle calamite montate agli scarpini vista la semplicità con la quale controlla e catalizza i palloni che sovente capitano dalle sue parti. Dicevamo dei gol: il primo di testa su splendido assist di Insigne (minuto 5) e il secondo con un tiro (non irresistibile a dire il vero e finito in rete grazie alla gentile collaborazione del modesto estremo rosanero Podavec) dal limite dopo un’altra splendida e irrefrenabile discesa di Zielinski.
Si fermano qui i partenopei, non infierendo sull’avversario: il tempo di vedere in campo Gabbiadini per Milik, Mertens per Callejon e Allan per Zielinski. Sfiora anche la quarta marcatura il Napoli proprio con Gabbiadini e porta a casa una vittoria alla vigilia scontata e comunque raccolta con una prestazione molto positiva.
Le differenze tra questo Napoli e quelli recenti sta nelle scelte a disposizione dell’allenatore: i tifosi azzurri, infatti, si saranno rallegrati nell’immaginare la quantità e la qualità dei calciatori pronti a dare il proprio contributo. Oltre ai citati subentrati, infatti, si potevano notare accomodati in panchina i vari Giaccherini, Diawara, Rog, Maksimovic senza contare gli indisponibili El Kaddouri e Chiriches. In partire come queste il fuoriclasse Maurizio Sarri (così lo considera chi scrive) può veramente scegliere tra un ventaglio di alternative ampio ed affidabile in modo da affrontare al meglio le tre difficili competizioni che lo aspettano…e pazienza se la Juve ha già vinto lo scudetto dopo tre giornate (fuochi d’artificio da tutti i media per la doppietta del Pipita contro un Sassuolo insolitamente remissivo) e viaggia a punteggio pieno a più due sul Napoli fermato solo dal Pescara e dallo strano protagonismo di Rocchi alla prima giornata.