Poco meno di un mese fa, come tutti possiamo ricordare, fu colpita con una bomba carta la celeberrima pizzeria di Gino Sorbillo e, pochi giorni prima, con dei colpi di pistola, ci fu un’intimidazione a Mario Granieri, giovane pizzaiolo titolare di Terra Mia a Forcella. Nella notte tra domenica e lunedì, invece, è toccato ad un’altra storica e notissima pizzeria del centro storico, in via Tribunali, distante pochissimi metri da Sorbillo. Parliamo di Di Matteo, famosa per la pizza fritta e “a libretto”, ovvero quella che si piega tra le mani e si mangia in piedi, spesso soffermandosi proprio davanti al bancone che affaccia su quella che è una delle strade più importanti e caratteristiche della città. Persino Bill Clinton assaporò questa squisita prelibatezza quando, per volere di Carlo Azeglio Ciampi, si decise, tra critiche, stupore e polemiche, di tenere a Napoli il G7, nel luglio del 1994.
Dunque, come si diceva, nella saracinesca del locale sono stati contati ben 4 fori dovuti agli spari, mentre 9 proiettili sono stati ritrovati nel selciato. Non è ancora chiaro se si tratta di una minaccia diretta a Di Matteo o se la pizzeria sia stata colpita accidentalmente durante una sparatoria. Gli investigatori parlano di una probabile guerra tra i clan per il predominio delle estorsioni nel centro e, come si ipotizzò nei casi precedenti menzionati, non è da escludere neppure la volontà da parte della camorra di mettere sempre di più le mani nel comparto dell’agro-alimentare, il quale nella pizza trova la sua massima espressione finale. Sembra, però, quasi come in una sorta di modalità terroristica, che ci si trovi dinanzi a una volontà di colpire dei simboli della città per lanciare dei messaggi. Ultimamente, per di più, a seguito della morte e degli arresti dei vecchi capi, i vari gruppi criminali stanno cercando un nuovo equilibrio, creando un vero e proprio conflitto violento condotto dalle tanto giovani, quanto sfrontate nuove leve. Di certo, ed è sotto agli occhi tutti, il numero delle cosiddette “stese” tra le vie, anche le più centrali, è sempre più preoccupante e a farne le conseguenze sono tutti i cittadini perbene e, soprattutto, il turismo, il quale negli ultimi anni, a Napoli, sta conoscendo una vera e propria primavera che, se si va avanti così, rischia di essere seriamente compromessa dalle tetre nubi della malavita, alle quali, il flusso dei denari che si generano dalle visite e dalle presenze, ovviamente, fa gola.
Riportiamo qui di seguito le parole scritte sul proprio profilo Facebook da Salvatore Di Matteo, uno degli eredi che gestisce la pizzeria, la quale oggi procura lavoro e guadagno onesto a ben 30 persone.
“Stanotte, nel cuore della mia città, è accaduto un fatto gravissimo. La mia pizzeria, la PIZZERIA DI MATTEO, uno dei simboli di Napoli è stata presa di mira da alcuni delinquenti. Sono stati esplosi 4 colpi di pistola contro la saracinesca di ingresso. Un gesto VERGOGNOSO, terribile. Un gesto da condannare e da denunciare. Io e la mia famiglia siamo sotto shock per quanto accaduto. Mai, in quasi 100 anni di attività, era accaduta una cosa simile. Ma non ci arrendiamo, anzi, reagiamo con forza. Vogliamo far sentire la nostra voce e urlare a tutti che Napoli non è e non deve essere questa! Oggi, è NECESSARIO che il comune, la regione e lo Stato intervengano sulla questione e prendano una posizione decisa. Chi tocca la Pizzeria Di Matteo tocca un pezzo di storia di Napoli. IO NON MOLLO!”