Continuando per il nostro tour nei luoghi più particolari di Napoli, oggi ci fermiamo al MUSA, il museo anatomico di Napoli, che si colloca tra i primi tre al mondo per numero e qualità delle collezioni e per gli studiosi di fisiognomica criminale, e per tutti gli appassionati di questo genere un luogo quasi magico.
Al suo interno possiamo trovare 560 crani dal I secolo a. C. all’800, mostruosità fetali conservate in formalina e alcool, oltre 200 scheletri essiccati.
Tra i reperti troviamo I teschi di Giuditta Guastamacchia e di altri giustiziati della Vicaria.
Su di essi sono visibili i segni lasciati dagli studi effettuati dagli i antropologi-criminali come i professori Giambattista Miraglia e Gennaro Barbarisi.
Nel museo è possibile vedere due teche in vetro e ottone contenenti una il corpo essiccato di un neonato e quella di un busto di una giovane donna.
Le ricerche nel campo della conservazione dei cadaveri e delle parti anatomiche valsero allo scienziato Efisio Marini (Cagliari 1835 – Napoli 1900) l’inquietante soprannome di Pietrificatore egli riuscì a trovare un metodo di mummificazione che permetteva di pietrificare i cadaveri senza effettuare tagli o iniezioni sugli stessi, riuscendo anche a conservare il colore e la consistenza originali dei corpi. Quando nel 1900 Marini morì portò nella tomba il suo segreto. Tra le sue raccapriccianti opere, troviamo un tavolino ottenuto con sangue, cervello, bile e altre parti di corpo umano, pietrificate, sopra di esso troviamo la mano pietrificata di una ragazza.
MUSA: Via Luciano Armanni, 5 | Complesso di Santa Patrizia, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
80138, Napoli, Italia
Per info +39 081 566 7747
Foto Vanvitellimagazine- museoanatomico-laStampa-napolitan.it