Da dove partiamo?
Sono passati due anni dall’uscita di Nier: Automata, ultimo capitolo dell’universo creato dall’autore Yoko Taro, che comprende altri videogiochi come i tre capitoli di Drakengard, opere teatrali, manga, romanzi ed altro. Dopo un lungo periodo di scarso successo , complice la poca qualità con la quale l’ex sviluppatore Cavia realizzava i propri prodotti, Square Enix e Platinum Games sono riuscite a regalarci una delle esperienza più belle della storia dei videogiochi. Nier: Automata è uno dei pochissimi titoli che hanno dato un senso a questa generazione di console fatta da free to play, di loot box che stanno diffondendo la ludopatia nelle nuove generazioni, della quasi morte delle campagne single player, di contenuti a pagamento estirpati dai giochi e venduti a parte come se fossero extra, e da beta che vengono vendute a prezzo pieno manco fossero crowdfunding.
YoHRa o mai più!
Il gioco è ambientato in un remoto futuro nel quale la razza umana ha abbandonato la terra, ormai abbandonata a se stessa sulla quale resistono solo pochi androidi. Il pianeta, o quello che ne rimane, è in balia delle macchine. Per contrastarle gli umani hanno creato gli YoHRa, potentissime macchine antropomorfe, che vengono gestite da remoto per portare a termine i loro compiti sulla terra, in nome della grandezza di quell’umanità di cui non hanno mai conosciuto l’esistenza. È difficile approfondire questo rapporto senza fare spoiler, ma questo rapporto viene svelato alla fine della prima run del gioco.
Un gioco unico con molteplici finali
Una delle tantissime idee geniali del gioco è nella sua struttura: completare il gioco non è sufficiente per conoscere tutti gli avvenimenti, bisognerà completare il gioco ben tre volte. Ma non ci si annoierà, la seconda run ripercorre il gioco da un diverso punto di vista, sia narrativo che di gameplay. La terza, invece, porterà avanti la storia fino alla sua tragica conclusione. Basta il prologo, che fonde gameplay action con uno sparatutto bullet hell, per comprendere come ci si trovi di fronte ad un capolavoro di rara bellezza. L’intero gioco rappresenterà la crescita interiore dell’androide che state controllando e saranno affrontate una serie di tematiche che spesso trascendono nel filosofico. Il consiglio è di immergersi totalmente in una delle esperienze più profonde e toccanti della storia dei videogiochi.
Uno, nessuno e Centomila
Il gioco rispecchia i canoni dell’action game giapponese in terza persona, con alcuni elementi che rendono il titolo unico. In un mondo open world non particolarmente esteso e tecnicamente non eccelso ci sono serie di intuizioni di stile non indifferente. Nell’ arco di pochi minuti ci si ritroverà a combattere in un mecha, correre in strettissimi corridoi ed eseguire spettacolari combo con il proprio pod. Il gameplay è caratterizzato da due elementi fondamentali: la schivata e l’inserimento di chip all’interno degli slot di equipaggiamento dei nostri YoHRa che hanno molteplici utilizzi: da quello dedicato esclusivamente a vedere l’esperienza necessaria a salire di livello, a quelli che consente di prolungare la durata dello slow motion dopo una schivata. I chip sono la componente RPG di Nier: Automata, non particolarmente profonda e innovativa, ma utile a differenziare uno YoHRa dall’altro. Le missioni secondarie, amplificano ulteriormente l’esperienza, risultano importanti anche a livello narrativo
GOTY? Quale GOTY?
La versione GOTY – Game of the YoHRa – è composta dal gioco base e dall’unico DLC uscito (intitolato 3C3C1D119440927). A causa della natura low- budget del titolo e alle magre finanze di Platinum Games il DLC 3C3C1D119440927 non fu pianificato all’uscita del gioco, e fu venduto separatamente al (non modico) prezzo di 14€. Il suo svolgimento non intacca la storyline principale, dato che è stato pensato per dare ai protagonisti 2B e 9S una nuova ragione per cui lottare, e a dirla tutta non brilla particolarmente per qualità e quantità di contenuti, anche se il finale segreto, anche se difficile da ottenere, è ancora più bello di quello della storia principale.
Tecnicamente parlando
Dal punto di vista tecnico, Nier: Automata, come spesso accade ai titoli giapponesi dal basso budget soffre di diverse carenze. Le ambientazioni sono spoglie e poco dettagliate, la mappa è molto piccola rispetto agli standard odierni e la I.A. non è particolarmente brillante. Anche il bilanciamento della difficoltà non è esente da difetti, con un inizio di gioco molto ostico (sopratutto agli ultimi 2 livelli di difficoltà), fino al raggiungimento della build perfetta che renderà il gioco fin troppo facile. Le boss fight, seppure non particolarmente numerose, risultano ben fatte e, in alcuni casi stilisticamente straordinarie. Questo perché il lato prettamente artistico rappresentano una delle punte di diamante della produzione,senza contare la colonna sonora emozionante e una varietà nelle situazioni di gioco davvero incredibile.
Concludendo
Nier: Automata è arte, un gioco dal basso budget realizzato con stile, con un gameplay vario, una storia toccante, musiche emozionanti e tantissime sorprese. Grazie alle oltre tre milioni e mezzo di copie vendute c’è da augurarsi che il gioco abbia un seguito. Piccola nota a margine: anche se abbiamo recensito la versione per Playstation 4, c’è da fare una doverosa precisazione sulla versione Pc, che incredibilmente soffre degli stessi identici problemi del gioco uscito esattamente 2 anni fa. Anche in quel caso è stato aggiunto al gioco base l’unico DLC uscito, ma in quel caso si trattava di una versione, che ufficialmente, non è stata mai “patchata”, onestamente incredibile.
PRO
- Storia emozionante
- E’ come avere tre giochi in uno
- La costruzione della build tramite i chip è geniale
- Colonna sonora non ha eguali
- Gameplay ricco e molto vario
- Boss fight stilose
- E’ un opera d’arte
CONTRO
- E’ una produzione low-budget e si nota da diversi particolari
- La GOTY non aggiunge nulla: è gioco base a cui è stato aggiunto l’unico DLC uscito