De Luca, Governo, Azzolina, scuole aperte, scuole chiuse, zona rossa, medici, morti in ospedale, ossigeno, dpcm, vaccino si vaccino no …questi sono solo alcuni degli argomenti nel frullatore delle notizie confuse e contraddittorie delle ultime settimane.
La seconda ondata é caratterizzata da un preoccupante andamento sì dell’epidemia ma soprattutto del caos della politica.
La situazione campana si é mostrata in tutto il suo allarme sanitario fin da subito ad ottobre quando De Luca, in anticipo e in controtendenza rispetto al Governo, ha deciso di chiudere tutte le scuole campane nella logica di prevenzione da sempre dichiarata dal Governatore, seppure ostaggiata dalle famiglie che non condividevano tale decisione e da una parte della politica locale.
Nel prosieguo delle ultime settimane, noi campani stiamo impazzendo nella ricerca della verità!
Dichiarati a sorpresa zona gialla dal Governo, ritroviamo gli ospedali sotto i riflettori della cronaca e della lente di ingrandimento degli ispettori ministeriali pronti ad annotare irregolarità, criticità, disfunzionalita’ e a controllare i dati resi dalla Regione, a fare i conti con le file infinite di ammalati in auto per fare tamponi, per ricevere un ricovero, per ottenere l’ossigeno tanto ambito perché sparito dalle farmacie…finché purtroppo non scappa il morto, come suol dirsi!
Era il 12 novembre quando al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli un uomo ricoverato per sospetto covid viene ritrovato senza vita nel bagno del reparto probabilmente a causa di un arresto cardiaco legato ad altre patologie.
Sta di fatto che le immagini della scena riprese – aggiungerei scelleratamente – da un altro giovane ricoverato fanno il giro del mondo e mostrano una condizione di assistenza o meglio di deficitaria assistenza agli ammalati che sono posizionati come in un campo di guerra…e spesso lasciati a loro stessi.
Basta poco! La polemica si scatena.
Tutti ne parlano. Continuano i battibecchi tra tutti gli interlocutori istituzionali con momenti di imbarazzante brutta Tv e orrenda politica.
E dalla provocazione mediatica arriva la decisione: il Governo piazza la Campania con triplo salto acrobatico e cromatico direttamente in zona rossa dopo appena tre giorni dal drammatico avvenimento accaduto al Cardarelli, che, per inciso, è al vaglio della Magistratura insieme ad altre morti sospette per verificare il grado di assistenza prestata ed eventuali responsabilità -mediche- legate all’evento seppur al momento non ci sono iscritti al registro degli indagati.
La Campania è in zona rossa.
Eppure le polemiche non si placano.
Con una onnipresenza del sindaco napoletano in tv e le incursioni centellinate a Che Tempo che fa del governatore continua la politica del fango e dello sciacallaggio mediatico tra i protagonisti delle discussioni che prestano il fianco ai talk show televisivi che “sanguisugano” sulle loro dichiarazioni e guerriglie esistenti ben prima del covid ma non nazionalpopolari, come ora.
Napoli e i suoi ospedali, Napoli e i suoi dati tornano nell’occhio del ciclone.
Qualcosa non quadra.
Così d’emblee’ e, forse anche inspiegabilmente, considerati i contagi, si riaprono gli asili e le prime elementari dopo uno screening volontario compiuto su docenti e alunni con relative famiglie. Acquisiti i dati le scuole vengono riaperte il 25 novembre.
Assenteismo elevatissimo: il timore delle famiglie massimo.
Considerate le immagini degli ospedali, le denunce degli ammalati, la richiesta di responsabilita da parte dei medici e, magari perché no, anche la prossimità delle festività natalizie, nessuno vuole mettere in pericolo i propri cari più fragili ed esposti, come i nonni, nonché i bambini visto anche un aumento dei ricoveri dei più piccini al Santobono.
Eppure, mentre alcuni Sindaci decidono con ordinanza di tenere chiuse le scuole per cautela, altri, come de Magistris, consentono la riapertura senza avvalersi della possibilità di decidere diversamente.
Insomma ma i contagi ci sono o non ci sono? I rischi di allerta da zona rossa ci sono o non ci sono?
In effetti, al di là delle chiacchiere, degli inciuci, dei litigi pubblici e dei proclami di segno opposto, venerdì 27 novembre il Comitato Tecnico scientifico, nella valutazione dei 21 magici indicatori, decide di far permanere la Campania in zona rossa con tutte le relative restrizioni e limitazioni.
Nella sua diretta Facebook, consueto appuntamento del venerdì, De Luca annuncia ben altre intenzioni e suggerendo saggezza e prudenza nella gestione emergenziale anche al Governo centrale, non senza lasciarsi andare a toni polemici e aspre invettive, tiene chiuse le scuole fino al 9 dicembre, evitando, questa volta, di lasciare la scelta ai Sindaci e dimostrando così di ascoltare gran parte delle istanze giunte dai genitori allarmati dalla riapertura annunciata dalla precedente ordinanza.
Confusione su confusione, caos su caos.
Anche perché un punto su cui si può convenire con De Luca é la qualità, efficacia ed efficienza della zona rossa.
Siamo di un fronte ad un lockdown mascherato o “smascherato”.
Non ci sono controlli; non ci sono pattuglie che verificano le autocertificazioni né per strada né nei punti nevralgici della città, seppure le motivazioni per uscire sono molteplici; molti negozi sono aperti tra cui i parrucchieri a differenza della prima fase; bar e ristoranti vivono di asporto ma sono, comunque, attivi nonostante le lamentele; la gente si é riversata per strada nel fine settimana per gli acquisti natalizi con delirio di traffico e assembramenti che fanno accapponare solo l’idea di essere in zona rossa e le reunions tra amici e familiari, pronti a maratone di tombolate, al suono della cabala anticovid che ormai gira sul web, sono e saranno scongiurate solo in base al proprio senso civico e di responsabilità civile!
Il problema viene acuito dall’ultima polemica che infiamma il web e che vede protagonisti contrapposti: De Luca e i medici.
Nelle sue ultime dichiarazioni De Luca, nel confermare una situazione sanitaria sotto controllo (a chi credere?), in contrasto con chi lo accusa di fornire dati falsi e falsati, ha narrato dell’episodio denunciato da alcuni cittadini per cui ci sarebbero dei buontemponi tra medici che, per evitare di trascorrere notte insonni in corsia, negano ricoveri serali con la scusa balorda di non avere posti, compromettendo la salute e la vita dei pazienti.
Apriti cielo!
I sindacati dei medici con una lettera aperta al Governatore denunciano, a loro volta e a contrario, la precarietà e complessità di una situazione ospedaliera e di gestione dei casi covid di grande allarme, di vivere una drammatica condizione di turni esasperanti, massacranti e logoranti insieme al personale sanitario e di essere stremati dalla pandemia che affolla corsie e “pronti soccorsi” tuttora, invitando piuttosto De Luca a combattere e scovare i buontemponi, ove esistessero, per le vicende verificatesi.
Arriva puntuale la replica di De Luca che ci tiene a precisare meticolosamente il suo punto di vista e riporta il passaggio del suo discorso laddove parla del 99% del personale medico professionalmente serio e devoto al proprio giuramento di Ippocrate e solo dell’esiguo 1% di negligenti e assenteisti.
Sta di fatto che tra repliche e controrepliche, polemiche e battibecchi, ci troviamo di fronte a verità contrastanti e davvero non sappiamo più a chi credere!
Ma i dati della Campania quali sono? I dati reali sono quelli della tabella blu ministeriale che ogni sera il tg regionale ci propina?
Delle due una o sono falsati i dati e allora, a parte le responsabilità politiche e le gravi negligenze di chi ha acconsentito tale nefandezza, i cittadini non sono allarmati come dovrebbero e soprattutto sono fin troppo liberi di muoversi e di contagiarsi, col rischio di congestionare ulteriormente i già sofferenti ospedali campani ovvero la situazione sanitaria é davvero sotto controllo e c’è chi sta speculando sulla situazione generando falsi allarmismi e giocando con la vita della persone.
D’altronde, poi, se ci spostiamo alla politica nazionale siamo di fronte ad un Governo centrale che affanna nel prendere decisioni dure, rigide e concordate ma soprattutto UNITARIE per far fronte alla pandemia con declassamento di Regioni o una loro “rimonta”, inspiegabile visti i dati dei contagi e dei morti che si registrano tutt’oggi; che si preoccupa solo di emanare un prossimo dpcm all’insegna di nuove aperture dove la parola chiave diviene permissivismo, per passare Natale in compagnia (ma é davvero necessario???) e per rilanciare l’economia con negozi finora chiusi e tra qualche giorno aperti fino a tarda sera -si ipotizzano le ore 21.00 – con assembramenti garantiti e picchi delle curve che forse sciopereranno per partecipare ai luculliani pranzi natalizi e abbuffarsi e ballare a veglioni improvvisati, tanto le palestre saranno riaperte, quindi, ci si potrà rimettere in forma(!) ma attenzione! non si può andare a sciare; che prova a convincere la Ministra dell’istruzione a rinviare l’apertura delle scuole su scala nazionale al 7 gennaio – ma riscontri certi in tal senso non vi sono ancora – e che sta dimenticando le preghiere dei medici di tutt’Italia di scongiurare un liberi tutti indiscriminato da “buone feste” che si trasformerà con altissima probabilità nella terza ondata tra gennaio e febbraio.
Dal canto loro, i governatori locali annaspano rincorrendo il passaggio favorevole di zona, come fosse una gara ad ostacoli o, peggio ancora, una corsa ai sacchi da sagra di paese e non una lotta strenua alla spaventosa pandemia.
In questo bailamme noi cittadini ci ritroviamo disorientati e spaesati, in bilico tra chi credere: i medici o i politici? Senza parlare delle discussioni sul vaccino: da vertigini!
In questo quadro, ci può salvare solo una cosa: il buon senso che, purtroppo, manca tantissimo ai più e non solo ai negazionisti!
Certo è che se le verità sono tante e tutte in contrapposizione, tutte verosimili e frutto di conflittualità, lo sbando è assicurato perché ognuno si sentirà in diritto di decidere per sé meglio di chi ci governa e agirà fregandosene delle regole e, ancor più, delle prescrizioni…non ne parliamo dei consigli e delle precauzioni!