L’albo numero 6 di Odessa – Rivelazioni conclude la seconda stagione della serie science-fantasy targata Sergio Bonelli Editore con una storia ricca di azione, colpi di scena, pathos e scoperte. Il creatore della serie Davide Rigamonti si è messo in solitaria al timone di questa storia cruciale che, come recita il titolo, ci conduce Nel cuore del serraglio, ossia nella parte sepolta dell’astronave che si è fusa con la città di Odessa al momento dell’impatto stravolgendone la struttura non solo fisica, ma anche sociale.
Il conto alla rovescia prosegue inesorabile, come fa presente Mozok a un perplesso Yakiv: mancano esattamente dieci mesi, quattro giorni e sette ore all’arrivo degli Ignoti, che porteranno con ogni probabilità l’Apocalisse sul pianeta Terra nel momento in cui la cupola cronostatica che protegge Odessa si dissolverà. Questo è il tempo che resta a Yakiv ed ai suoi amici per allestire l’unica arma in grado di contrastarli, anche se parallelamente il nostro eroe fa una sgradevole scoperta legata ai suoi acerrimi predatori, i Sermoth: i sanguinari e spietati segugi che tracciano la sua presenza sono stati tutt’altro che sconfitti. Sembra che abbiano un potere rigenerante che continua a mantenerli in vita, complice anche l’esperimento di analisi portato avanti da Tori nel suo laboratorio sull’essere che si è generato dalla fusione tra un Boruc e un Sermoth (vedi Odessa N°4, Dall’abisso, già recensito qui).
Non è assolutamente il caso di “rivelarvi” altro sull’andamento della storia del mese che conclude degnamente la stagione tirando le fila di alcune sottotrame disseminate fino ad ora, quali i rapporto di Yakiv con Zhiras, quello di Mozok – l’alieno in contatto psichico con lo stesso Yakiv a seguito della fusione – con la Xarish ribelle di nome Ruwe, e quello tra Tori e Goraz. Lasciamo che siano le frenetiche pagine dell’albo a fornirvi queste Rivelazioni, e a introdurvi una nuova prospettiva sul mondo di Odessa che troverà spazio nella terza stagione , a partire dal prossimo albo, con il sottotitolo di Evoluzione.
Qui ci limitiamo a dire che Rigamonti ha compiuto un ottimo lavoro dosando i passaggi narrativi nel corso degli ultimi albi, fino a farli collimare in questo finale di stagione come tanti tasselli di un mosaico qui composto, perfetta similitudine se si pensa al carattere corale delle storie; l’autore ha orchestrato la storia con grande sensibilità, riuscendo ad inserire in tanta azione il giusto spazio per le emozioni dei protagonisti, che non sono poche.
La storia si appoggia sulle tavole estremamente realistiche e definite di una esordiente al suo primo albo per la Bonelli, Elena Cesana: giovane, talentuosa e molto promettente, Elena ha saputo ben sintonizzarsi sui temi e sulle atmosfere prettamente cupe e drammatiche che attraversano questa sceneggiatura, rispondendo con tavole nitide e di forte carica descrittiva che tra l’altro ben si inseriscono anche in una continuity grafica con le interpretazioni di chi l’ha preceduta. In questo caso le tavole sono esaltate dai vividi colori di Virginia Chiabotti, mentre la copertina dell’albo è come sempre a cura del bravissimo Mariano De Biase che stavolta ci propone uno scatto quasi minimalista, uno zoom su uno degli attimi più toccanti dell’albo.
E visto che è alle porte la stagione numero 3, con ogni probabilità troveremo un nuovo frontespizio ad introdurla, per cui ci congediamo con l’immagine che ci ha accompagnati negli ultimi 6 numeri che ben sottolinea la coralità dei racconti e ne sintetizza la continuity.
uscita: 29/04/2020
Formato: 16×21 cm, colore
Pagine: 96
Soggetto: Davide Rigamonti
Sceneggiatura: Davide Rigamonti
Disegni: Elena Cesana
Colori: Virginia Chiabotti
Copertina: Mariano De Biase