Lunedì 1 giugno, purtroppo, a Pianura, nei pressi di Masseria Grande, nella zona ovest di Napoli, si è registrato un incidente assai grave, nel quale due lavoratori hanno perso la vita. Come sappiamo, un muro di contenimento di un terreno ha ceduto mentre una squadra di operai era a lavoro nel cantiere sottostante. Ben quattro uomini sono stati travolti dalle macerie, due sono stati estratti vivi e sono stati trasporti all’ospedale San Paolo, mentre per gli altri due non c’è stato nulla da fare. Le vittime sono Ciro Perrucci di 61 anni e un giovane nordafricano di circa 20 anni, che pare ancora non sia stato riconosciuto. I soccorritori dei Vigili del Fuoco accorsi a scavare hanno ritrovato i due abbracciati nel tentativo di proteggersi l’uno con l’altro. Purtroppo, essi si trovavano proprio al di sotto del muro al momento del crollo e sono stati quindi presi in pieno.
Ora, i carabinieri della Compagnia Bacoli e il Nucleo Antibusivismo della Polizia Municipale svolgeranno tutte le dovute indagini, al fine di accertare, tra le altre cose, se il cantiere fosse autorizzato, se fossero rispettate le norme di sicurezza e se gli operai fossero regolarmente assunti. La zona in questione, in effetti, è contraddistinta dalla presenza di numerose strutture abusive che, nel corso degli anni, hanno provacato una grave condizione di dissesto idrogeologico che, inevitabile, si traduce nel pericolo concreto di frane e smottamenti.
Al di là della spinosa questione dell’abusivismo – che tanto affligge e deturpa i nostri territori -, questa tragedia, però, pone per l’ennesima volta all’attenzione quello che è il tema delicato e cruciale della sicurezza sul lavoro. Nel nostro Paese, come ci restituiscono con preoccupante frequenza le cronache da Nord a Sud, le cosiddette “morti bianche”, ovvero quelle che si verificano sui posti di lavoro, sono veramente tante. Basti pensare che, secondo i dati riportati dall’Inail, nel periodo gennaio-novembre 2019 quasi 1000 sono state le vittime, mentre nel solo mese di gennaio di quest’anno esse sono state 58. Spesso, si tratta di persone straniere che, il più delle volte, vengono sfruttate al limite dello schiavismo.
Siamo dinanzi, evidentemente, a una vera e propria strage, quasi totalmente silenziosa, sulla quale più ferree dovrebbero essere le misure di contrasto e sulla quale la politica deve delle risposte. Presi dall’emergenza Coronavirus, ci siamo dimenticati che a causare morti e dolore ci sono anche altre “malattie”, come quella del profitto ad ogni costo.
I diritti dei lavoratori, i nostri diritti, non possono essere massacrati e sviliti sotto il peso del guadagno per pochi. Il bene della vita è più prezioso dei beni materiali che arricchiscono solo le tasche di spregiudicati affaristi che non si fanno scrupoli nel lucrare sulla pelle altrui.