Ad ognuno il suo???
Il giornale Rollingstone.it ha pubblicato, la settimana scorsa, un pezzo intitolato “Sei gay non cantare etero”. Nulla da dire sul pezzo, molto arguto, ma io mi sento in dovere di rispondere con il mio punto di vista. Premetto che la mia è una risposta simpatica ad un articolo simpatico, non un attacco, ma da autore gay non mi trova d’accordo.
Il pezzo era riferito in massima parte a Tiziano Ferro, cantante feticcio dell’autore. Sognare da ragazzini è normale, lo abbiamo fatto tutti, nei problemi di cuore la musica conforta, innalza e a volte distrugge. Pare che la musica di Ferro è stata, nei confronti del nostro scrittore e degli altri etero praticanti, bugiarda, perché ascoltando i suoi pezzi credevano fossero “veri” vissuti, ma dopo il coming out del cantante l’autore dell’articolo si è sentito tradito perché, molto probabilmente la Paola di “Rosso Relativo” era un Paolo con tanto di pene. “OVVoVe”, Tiziano ha tradito i suoi fans (pro-masterizzazione convulsa dei suoi cd), perché visto che è gay, doveva cantare “le Robe” da gay e non dell’amore etero.
Il pezzo intrinseco di nerd power cita anche Ricky Martin, altro traditore musicale. Ricky sculetta nei suoi video peggio della Moric nazionale e delle altre ballerine, si dimena con ragazze discinte, fa il macho un po micio e ci incanta con i suoi ritmi. Ora si è dichiarato gay, o meglio è stato scoperto, quindi quella musica ipnotica non ci dovrebbe più ammaliare?.
Ora, la domanda è questa, cari lettori: la musica è universale oppure come dire: ad ognuno ..il suo?
Nell’arte bisogna fare distinzione di genere? Gente e gender da tutti i poli opposti dell’Italia e del globo terrestre meditate…. un artista gay dovrebbe manifestarsi anche nel suo “lavoro”? Un cantante gay dovrebbe cantare dell’amore gay e far si che i ragazzini gay del mondo intero ci si riconoscano? Provo a rispondere io. La musica è universale, basta immedesimarsi con il pensiero, un Paolo o Paola non fa differenza. Molte canzoni non si riferiscono a lui/lei ma usano il tu/te. Poi è l’ascoltatore che associa il proprio vissuto e la fa propria e gli fa dire “sembra che parli di me” .
È vero che dietro c’è un business ed i produttori avidi non avrebbero mai permesso a Tizzy o Ricky o a chiunque altro di incidere un disco gay. Ovvio che i ragazzini etero non lo comprerebbero ed i gay, idem.. È riduttivo ghettizzarsi anche con la musica, ma credo lo stesso valga per gli attori, i ruoli devono essere intercambiabili, altrimenti succede come a Santa Claudia Koll che ha smesso di recitare o se lo fa accetta solo ruoli religiosi. Risultato, nessuno se l’è più filata.
Quindi, caro giornalista, sono d’accordo con te che dietro a tutto c’è il denaro, per il resto, ahimè, no. La musica, l’arte sono universali, anche l’amore come dice il tuo idolo di Latina; sta al pubblico calarsi nella canzone e viverla. Povia ha provato a cantare “Luca era gay” ma ha sbagliato canzone e messaggio ed è stato attaccato. Etero che cantava cose da gay.. anche li è business. Io sono gay e sinceramente da ragazzino l’ultimo dei miei problemi prima del mio coming-out erano le canzoni che dicevano: sarà l’Aurora o “a casa di Luca”, la musica mi piaceva e basta, non mi sono mai sentito tradito dai miei idoli.
Io scrivo libri a tema LGBT e parlano di amore, amore che può essere compreso e assorbito da tutti, è il sentimento che conta, che poi il nome usato sia maschile o femminile non fa differenza. Come dire che se scrivessi un romanzo etero non sarei credibile? La musica di Ferro ti ha fatto sognare e tanto basta, magari il caro Tiziano all’epoca della stesura di Rosso relativo avrà davvero amato una “Paola”, magari in fase di crescita e di confusione, il testosterone MASCHIO avrà avuto la meglio, chi può saperlo? Se fosse così sarebbe stato coerente..?
E mi domando, ne esistono in Italia di artisti gay che pubblicano solo cose da gay? Artisti palesemente gay, non dichiarati, che cantano di donne e curve ce ne sono a tonnellate, alcuni molto poco credibili, però a me non risulta un disco gay.. immaginate se gli artisti dichiarati gay dovessero per legge re-incidere tutta la produzione in coerenza con il loro modo di essere, se fosse così tenetevi pronti ad un’ondata di boa di struzzo e motivetti tipo “Mi sono innamorato ma di tuo marito..” come canta Malgioglio.
Ovvove…..
C’è una bellissima cosa asessuata e fruibile a tutti che si chiama IMMAGINAZIONE, usiamola.