Il 25 febbraio 2018, al Mobile World Congress di Barcellona, è stato presentato lo smartphone ultimogenito di casa Samsung, il Galaxy S9. Quest’ultimo prosegue la famiglia creata dalla casa della Corea del Sud, inaugurata nel 2009. E proprio 9 anni dopo Yoon Boo Keun, Jong-Kyun Shin e soci decidono di rivoluzionare ancor di più un mercato degli smartphone ormai da troppo tempo dominato da Apple.
“Lo smartphone è il telecomando della nostra vita”. È questa la frase che a mio parere riassume la conferenza di presentazione tenuta da Samsung al MWC di Barcellona. Il colosso sudcoreano ha infatti marcato soprattutto l’aspetto legato al rapporto tra la tecnologia e la nostra vita, paragonando le features del suo nuovo gioiellino alle chiavi biologiche della nostra vita: l’iride dei nostri occhi alla fotocamera per esempio.
Ma il consumatore si chiederà: davvero vale la pena di spendere 900 € perché “la fotocamera imita l’iride dell’occhio umano”, quando il mio Samsung Galaxy S8 funziona alla perfezione e potrebbe essere ancora paragonabile ai top di gamma ? Per rispondere a questa domanda, mi affiderò ai meri dati tangibili; la grande differenza sta infatti nei processori contenuti all’interno dei device. Il Galaxy S9 ha implementato, per il mercato europeo, un processore Exynos 9810, che, rispetto al precedente Exynos 8895, è certamente un grosso passo in avanti. Restando all’interno dello smartphone, è certamente utile ricordare che il nuovo Galaxy ha una RAM di 4 GB ed una memoria di archiviazione di 64 GB espandibile tramite micro SD. La batteria (superato il problema “esplosivo” del Galaxy Note 7) è di 3000 mAh.
Dal punto di vista estetico, questo S9 non propone grandissime novità rispetto al S8, se non un lieve miglioramento della definizione e della qualità dello schermo, e, soprattutto, quell’impercettibile differenza di dimensione che obbliga il consumatore a comprare una cover nuova di zecca (anche se magari quella sul S8 era la cover più bella mai esistita, dipinta a mano da qualche artigiano e di conseguenza non replicabile).
Ma torniamo alla fotocamera. Perchè sì, il paragone con l’iride umano può suonare un po’ fantasioso e poco realistico, ma è proprio grazie al pensiero dell’impossibile che l’uomo è stato in grado di superare se stesso. Infatti la fotocamera principale, (non quella per i selfie), raggiungerà i 12 megapixel ed è stata la principale protagonista dello sviluppo dell’ultimo smartphone di casa Samsung. La grande novità è però un’altra. Per la prima volta l’apertura del diaframma è variabile e non fissa, cosa che gestisce meglio la luce all’interno della fotografia, rendendo più naturale il risultato.
Per concludere, il Samsung Galaxy S9 è uno smartphone che comprerei ? Se dovessi rispondere io direi di no, perché non sono il tipo legato ad avere uno smartphone competitivo (il mio ha ormai 5 anni) e perché, semplicemente non me lo potrei permettere. Stiamo parlando però, a mio parere, di uno dei migliori device sulla piazza che senza dubbio darà del filo da torcere ad iPhone X. E Samsung ha, secondo me, fatto la scelta giusta decidendo di evidenziare l’importanza che ormai gli smartphone hanno nella nostra vita, sia dal punto di vista del marketing, sia da un punto di vista ideologico.