Ieri sera, leggendo i deliranti post di tifosi, giornalisti, addetti ai lavori e cialtroni vari che popolano le pagine dei social network, mi sono reso conto di quanto questa città sembri sempre vivere al contrario, senza avere la percezione del mondo che ci circonda, sempre con la necessità di riconoscersi nel Masaniello di turno, termine quanto mai abusato anche in considerazione del fatto che il Tommaso Aniello d’Amalfi fece una brutta fine. L’unico aspetto in comune che hanno Maurizio Sarri e Masaniello risiede nell’iniziale riconoscimento avuto dal rivoluzionario salvo poi essere accusato di pazzia!! “Tu ti ricordi, popolo mio, come eri ridotto?” urlava Tommaso dalla finestra di casa sua…ed ecco che questa frase verrebbe da collegarla al vero Masaniello del calcio Napoli, quell’Aurelio De Laurentiis, bistrattato dalla piazza, addirittura deriso per alcune sue dichiarazioni, ma in realtà imprenditore illuminato, che si farà anche i “cazzi” suoi con il calcio Napoli (e vorrei vedere un imprenditore che gioca a perdere!!), ma che è stato l’unico a creare la vera rivoluzione partenopea, trasformando una sgangherata catapecchia in un club ammirato e addirittura preso ad esempio in Italia e all’estero.
Il “vostro” Masaniello, cari miei tifosi azzurri, si ritrova nel capolavoro di Pino Daniele che mi fece innamorare della sua musica: “Masaniello è crisciuto, Masaniello è turnato”. E’ cresciuto tanto da Empoli ed è tornato a far ammirare alle platee il sarrismo. Ma non c’è più nulla di rivoluzionario in tutto ciò.
Tanti, troppi amici, colleghi anche di notevole intelligenza hanno parlato di tradimento, la messa in scena di ieri pomeriggio mi ha fatto quasi vergognare di essere napoletano e, ascoltando i messaggi dei tifosi delle squadre del nord ad una famosa radio che parla di sport, mi sono reso conto che abbiamo fatto la solita figura provinciale, quella dei poverini traditi da chi si era autoproclamato “Comandante” nello stesso periodo in cui, testuale, dichiarava che “con il prossimo contratto mi devo arricchire, lo devo alla mia famiglia”.
Tutti a ricordare lo scudetto perso in albergo, la necessità di dotarsi di maglie a strisce per avere qualche rigore in più, a postare video del buon Maurizio che salta al coro contro la Juve…insomma tutti ad accusare Sarri di incoerenza. Ovviamente nessuno di questi si siederebbe sulla panchina bianconera in prospettiva di un lauto conto in banca, tutti preferirebbero morire di fame pur di non tradire il loro amore per la maglia azzurra.
Maurizio Sarri ha fatto una scelta normale, pericolosa ma assolutamente lecita. Il suo unico errore fu quello di autoproclamarsi Comandante che vuole conquistare il palazzo, forse in un impeto di orgoglio per quello che i ragazzi in azzurro furono capaci di fare. Non si gioca con i sentimenti della gente, questo doveva saperlo. Un vero professionista deve essere sempre super partes, non deve mai ergersi a paladino della giustizia salvo pagarne le conseguenze.
Sta di fatto che oggi Maurizio Sarri è nemico giurato numero uno di tutto il popolo partenopeo, perfino più di Higuain, e di buona parte di quello non colorato che si aspettava l’ingaggio di tecnici dal pedigree ben diverso (Guardiola, Klopp e compagnia). Ci sarà da divertirsi: tutti saranno con le antenne dritte in attesa di ascoltare le sue risposte e osservare il suo volto quando gli chiederanno del dito medio, dei cori sul Vesuvio. Ci saranno 50.000 napoletani pronti ad insultarti dalle gradinate del nuovo San Paolo e non so quanti che lo faranno da casa.
Noi attendiamo le risposte sul campo, quelle sono le uniche che ci interessano.
A Sarri auguriamo, sportivamente, tutto il male possibile perché, in fondo, un po’ male ci siamo rimasti tutti (e, tra i 50.000 ci sarò, probabilmente, anche io).