La Certosa di San Lorenzo è stata dichiarata “Patrimonio dell’Umanità” dall’UNESCO nel 1998. Essa sorge a Padula, nel Vallo di Diano, in provincia di Salerno; la nascita della cittadina risale al IX-X secolo, quando, cessate le incursioni saracene, la popolazione si rifugiò nelle alture dando vita al centro abitato. Nel 1296 Tommaso II Sanseverino, conte di Marsico e signore del Vallo di Diano, entrò in possesso della città; in particolare, destò la sua attenzione il sito in cui sorgeva la Grancia di San Lorenzo dell’abate di Montevergine. Nel 1305 ottenne, per permuta con l’abate Guglielmo, tutti i beni della Grancia e li donò ai Certosini di San Brunone. Con l’atto stipulato il 28 gennaio 1306 si cominciò a lavorare sul primo nucleo della Certosa, che nei secoli assunse le grandiose dimensioni odierne. L’ordine certosino, fondato da San Brunone con casa gentilizia a Grenoble, era sostenuto dagli Angioini, che favorirono anche, successivamente a quella di Padula, la nascita di altre Certose in Italia meridionale: quella di San Martino a Napoli e quelle di Capri e Chiaromonte. Nel periodo risorgimentale, la regione circostante la Certosa, scenaro di molti moti liberali, ha conosciuto la tragica fine dei trecento seguaci di Carlo Pisacane. Della struttura originaria restano solo pochi elementi; le trasformazioni risalgono alla metà del 500, dopo il Concilio di Trento. Il complesso monumentale conobbe in seguito uno stato di abbandono, soprattutto dopo che i certosini lasciarono il paese nel 1807, perchè privati dei loro possedimenti nel Vallo, nel Cilento, nella Basilicata e nella Calabria. Sebbene fosse stato dichiarato monumento nazionale fin dal 1882, la Certosa è stata presa in consegna dalla Soprintendenza per i Beni architettonici di Salerno a partire dal 1981 e solo dal 1982 sono cominciati i lavori di restauro di un complesso architettonico tra i più significativi del ’700 nell’Italia meridionale. La Certosa era costituita da ambienti esterni, quali la spezieria, l’abitazione dello speziale e la foresteria, riservata, solo in casi eccezionali, a religiosi e nobili illustri; nel braccio destro si trovavano, poi, gli alloggi dei monaci conversi. Nella Chiesa, invece, la parte in prossimità del presbiterio era riservata ai padri di clausura, che vi pervenivano attraverso un passaggio interno. Interessante è la cella del Priore, appartamento residenziale di ben dieci stanze, costituite da vari locali di servizio, l’archivio, l’accesso diretto alla biblioteca, un bel giardino con loggia affrescata e la cappella privata, alla quale si arriva dopo aver attraversato un portone che separa la zona delle celle dei padri da tutti gli altri ambienti. Essa conserva gli altari con le raffinate decorazioni policrome in scagliola con inserti in madreperla, gli affreschi del XVI-XVIII secolo, il pavimento di maioliche settecentesche, i cori lignei intarsiati del primo Cinquecento. All’esterno, il Parco attraversato da un sistema di viali ortogonali, per la deambulazione dei monaci nella preghiera, non corrisponde che in minima parte alla sistemazione settecentesca. Inoltre, la Certosa ospita anche il Museo Archeologico della Lucania Occidentale.
INFO:
Costo biglietto: intero 4,00 euro; ridotto 2,00 euro (per i cittadini dell’UE tra i 18 ed i 25 anni non compiuti); gratuito (per i cittadini dell’UE sotto i 18).
Orario di apertura: dal lunedì alla domenica 9.00/19:00; martedì chiuso.
Contatti: +39 0975 77745 – 77552
Come raggiungere il sito: in auto – autostrada Salerno-Reggio Calabria, uscita Padula – Buonabitacolo direzione Padula.