Maksimovic, Giaccherini, Tonelli, Rog, Diawara, Zielinski…. un centinaio di milioni di euro a poltrire in panchina ed un allenatore che a fine partita sostiene che a lui, del mercato, frega una pippa (testuale). In campo il Napoli dello scorso anno senza Higuain, una squadra parente alla lontana della spettacolare compagine che ha fatto innamorare i tifosi partenopei e creato ammirazione anche al di fuori della nostra città. Dove sta il problema? E’ possibile che l’allenatore di una squadra che deve disputare la Champions segua la campagna acquisti senza dire nulla a riguardo? Possibile che ci siano giocatori a zero minuti? Possibile dichiarare che Rog sarebbe entrato in campo se fosse arrivato il secondo gol, come se si stesse parlando di un ragazzino? Sembra in confusione l’ottimo Sarri che in conferenza stampa snocciola inutili numeri sul possesso di palla, parla di “prestazione straordinaria” ma, nella realtà dei fatti, gli unici numeri che contano sono il risultato finale (1-1 contro l’incerottatissimo Sassuolo, recentemente preso a pallonate da tutti in Italia e in Europa) e la classifica (sesto posto in classifica al pari del Torino). All’orizzonte due gare difficilissime: venerdì sera, di nuovo al San Paolo, è di scena l’Inter, rilanciata da Pioli e poi martedì sera spareggio Champions a Lisbona.
La partita di ieri ricalca per grandi linee le recenti prestazioni del Napoli: l’undici di partenza è quello dello scorso anno con Gabbiadini a fare da Higuain (!!) e Strinic a far rifiatare Ghoulam. Fa la partita il Napoli, la fa sempre, ma in porta non arriva praticamente mai. I soli Insigne, criticato anche da chi scrive nel recente passato, e Marek Hamsik sembrano avere le idee chiare. Il giro palla è orizzontale e Gabbiadini vaga per il campo senza meta: Jorginho è scolastico e le occasioni latitano. Un paio di tentativi da fuori di Callejon (parato) e di Insigne (fuori di nulla) sono il prologo al gol del vantaggio dello stesso Lorenzinho che prova a giro da fuori e, complice la deviazione di Cannavaro, trova il gol.
Il gol del vantaggio sembra regalare serenità al Napoli che nella ripresa si limita a controllare senza affondare praticamente mai. Dopo un’ora entra Mertens per Gabbiadini (malissimo Manolo ma restiamo convinti che il buon Dries non può, e non potrà mai, fare il centravanti): due minuti e il belga, diffidato, si fa ammonire escludendosi dalla sfida con l’Inter Venerdì. Il Sassuolo se ne sta li, tiene la gara aperta e prepara l’agguato. Una traversa di Missiroli è il prologo al pareggio di Defrel (subentrato) dopo che Di Francesco aveva cambiato modulo incartando, di fatto, Sarri fermo sulle sue, solite e ovvie idee. Mai una intuizione dell’allenatore toscano, i cambi sono sempre gli stessi. Bellissimo, va detto, il gol del francese, un colpo al volo che lascia di sasso Reina. Imparabile? Forse si, forse no, sta di fatto che per ricordare una parata decisiva del portiere spagnolo bisogna fare un discreto sforzo di memoria. A tre dalla fine il cambio capolavoro con Giaccherini per Insigne: che qualcuno ce ne spieghi l’utilità. Anche la fortuna gira le spalle al Napoli: al minuto 93, infatti, Callejon spara a colpo sicuro dal limite con pallone che si stampa sul palo a Consigli battuto.
Finisce così, con la delusione per un’altra occasione persa, in un campionato che vede la stessa Juve perdere tre gare su quattordici e le inseguitrici che rallentano. Non resta che sperare di ritrovare il vero Napoli in tempi brevissimi. Le prossime due gare, contro Inter e Benfica, potrebbero indirizzare la stagione della squadra.