Via Santa Maria a Cappella Vecchia è una traversa della più importante Piazza dei Martiri. Il nome nasce dalla presenza di un’antichissima cappella, che fu dedicata alla Vergine, costruita nell’epoca di affermazione del cristianesimo a Napoli. Nel quindicesimo secolo, la cappella si trasformò in abbazia e nel 1635 una nuova chiesa fu costruita vicino al luogo in cui sorgeva la precedente, prendendo il nome di Santa Maria a Cappella nuova. L’abbazia vide susseguirsi nel corso del tempo numerosi abati, figure illustri e importanti nella storia della nostra città. Ma uno di loro, in particolare, è maggiormente conosciuto, purtroppo, non per i motivi che possiamo immaginare. Si tratta del celeberrimo Monsignor Filippo Perrelli. Costui è divenuto famoso per la sua personalità e per tutti gli aneddoti che i napoletani hanno “ricamato” su di lui. Vissuto all’epoca di Ferdinando IV, lo ricordano come un personaggio pieno di manie, geloso e affetto da una proverbiale tirchieria. Famosi sono i “cavalli di Monsignor Perrelli”, i poveri equini seguivano una singolare dieta a base di sola acqua. Alla fine passarono a miglior vita e il Monsignore andava in giro lamentandosi della sventura accadutagli. Gli animali lo avevano abbandonato proprio nel momento in cui lui era riuscito ad abituarli alla sola acqua….che disdetta! Altre abitudini ridicole lo resero una “musa ispiratrice” del teatro comico Napoletano. Famosa la sua affermazione secondo cui il mare fosse salato perché pieno di alici, o l’insolita abitudine di non spedire le missive, ma di portarle personalmente al destinatario e di restare in sua compagnia per spiegagli il contenuto. Oramai era divenuto così famoso per le sue bizzarrie che il Re, spesso, rivolgendosi ai suoi cortigiani esordiva: “Insomma, cosa ha detto ieri Il Monsignore?”. Un comico involontario.
Strade di Napoli: Via Cappella vecchia l’antico teatro di un “comico”

"Eravamo quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo" così è iniziata l’avventura di Senzalinea. Tra i quattro amici, sfortunatamente, ci sono anch'io e le idee peggiori di questa pagina vengono da me. Amo e odio la mia città, mi appassiona la sua storia e le sue tradizioni.