Ted Bundy, anche detto “The Lady Killer”, è uno dei serial killer più famosi. Confessò gli omicidi di ben 30 donne, ma gliene sono ricollegati almeno 36. Dopo una traumatizzante separazione amorosa farà pagare ad altre donne il suo dolore al prezzo della vita. Il modus operandi consisteva nell’ adescare le vittime nelle vicinanze di college o residenze universitarie, con la “tecnica del braccio ingessato”, chiedendo aiuto alla vittima per trasportare oggetti in macchina. Uno dei procuratori che avevano il compito di difenderlo in tribunale dichiarò che era “la precisa definizione del male”.
CHI ERA TED BUNDY ?
Ted nasce a Burlington nel 1946 in un contesto difficoltoso: sua madre, poiché la notizia di un figlio nato al di fuori del matrimonio avrebbe creato uno scandalo, finse che fosse suo fratello e quindi figlio di quelli che in realtà erano i suoi nonni; tornando così a vivere nella casa natale a Philadelphia. Questo è quello che crederà anche Ted per lungo tempo.
Nel 1965 si diploma e all’università di Washington dove conoscerà il suo primo amore: Stephanie Brooks. In un primo momento sembrano essere in sintonia, ma pian piano i conflitti iniziano ad emergere: Stephanie lascerà Ted dopo la decisione di quest’ultimo di spostarsi alla Stanford University.
In preda alla disperazione vagherà a lungo senza meta fino ad arrivare a Burlington, qui scoprirà la verità riguardo la sua famiglia e coverà sempre rancore nei confronti della madre per averlo cresciuto in una grande bugia.
Dopodiché torna a Washington determinato a riconquistare la donna che ama. Cerca di mostrarsi con la testa sulle spalle: si iscrive nuovamente all’ università e lavora come volontario, offrendo assistenza ai bisognosi ed alle vittime di stupro.
Quando finalmente Stephanie cadrà di nuovo tra le sue braccia, si allontanerà e smetterà di cercarla, vendicando così quella delusione mai digerita. L’obiettivo era stato ormai raggiunto.
GLI OMICIDI
Nello stesso anno(1974) inizia la sua attività da serial killer, ogni vittima sarà sorprendentemente simile a Stephanie: figura snella, capelli neri separati da una fila centrale.
La prima vittima fu Joni Lentz, una giovane studentessa di soli 18 anni che condivideva un appartamento a Seattle con le sue amiche. Notata la sua assenza a colazione, le amiche trovano nella sua stanza uno spettacolo raccapricciante: Joni, picchiata e violentata con un’asse del telaio del suo letto, sopravvisse anche se in coma. Una volta risvegliata non ricordava nulla, presumibilmente a causa di lesioni cerebrali molto gravi.
Un mese dopo Bundy attacca Lynda Ann Healy. Nella sua camera a Seattle il suo cadavere non viene trovato, tant’è che la polizia non pensava si trattasse di omicidio. Il letto era macchiato di sangue ma mancavano le lenzuola ed il cuscino.
Due mesi dopo nel parco del lago Shammanish vengono ritrovati i resti di Janice Ott e Denise Naslund, due ragazze scomparse il 14 luglio. Alcuni testimoni affermeranno di aver visto Janice in compagnia di un uomo, il quale aveva un braccio ingessato e le chiese aiuto per caricare una barchetta sul tetto del suo maggiolino.
Spunta fuori una testimone, una ragazza di nome Janice Graham, racconta alla polizia di come fosse stata adescata da un giovane, che andava in giro con un braccio ingessato e che le aveva chiesto aiuto per caricare una barca a vela sul tetto della sua auto. Arrivata all’auto la ragazza era stata invitata a salire a bordo del veicolo perché la barca non si trovava lì, ma a casa dei genitori in collina, Janice rifiutò l’offerta, e senza saperlo evitò una morte orribile.
L’identikit di Ted appare su tutti i giornali e diverse persone faranno il suo nome ma prima che la polizia si possa muovere Bundy lascia Seattle e si trasferisce nello Utah.
Il 27 ottobre 1974 viene ritrovato il corpo di Melissa Smith, sparita pochi giorni prima mentre tornava da una festa, violentata e sodomizzata.
Nel novembre dello stesso anno un escursionista trova il corpo di Laura Aime, 17 anni, nell’American Folk Canyon. La giovane sparì nel giorno di Halloween ma la sua scomparsa non fu denunciata. Fu picchiata, sodomizzata e strangolata.
Spunta un’altra testimone, un’insegnante di nome Raelynn Shepard, che racconta di come fosse stata avvicinata da un uomo che si era finto un poliziotto, ma che lei non aveva seguito. Dopo aver compiuto questi errori Bundy decide di prendersi una pausa dagli omicidi, che riprenderanno in Colorado.
Qui quattro donne spariscono in circostanze misteriose tra il gennaio e l’ aprile 1975, i loro teschi vengono rinvenuti durante una ricerca organizzata dall’investigatore Bob Keppel nell’area Taylor Mountains.
LA CATTURA
Ted Bundy viene arrestato numerose volte e riesce ad evadere altrettante.
La prima volta fu per l’aggressione a Carol De Ronch: Ted non aveva alibi e la vittima lo riconobbe. Bundy deciderà così di evadere scappando da una finestra della biblioteca del carcere. Viene ripreso dopo sei giorni.
Il 30 dicembre 1977 evade nuovamente e commette nuovi delitti. Nella primavera del 1978 viene catturato di nuovo ma il processo si tenne nel 1980. Poche ore più tardi arrivò la sentenza, che venne definitivamente proclamata il 17 gennaio 1989: condanna a morte.
L’esecuzione avvenne il 24 gennaio 1989 alle ore 7.06 con una scarica di circa 2.000 Volt che impiegò dieci minuti per ucciderlo.
Il corpo venne cremato e le ceneri vennero sparse nel luogo in cui vennero trovati molti cadaveri delle sue vittime: le Taylor Mountains.
IL PROFILO
La psiche di Ted Bundy è prolifera di disturbi e condotte antisociali, dona vasto materiale da considerare.
È innanzitutto un serial killer che tipizza le vittime, tende cioè a ricercare in esse le stesse caratteristiche. Quando uccide, rivive la relazione con l’ex : crea nuovamente uno scenario di conflitto nel quale però, questa volta, ne esce sempre vincitore mantenendo il controllo assoluto.
Incarna il serial killer da attaccamento evitante con annesso disturbo antisociale di personalità, manipolatore e vendicativo ma soprattutto logorato dal disturbo bordeline.
Il profilo di Ted è caratterizzato da alcuni classici tratti da serial con famiglia multiproblematica e traumi repressi (che danno poi vita al disturbo bordeline), perversioni sessuali, tipizzazione della vittima, mancata empatia e uso di tecniche e stratagemmi per poter adescare.
Uno degli elementi caratterizzati del caso è sicuramente l’utilizzo massimo della pornografia, rivelata dallo stesso Ted; sono numerosi gli studi che hanno indagato la relazione tra un certo tipo di pornografia e i comportamenti omicidiari.
EREDITÀ
Non è possibile affermare che vi sia una relazione tra la visione di stimoli pornografici e il comportamento violento; tuttavia, è possibile che questa rafforzi la condotta violenta già presente nel soggetto. La riesposizione allo stimolo porta ad uno degli effetti più gravi nelle dipendenza: la desensibilizzazione. Reifler et al. (1971) descrive un vero e proprio processo di assuefazione alla pornografia, lo stesso soggetto ha quindi bisogno di stimoli sempre più forti nel tempo. Tale schema è sempre frequente nell’omicida seriale, inoltre, maggiore è il livello di aggressività del materiale pornografico, più è probabile che le fantasie pornografiche siano poi tradotte in azione.
La vita di T.Bundy ha ispirato musica, letteratura ma soprattutto una vasta filmografia di successo.
Bundy stesso si è definito “[…] il più insensibile figlio di puttana che tu abbia mai visto”.