Il Natale porta una ventata di magia in qualunque città, ma le tradizioni natalizie napoletane hanno qualcosa in più, un fascino tutto particolare che difficilmente ritroviamo in altri posti. Le strade si riempiono di suoni, luci, aromi, bancarelle.
Il Natale a Napoli è un miscuglio di abitudini culinarie, gesti rituali e oggetti, che lo rendono unico.
Tradizioni e abitudini
La novena degli zampognari
La figura dello zampognaro si perde nella notte dei tempi, quando i pastori, coperti con neri mantelli e grossi cappelli di velluto, si recavano in città chiedendo offerte in denaro in cambio di melodie natalizie.
L’8 Dicembre è il giorno in cui si festeggia l’Immacolata Concezione, ed è l’inizio della novena degli zampognari prosegue per tutto il mese, fino alla notte di Natale.
Il presepe ‘O’ presepio’
IL simbolo del Natale in tutte le case partenopee è il presepe. Una volta non c’era casa in cui si “costruiva il proprio presepe e ci si accorgeva di ciò dall’odore della colla squagliata sul fuoco che serviva a questo lavoro.
Anche se la tradizione di costruirsi il proprio presepe è andata man mano a finire, è difficile non trovare un presepe in una casa napoletana, grande o piccolo, in sughero, in legno o in cartone. Di solito la consuetudine vuole che ogni anno si aggiunga o si cambi un elemento e a Napoli dove si va? Ma a San Gregorio Armeno, celebre strada del centro storico famosa in tutto il mondo proprio per la produzione artigianale di pastori e di presepi.
I piatti tradizionali di Natale e le pietanze più popolari sulle tavole partenopee durante le festività.
Cena della vigilia di Natale napoletana.
La preparazione dei piatti è un momento particolarmente sentito dalle famiglie napoletane.
In tutta Italia la tendenza è quella di mantenersi leggeri a pranzo in vista del super cenone.
A Napoli lo spuntino veloce, tra una passeggiata e gli ultimi regali da acquistare, è soltanto un pretesto per mangiare al volo una pizza fritta.
Molto importante per il cenone è l’acquisto del pesce in pescheria. A Napoli una vera tradizione.
Per la cena del 24, e per quella di San Silvestro, da sempre, la notte precedente, è usanza andare a comprare il pesce presso i mercati o i negozi che per l’occasione restano aperti fino a notte fonda.
La cena di solito inizia con un bel piatto di spaghetti con le vongole che, può essere in bianco o macchiato con qualche pomodorino.
ultimamente c’è chi ha sostituito questo piatto con uno a base di scampi o astice.
Dopo il primo, il capitone e il baccalà, sono d’uopo, rigorosamente fritti.
Per contorno non può mancare l’insalata di rinforzo (cavolo lesso, acciughe, olive, papaccelle e giardiniera; il tutto rigorosamente sotto aceto.)
Per concludere frutta secca: noci, nocciole, mandorle, fichi secchi e datteri e dolci
I dolci hanno un ruolo importantissimo mostaccioli, susamielli, raffioli paste di mandorla a forma di frutta.
Tra i dolci tradizionali però due non mancano mai sulla tavola napoletana, i roccocò e gli struffoli.
I roccocò, sono dei biscotti a forma di ciambella schiacciata, dal colore bruno e dalla consistenza piuttosto dura, preparato con farina, zucchero, mandorle o nocciole e pisto (mix di spezie profumate)
Gli struffoli,sonodelle palline di pasta fritta ricoperte di miele, canditi e confettini colorati che piacciono a grandi e a piccini.
Nei dolci i tradizionali sulle tavole napoletane si possono trovare anche il pandoro e il panettone.
Il pranzo di Nata
Sulle tavole napoletane non mancherà la celebre minestra maritata, preparata con carne e verdure di stagione in brodo.
Tortellini in brodo (tradizione emiliana)
O in alternativa fusilli con ragù e ricotta
Il secondo è a base di carne, e per contorno broccoli di Natale.
A fine pasto si ripropone frutta secca mustacciuoli, roccocò e gli immancabili struffoli.
Protagonista delle tradizioni natalizie napoletane La tombola
Per un napoletano non è Natale senza aver giocato almeno una volta a tombola.
Da qualche anno appuntamento inserito negli itinerari turistici del periodo natalizio, si rappresenta ‘la Tombola Vajassa’, o tombola scostumata, un vero e proprio spettacolo incentrato sulla smorfia napoletana e sulla simpatia dell’ormai noto femminiello Nanà.
L’estrazione dei numeri è affidata ad un femminiello che con un linguaggio alquanto colorito costruisce, basandosi sul significato di ciascun numero, una storia ricca di doppi sensi.